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Scippate ai molfettesi le poche spiagge libere Col Piano delle coste dell'amministrazione comunale di centrodestra
15 luglio 2004

Ad aprire un momento di confronto, e di conoscenza, sul futuro della costa molfettese, cioè a farci capire dove e come potremo andare al mare nelle prossime estati, ha pensato non l'Amministrazione comunale, cui in teoria dovrebbe stare a cuore l'informazione e la partecipazione dei cittadini, ma la Consulta femminile, organizzando un incontro cui hanno preso parte Pietro Uva, assessore all'Urbanistica, l'architetto Corrado Petruzzella, progettista assieme all'ing. Michele Losito del Piano delle Coste, e Massimiliano Piscitelli, coordinatore provinciale di Legambiente, sul tardi si è aggiunto anche il sindaco Tommaso Minervini. Una manifestazione con una buona partecipazione di pubblico e anche momenti aspri di confronto, a testimoniare che questa vicenda, se e quando viene fatta conoscere, coinvolge i cittadini. Il Piano delle Coste La delibera regionale 319/2001, ha ricordato l'assessore Uva, ha imposto al nostro, così come a tutti gli altri comuni pugliesi bagnati dal mare, di fare delle proposte in merito al tratto di litorale di loro competenza, al fine di poter comporre un Piano che disciplini l'utilizzo dell'intera costa pugliese. La Regione ha posto delle pregiudiziali, che i comuni effettuassero una ricognizione delle tipologie di costa e poi procedessero a definire di queste le quote da destinare ai diversi usi, stabilendo che ai privati sia concedibile fino al massimo del 40 %, fino al 20 % destinabile a spiaggia libera con servizi, il resto completamente libera. Le scelte, entro questi paletti regionali, sono chiaramente di natura politica, quindi di competenza del Consiglio Comunale che avrebbe dovuto essere chiamato ad esprimersi con un atto di indirizzo, nel quale fissare i parametri da consegnare ai progettisti per il loro lavoro, cioè avrebbe dovuto decidere quanta parte della risicata costa molfettese lasciare al libero utilizzo dei cittadini e quanta concedere per la costruzione di lidi o simili strutture private. Questo passaggio non c'è stato. Quel che ne è venuto fuori farebbe sobbalzare qualsiasi molfettese che voglia godersi il proprio mare. Ai privati la spiaggia di Levante Innanzi tutto i progettisti hanno considerato come totale della costa, su cui fare poi le ripartizioni, tutta quella molfettese, sia di Levante, verso Giovinazzo, nel nostro Piano regolatore generale tipizzata come balneare e a sviluppo turistico, sia di Ponente, verso Bisceglie, tipizzata come area agricola. Mentre la Regione stabilisce che le percentuali devono essere ritagliate esclusivamente su aree di "interesse turistico ricreativo". Interrogati sul perché di questa strana decisione né assessore né sindaco si sono espressi. Come non bastasse, nel Piano delle Coste elaborato a Molfetta si sceglie, sempre senza che si possa sapere da chi sia stato deciso e in base a quali motivazioni, di rendere concedibile ai privati il massimo permesso dalla Regione, cioè il 40%, sempre calcolato sul totale della costa, Levante più Ponente, quella utilizzabile e quella che non avrebbe potuto rientrare nel calcolo, ed in più di individuare nel tratto verso Giovinazzo quasi tutte le zone concedibili ai privati, mentre a Ponente quelle rimaste libere. Non ci vuole molto a capire che si creano con questo Piano le condizioni per cui le spiagge migliori possano essere trasformate in lidi a pagamento e le peggiori vengano lasciate al libro utilizzo dei bagnanti, che non si capisce nemmeno come e quando potrebbero utilizzarle, visto che verso Bisceglie si trovano gli sbocchi di più scarichi fognari e a nessuno può far piacere immergercisi dentro. A Levante rimarrebbero accessibili liberamente la Prima cala, ma proprio la caletta antistante l'attuale accesso, e poco meno della metà del Gavetone. Il dibattito A far comprendere tutto questo, però, non sono stati né il progettista, che si è limitato ad illustrare soprattutto gli assi viari che verranno creati, né l'assessore Uva, che ha spiegato l'iter legislativo, più che motivare le scelte politiche compiute, quanto piuttosto l'esponete di Legambiente. Individuato come oppositore politico, più che come interlocutore interessato alla difesa dell'ambiente e delle esigenze dei cittadini, dal Sindaco, una volta arrivato. Tommaso Minervini ha pensato bene di citare prima una fantomatica teoria delle tre verità, attribuita ad un non meglio precisato pensatore antico e poi di attaccare Legambiente e Piscitelli che lì la rappresentava, minacciando querele per l'attribuzione all'amministrazione comunale della “bandiera nera”. Arrivato in ritardo non ha ascoltato e non se ne è informato prima di dare mandato ai suoi avvocati, che la “bandiera nera” è in effetti data da Legambiente, mentre quella blu, valutazione positiva su mare e spiagge, da altre associazioni. Il sindaco ha fatto di tutta l'erba un fascio, saltando alla conclusione che Legambiente si oppone al Piano delle coste, così come ad altri scempi del territorio, non per adesione alla causa ecologista, ma perché fa politica ed evidentemente a sinistra, se mette in discussione il suo operato. Infatti per lui, la “bandiera nera” è stata data a Molfetta solo perché ha un'amministrazione di centro destra, quelle blu a Bisceglie e Giovinazzo, rette da giunte di centro sinistra. Al che Piscitelli ha dovuto rispiegargli la diversa paternità delle attribuzioni, cosa che a dir la verità non ci pare che il sindaco abbia colto. I due amministratori hanno continuato, anche dopo le sollecitazioni del pubblico, a difendere le loro scelte perché “strumento di sviluppo”. Si suppone che lo sviluppo non interessi da meno gli altri comuni costieri che hanno, però, apprezzato il valore che il Piano delle Coste può rivestire, dando mandato a grandi progettisti di ripensare globalmente il litorale, gli spazi, le offerte possibili, in modo da rendere davvero attraente il loro mare e quindi occasione di sviluppo per tutti e non per i pochi che, dalla concessione di questi tratti di mare, trarranno il loro business. Lella Salvemini lella.salvemini@quindici-molfetta.it
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