Rosso.
Se questo colore era collegato fino all'anno scorso solo a quello del giorno o della tavola imbandita della nostra famiglia o parenti, oggi rappresenta anche il colore del contenimento da coronavirus, che ritorna dopo mesi in cui si è passati dal l'arancione al giallo con limitazioni e servizi intermittenti come le luci natalizie.
Tutta l'Italia è (zona) rossa. Tutta l'Italia non è in festa.
E le motivazioni sono molte: dal più semplice come quello del distanziamento fisico e sociale dai propri genitori se ci troviamo in un'altra regione, a quelli più terribili come la scomparsa prematura del proprio nonno, nonna, zio o zia, madre o padre; in questo anno che ha mostrato marcatamente la fragilità dell'uomo e del sistema sanitario pubblico.
Italia in rosso per la propria condizione di precarietà economica, tra disoccupazione e cassa integrazione che deve ancora arrivare da mesi.
Italia rossa di rabbia perché impaurita e privata della rassicurazione che il clima natalizio genera nel nostro immaginario: calore, famiglia, sorrisi, luci.
Italia in rosso, a secco di speranza, di ottimismo, di certezze.
In questo clima in cui siamo stati spogliati di tranquillità e imbottiti dallo xanax dello shopping natalizio per chi se l'è potuto permettere e per il quale il rischio di contagio è stato considerato meno probabile di un cinema, un teatro, una scuola aperta, siamo tenuti a trovare valori e sentimenti che gli altri anni ci veniva spontaneo cercare o trovare dentro noi stessi.
Non per gli altri. Non perché ce lo chiedono. Ma per noi stessi. Per stare bene in mezzo a tutto questo.
In questa Italia rossa, abbiamo bisogno di trovare ulteriore coraggio e amore per sconfiggere la paura e la disperazione.
Abbiamo bisogno di più unione e forza, per pretendere soluzioni dalla disgregazione sociale e le debolezze del sistema pubblico.
Abbiamo bisogno di continuare a credere nella solidarietà e negli uomini anche quando queste difficoltà ci hanno stuzzicato l'idea di essere più egoisti e disumani.
Abbiamo bisogno di predisporre al meglio il nostro animo nell'attesa della rinascita spirituale e umana.
Buona vigilia.
Da una città rossa.
Da qualcuno che ricorda di avere ancora rosso e vivo anche il proprio cuore.
Gabriele Vilardi
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