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Sannicandro: non avremmo mai voluto vedere la piscina chiusa
15 ottobre 2008

Non avremmo mai voluto vedere la piscina comunale di Molfetta chiusa. Il presidente regionale del Coni, Elio Sannicandro si unisce al coro dei delusi per la mancata apertura dell'impianto natatorio cittadino. L'ente olimpico pugliese, che aveva certificato la piscina molfettese tra gli impianti “Stella blu”, ovvero tra quelli che per una serie di requisiti - caratteristiche strutturali, confort, organizzazione – svolgono attività sportive altamente qualificate, è stato anche il gestore della piscina sin dalla sua apertura. Con il presidente Sannicandro cerchiamo di capire cosa sia successo quest'anno e il punto di vista del Coni sulla chiusura. “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di far funzionare la piscina comunale. Per questo ci siamo assunti la responsabilità gestionale dello start up dell'impianto, con impegno abbiamo formato il personale grazie ai corsi della Federazione, abbiamo mostrato un modello gestionale senza oneri per il Comune”. Questo quali risultati ha prodotto? “Negli anni, i cittadini hanno apprezzato il nostro impegno, iscrivendosi numerosi. Abbiamo formato una squadra agonistica di pallanuoto, offerto l'accesso gratuito a società sportive e ai disabili dell'Anffas, che oggi non hanno più un punto di riferimento. In questo, forse, le amministrazioni che si sono succedute sono state un po' superficiali, non preoccupandosi di avere la giusta consapevolezza di cosa volesse dire gestire un impianto del genere e dell'opportunità che avevano di avere una piscina in città”. Poi cosa ha portato alla chiusura? Il Coni si è defilato? “Assolutamente no. Il nostro intento concordato con l'amministrazione è sempre stato quello di avviare l'attività per poi passare il testimone a un soggetto privato, magari una società sportiva che avesse operato secondo gli indirizzi del Coni e della legge regionale sullo sport. Dal 2004 le convenzioni si rinnovavano annualmente, anche quest'anno non ci siamo defilati ma abbiamo, come sempre alla scadenza, rimesso l'impianto nella disponibilità del Comune”. L'amministrazione ha spiegato ci sono dei lavori da fare e che per questo l'impianto deve restare chiuso. Si poteva evitare? “Abbiamo segnalato noi i lavori da compiere già un paio di anni fa e ci auguravamo fossero compiuti in estate. Si tratta di interventi di manutenzione straordinaria, anche esterni, che potevano essere completati eventualmente con l'impianto in funzione visto che quelli alla copertura o agli infissi non avrebbero certo interferito con l'attività. In questo c'è forse stata mancanza di programmazione”. Se l'amministrazione avesse proposto al Coni un ulteriore rinnovo annuale della convenzione avreste accettato? “Certo, avremmo fatto il possibile per tenere la piscina aperta e sono convinto che si poteva studiare un sistema per evitare la chiusura. Avremmo garantito il nostro sostegno anche in caso di un cambio di gestione. Ci dispiace per quello che è successo. Ma evidentemente solo ora ci si sta rendendo conto che la chiusura di un impianto sportivo crea un disservizio in danno dei cittadini”. Michele de Sanctis jr c a r t o l i n e d a M o l f e t t a . . . Un capolavoro di arte vandalica Questa artistica panchina, capolavoro di arte (vandalica) moderna, la potete ammirare nel giardinetto posto fra via Campanella e via Baccarini (ex pesa pubblica) a due passi dalla stazione ferroviaria. Tralascio di descrivere lo stato di abbandono e sporcizia antica in cui giacciono da anni le “aiuole” circostanti, piene di bottiglie di birra vuote, cartacce, piatti di plastica, fazzoletti di carta, resti di pizze, ecc. Mi concentro invece su questa ex panchina, ridotta in questo stato da premurosi vandali e ladri, e così lasciata da molti, forse a monito dei cittadini residenti e dei viaggiatori che si trovano di là a passare. Alle spalle di questo scempio si nota la bella palma che fu oltraggiata l'anno scorso, per ricavarne le foglie tenere da intrecciare e vendere il giorno delle “Palme”. Quella volta telefonai ai Vigili urbani e i giardinieri comunali riuscirono a limitare il danno e a salvare la pianta. PS. Non è consigli abile sedersi su questa panchina! Sannicandro
Autore: Mauro Binetti Elio
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