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Ritorna l'Armata Brancaleone. Disertori azzolliniani pronti a saltare sul carro di Tommaso Minervini
15 luglio 2012

Quasi certezza il pronostico politico di Quindici: l’Armata Brancaleone è in fase di ricomposizione. Destra, sinistra, centrodestra, centrosinistra, programmi, progetti, dettagli che si chiariranno solo dopo, quando sarà necessario pur scrivere qualcosa (le solite chiacchiere) sui manifesti di propaganda elettorale. Adesso conta fare ammucchiata, ricostituire la vecchia ciurma del battello battente bandiera liberiana, non solo per tentare di vincere e governare seriamente questa città (a parole), ma soprattutto per tentare di riciclarsi nel vecchio bastimento capitanato da Tommaso Minervini che, allo stato attuale, è ritenuto il più adatto a superare il “Capo di Buona Speranza” (vincere le elezioni) con il mare dell’antipolitica a forza sette. Il reduce dalla circumnavigazione di tutto il globo della politica locale da destra a sinistra, passando per il centro (nel 2006), ha già dato prova in passato di ottime capacità d’assemblaggio di ciurme e legioni straniere. In pratica, fuoriusciti o prossimi fuoriusciti, stanno cercando di rimettere in sesto la vecchia Armata Brancaleone del 2001, ricomponendo anche spezzoni di quella del 2006 (poi sconfitta). Potrebbero ridestarsi dall’oblio gli immortali fratelli Visaggio (Franco assessore comunale ai Lavori Pubblici dal 2001 al 2006 con l’amministrazione Minervini, Antonio impiegato comunale nelle vesti di factotum) o anche Sergio Azzollini (ex consigliere comunale di Molfetta che Vogliamo) pronti a confezionare liste fatte in casa o a lanciare qualche infante politico pescato dall’alveo familiare nell’orbita della politica (e forse nei futuri programmi del mattone molfettese). Questa sacra alleanza dei “resuscitati” della partitocrazia locale potrebbe anche contare sulla corazzata Udc dell’inaffondabile Pino Amato o sul gruppo di Pietro Uva, fresco dimissionario della coorte azzolliniana (era vicesindaco e assessore all’Urbanistica nell’amministrazione Azzollini, ma già assessore all’urbanistica dal 2001 con la prima amministrazione Minervini), che a quanto pare sarebbero già arruolati. Purtroppo, altri personaggi politici azzolliniani aspettano (forse per intascare l’ultimo stipendio da assessore o concludere l’ultima operazione personale e clientelare), prima di sbarcarsi definitivamente dalla vecchia nave azzolliniana in rapido affondamento e arruolarsi nella carretta del mare piena zeppa di rifiuti speciali altamente pericolosi. Ad esempio, Enzo Spadavecchia, attuale assessore allo Sport, sembra in cerca di lista e forse “qualcuno” dei fedelissimi del sindaco senatore Pdl Antonio Azzollini che con il suo scudo crociato starebbe attendendo l’ultimo secondo (con qualche assessore, consigliere comunale e di municipalizzata) per assestare l’ultima pugnalata al Cesare già ferito dalle inchieste giudiziarie e dai tradimenti. La coalizione si potrebbe anche giovare del simbolo vendoliano come partito di riferimento per una coalizione di riciclati. Si vocifera anche sulla possibile aggregazione di un altro cavallo di razza, Nicola Angione, già assessore della prima giunta Minervini del 2001, anche se lo stesso pare abbia rispedito al mittente tutti gli inviti a rientrare nei vetusti ranghi. Resterebbe estraneo il movimento civico Emiliano per la Puglia, capitanato da Annalisa Altomare, più propensa a un’alleanza con il Pd che, però, sembra essere ricaduto nell’ennesima catalessi, dopo la manifestazione a Corso Umberto. Un letargo forse dipeso dalle convulsioni interne degli ex PCI e PDS, propensi all’accordo organico con Rifondazione Comunista che con un due di picche ha riproposto Antonello Zaza come candidato sindaco, avviando la sua campagna elettorale. Poi c’è l’ex presidente dell’Asm, Giovanni Mezzina, nato alla politica nelle liste di De Cosmo e poi transitato nelle truppe azzolliniane. Ora, dopo le dimissioni dall’Asm, anch’egli cerca casa e con un’ultima giravolta propone i suoi pochi voti al centrosinistra, pretendendo per sé l’inserimento in lista di un suo parente (tra l’altro noto simpatizzante di destra), pubblicista di un foglio locale, che indirettamente farebbe da traino alla sua ascesa politica. Ma non è escluso che anche Mezzina ricorra alla creazione di una sua piccola lista da mettere a disposizione del migliore offerente nella galassia dei partitini elettorali. Nel Movimento Cinque Stelle il tentativo d’infiltraggio in blocco di altro movimento politico locale (lo stesso che avrebbe piantato in asso Rifondazione, dopo la rottura del cantiere di centrosinistra) sembra quasi essersi completato. Tra l’altro, dopo la “notte dei lunghi coltelli” di fine giugno (riunione burrascosa conclusasi con l’imposizione dittatoriale della candidatura di Nicola Camporeale, attuale presidente del Consiglio comunale, da parte di Azzollini) sembra si sia smembrata la coalizione di centrodestra del 2008. Una situazione magmatica, di cui potrebbe approfittare Tommaso Minervini, per ogni possibile riciclaggio-salvataggio. Insomma, ancora una volta, la politica locale offre la possibilità agli elettori di votare non il miglior candidato sindaco, la migliore coalizione o il miglior programma, ma ciò che risulterà il meno peggio. Salvo che la provvidenza politica (ovvero la società civile) non riveli all’improvviso l’insperato, vero e radicale asso nella manica. È anche probabile che Tommaso Minervini crei dal nulla l’ennesima lista civica, perno di un’alleanza amorfa, raschiando voti e pezzi di partito a destra e a sinistra. Operazione forse già in itinere, con il possibile distacco dalla “favela” azzolliniana Non è da escludere l’aggiudicazione all’asta di qualche professionista parcheggiato nel garage del centrosinistra (si preannunciano prossimi indipendenti).

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