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Rifiuti, arrivano i cassonetti “intelligenti” Decreto Ronchi respinto, ma Molfetta non cede
15 aprile 2000

Allo scadere del 1° gennaio 2000, oltre al caos informatico planetario generato dal fatidico millennium bug, in Italia, almeno, avremmo dovuto assistere a un altro epocale momento: tutto il sistema rifiuti sarebbe stato, infatti, rivoluzionato irreparabilmente dal coraggiosissimo decreto Ronchi. Cassonetti intelligenti per calcolare le nostre quantità di rifiuti prodotti avrebbero invaso le nostre strade, mettendo “in discarica” il vecchio sistema delle tariffe; i tetti minimi di quantità di rifiuto differenziato, finalmente stabiliti e di molto innalzati, sarebbero diventati l'incubo di tutti gli amministratori locali, togliendo un po’ di tempo magari a quello delle maggioranze in bilico; ancora, paletti invalicabili avrebbero ridotto drasticamente la produzione di rifiuti da imballaggio, ormai divenuti pari alla metà del totale; sanzioni severissime avrebbero dopo anni introdotto il sano principio del "chi inquina paga". Ma come per il millennium bug, cosa assi meno auspicabile per la verità, è bastato poco per far svanire nel nulla questo che sembrava un sogno finalmente prossimo alla realizzazione. Il rinvio del tempo massimo di attuazione, slittato di nove anni, così come deciso dall'ultima finanziaria, sigla una seria e sintomatica sconfitta di quella che sarebbe stata una nuova concezione del rifiuto, decisamente più orientata verso più innovativi parametri ambientali. Le nuove frontiere del differenziato A Molfetta tuttavia, nonostante questo rinvio sono ormai in dirittura di arrivo importanti innovazioni sia nella raccolta dei rifiuti che nella gestione e nel trattamento del dopo raccolta. Quanto alla raccolta, entro l’anno, è prevista la realizzazione nel quartiere di levante di un’isola ecologica intelligente che consentirà ai cittadini di versare i rifiuti differenziati e quantificare gli sforzi fatti che si concretizzeranno in detrazioni consistenti sulla tradizionale tassa individuale sui rifiuti o in premi – piante, abbonamenti per i trasporti pubblici - . Ogni utente, provvisto di un tesserino magnetico personale, potrà recarsi presso i cassonetti intelligenti e pesando ciò che ha differenziato, registrerà sulla tessera il corrispondente abbattimento della sua tassa che per il momento resta ancora proporzionale all’estensione delle superfici. “Abbiamo pensato – ha detto Silvio Binetti, direttore dell’Asm – al quartiere di levante, per esigenze logistiche: qui ci sono infatti strade larghe che consentono l’impianto di una struttura di questo tipo e ne agevolano la gestione; penso che in via sperimentale la si possa localizzare nei pressi dei campi da tennis, per esempio, e in ogni caso ci auguriamo che possa essere presidiata e salvaguardata da prevedibili atti vandalici e questo sia con i nostri operatori che con il contributo di volontari”. Nel quartiere di ponente, invece, si sperimenterà la raccolta differenziata porta a porta che interesserà 1000 – 1200 famiglie che, raggruppate per condomini, beneficeranno di questo comodo servizio; per quantificare i rifiuti e applicare anche in questo caso le opportune riduzioni della tassa si è pensato ad un eventuale etichettatura dei sacchetti con codici a barre personalizzati. “L’idea – ha precisato Silvio Binetti – è quella di utilizzare le due formule in base alle esigenze dei quartieri sfruttando i risultati di questa sperimentazione per estendere in futuro e isola ecologica e raccolta porta a porta a tutta la città”. Nuove dal compost Inoltre non è da sottovalutare quanto entrambi i metodi possano valere come strumento efficace per iniziare anche i singoli cittadini alla differenziazione della frazione umida dei rifiuti; infatti fino ad ora la raccolta del materiale organico è stata predisposta solo presso i grandi produttori - mense e mercati - per garantire una più facile e accurata selezione. Attualmente la raccolta di organico ha raggiunto il 4% sul totale dei rifiuti e tuttavia l’impianto di compostaggio di cui sono ben note le vicende giudiziarie ancora in corso tra Comune e ditta Mazzitelli che ha costruito l’impianto (vedi quindici settembre 1999), è in funzione a regime ridottissimo da agosto, poiché lavora solo al 25% delle sue potenzialità; per di più il compost prodotto fino ad ora non è ancora stato venduto e sempre a causa dei rapporti ancora da definire tra amministrazione e ditta Mazzitelli non ne è nota neppure la qualità. Obiettivo prossimo è aumentare la raccolta della frazione organica estendendola a tutti; uno degli strumenti già avviato e che sarà sicuramente potenziato è una capillare campagna di sensibilizzazione che sfrutti come proprio veicolo le scuole. In effetti la raccolta dell’organico è cosa estremamente delicata: se non si riuscisse ad avere materiale molto ben selezionato, ne sarebbe compromessa gravemente la qualità del compost finale che non avrebbe alcun mercato, anzi potrebbe risultare dannoso. Un’ex discarica da bonificare “Altro fronte che ci vede impegnati – continua Silvio Binetti – è il risanamento in corso della ex discarica in strada coda della volpe; fino al 1993 quest’area era un indefinito cumulo di rifiuti, poi è stato un luogo di abbandono, adesso la stiamo bonificando dagli inerti presenti – legname, ferraglia, elettrodomestici – e avvieremo un progetto sperimentale di bio-stabilizzazione dei rifiuti”. Questo trattamento è assolutamente biologico: i rifiuti indifferenziati saranno depositati e coperti da un telo in gore-tex capace di far traspirare ma impermeabile all’acqua piovana e in grado di mantenere all’interno una temperatura sufficientemente alta da innescare le reazioni aerobiche di decomposizione della parte organica. Dopo soli 15 giorni sarà terminato questo processo e ci sarà una diminuzione del 30% in peso e del 20% in volume dei rifiuti. In seguito con una sorta di centrifuga il compost prodotto sarà isolato e, poiché di mediocre qualità, utilizzato non per uso agricolo ma per la bonifica della discarica stessa. La rimanente parte inorganica dei rifiuti potrebbe essere usata come combustibile solo però se si riscontrassero caratteristiche idonee; alla peggio finirebbe in discarica ma a costi ridotti. Questo progetto sperimentale, il primo in Puglia, sarà attuato a breve e potrebbe protrarsi al più per due anni. Per quel che riguarda i numeri, nell'anno passato la raccolta differenziata ha raggiunto il 16% del totale dei rifiuti raccolti, ove nel 1998 la quantità era pari all'8%: eppure non è proprio come sembra. Infatti se questo dato da una parte pare registrare un aumento del 100% rispetto al precedente anno, dall’altra si nota che quest’incremento è dovuto in toto alla introduzione della raccolta di materiale organico, assente nel passato, e al potenziamento di quella del legname e anzi, a ben guardare è possibile verificare addirittura una inflessione negativa (dati 1999 escluso il mese di dicembre) per le altre raccolte differenziate. In ogni caso, quel che preme sottolineare è che la questione rifiuti non può solo limitarsi a trovare soluzioni al dopo produzione del rifiuto stesso: intendiamo dire che accanto alla raccolta differenziata, agli sforzi profusi per escogitare trattamenti alternativi dei rifiuti o processi che ne facciano persino una risorsa economica, oltre, cioè, agli interventi pure necessari e anzi minimi di limitazione del danno, ebbene occorre ridurre la produzione dei rifiuti a monte: combattere, per esempio, la filosofia dell' "usa e getta" o l'abitudine, chissà quanto involontaria, di avvolgere qualsiasi prodotto in innumerevoli strati di imballaggio… Ma questo nell'era degli ipermercati, in cui tutto è in un attimo vecchio e da sostituire, sembra davvero fuori posto. Qualcosa di cui magari parlare, ma da tenere prudentemente lontano. Massimiliano Piscitelli Tiziana Ragno Dal cassonetto allo stoccaggio Il "rifiuto" è per definizione qualcosa di cui liberarsi, al più presto e il più lontano possibile; eppure, a dispetto del loro stesso nome, i "rifiuti" a volte divengono oggetto di interessanti opportunità economiche, elevandosi a beni preziosi, da trattenere e di cui anzi rivendicare la legittima proprietà. Il nuovo impianto di stoccaggio che entro l'anno dovrebbe sorgere nella zona industriale, nei pressi della nuova sede dell'Asm, va in questa direzione, senz'alcun dubbio. Sono in molti a chiedersi che fine facciano i rifiuti differenziati raccolti: quel che accade adesso è che la gestione del dopo rifiuto è interamente affidata a ditte esterne, mentre il futuro impianto di stoccaggio permetterebbe di sfruttare , s'immagina con consistenti ritorni economici, la prima fase successiva alla raccolta. Carta, vetro, plastica verrebbero dapprima selezionati manualmente, al fine di eliminare le impurità presenti - ci è stato detto che non è poi così raro trovare tra le bottiglie cappotti o altra roba davvero originale…- ; una volta pressati, sarebbero inviati presso gli stabilimenti deputati alla trasformazione e al riciclo dei rifiuti. Il progetto è stato patrocinato dal ministero per l'Ambiente e inserito nel piano d'emergenza dei rifiuti redatto dalla Regione; la sua gestione sarà affidata a 30 lavoratori di pubblica utilità. C'è chi spera che quest'impianto venga poi inglobato nell'Asm che di certo ne beneficerebbe in termini di capitalizzazione e di competitività sul mercato. Al di là di tutto, però, c'è da augurarsi che quest'idea, che pare pronta a realizzarsi, si traduca effettivamente in un'opportunità, in una realtà economica stabile e funzionante nel tempo, salvandosi da difetti gravi di gestione che spesso hanno compromesso nel passato molti progetti pur validissimi in partenza. Tiziana Ragno L'Asm cambia volto Quel che adesso è l'Asm lo sappiamo più o meno tutti: un'azienda speciale, dotata cioè di autonomia imprenditoriale, ma della quale è proprietario il Comune; in altre parole un ente pubblico autonomo. Da qualche tempo, però, per tutte le aziende di questo tipo è stato avviato un processo che tende a trasformarle in società di capitale. I motivi che promuovono questo passaggio sono di ordini diversi. Innanzi tutto l'Asm, della quale è attualmente presidente l'avv. Boccardi, ad oggi, pur essendo di fatto un'impresa, non può beneficiare dei molteplici incentivi economici, di natura soprattutto fiscale, che lo Stato da qualche anno eroga in favore delle realtà imprenditoriali impiantate specialmente nel meridione. Questa trasformazione glielo consentirebbe a pieno diritto. Ma l'altro aspetto sul quale vale la pena soffermarsi è che, se fino ad ora il Comune erogava all'Asm un contributo sulla base esclusivamente della contabilità, d'ora in avanti i finanziamenti comunali saranno legati a un contratto di servizio. Nessun parametro, infatti, oggi determina e fissa le somme da destinare agli investimenti nei servizi, affidati per lo più a criteri di discrezionalità di chi gestisce l'Asm. Nella direzione opposta va il contratto di servizio che, oltre a fornire uno strumento di trasparenza, com'è evidente, introduce il nuovo concetto di tariffa - differente da quello di tassa -: il cittadino, cioè, pagherà un servizio e non uno degli inspiegabili balzelli di cui stenta a spiegarsi le ragioni. T. R. 11° comandamento: riciclare e disimballare A Molfetta si ricicla 365 giorni all’anno e non solo durante la giornata nazionale del riciclo. Il 26 febbraio scorso, infatti, è accaduto che, approfittando di questa manifestazione indetta dal ministero dell’ambiente, un popolo di riciclomani, o quasi, si sia ritrovato a riconoscere ancora una volta i risultati raggiunti e a tentare di portare dalla sua parte un numero sempre più alto di “crociati del differenziato”. Tra le altre iniziative sabato pomeriggio, nel cortile della scuola media Pascoli, gli alunni della stessa scuola hanno esposto le lampade di materiale riciclato da loro realizzate: lattine di coca cola, bottoni usati e persino uno scolapasta assemblati sono diventati così coloratissime fonti di luce. Gli alunni dell’istituto professionale per il commercio hanno invece distribuito questionari ai passanti per verificare il loro rapporto con i rifiuti; per la prima volta alla raccolta differenziata si è dato un valore concreto: a tutti quelli che avessero portato almeno sei bottiglie di plastica l’ASM avrebbe regalato premi. E così quadernoni e blocchi in carta riciclata, penne e spillette, nonché piantine sono diventate il corrispettivo di precise quantità di rifiuto. L’Italia che ricicla, dunque è una realtà. Affatto lo è, invece, quella che si preoccupa di ridurre i rifiuti che produce. “Disimballiamoci” non è solo il solito slogan di fanatici e irrealisti amanti dell’ambiente: deve diventare piuttosto tanto un nuovo stile di vita e di consumo quanto la nuova frontiera della produzione. Se infatti differenziare i rifiuti è un gesto affidato interamente al senso di responsabilità dei consumatori, così non è per la diminuzione della produzione dei rifiuti stessi: se il bancone del supermercato ci propone soltanto scatole di biscotti enormi e ingombranti, se il salumiere di fiducia utilizza strati e strati di pellicola, carta stagnola aggiungendovi talvolta anche vaschette di plastica, se il macellaio non sa proprio rinunciare ai vassoietti in polistirolo, allora sembra proprio che non ci siano soluzioni a meno che supermercato, salumiere e macellaio non vengano indotti e incentivati a vendere prevalentemente biscotti, prosciutto e carne piuttosto che inutili imballaggi. T. R.
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