MOLFETTA - Un convegno regionale per ricordare, testimoniare e riconsegnare la figura di don Tonino Bello alla comunità come «esemplare dell’esperienza della Trinità e della convivialità delle differenze». Mons. Pietro Maria Fragnella, vescovo di Castellaneta (nella foto da sinistra con il,l vescovo Luigi Martella, don Mimmo Amato, don Nicolò Anselmi), ha aperto il convegno «Sentinelle del mattino - I giovani alla scuola del Servo di Dio don Tonino Bello» sottolineando la necessità di restituire ai giovani contemporanei la figura pastorale di don Tonino, troppe volte abusato come «fucina di slogan», usato «a proprio uso e consumo», ridotto a «spezzoni di esperienza effettiva e personale».
A 17 anni dalla scomparsa di don Tonino, di fronte a una comunità cittadina che sembra aver dimenticato la sua lezione pastorale e apostolica, che approfitta in modo libertino della figura del suo amato vescovo per fini personali, la chiesa diocesana recupera il messaggio di don Tonino, cui devono ispirarsi i nostri sacerdoti «per riscoprire la missione sacerdotale e educazionale nei confronti della Chiesa»: l’esortazione ad«ascoltare il Vangelo».
Un messaggio indirizzato anche ai giovani: don Domenico Amato, direttore del settimanale diocesano «Luce e vita» e vice postulatore della Causa di Canonizzazione del vescovo Mons. Bello, si è rivolto proprio ai giovani nel suo intervento sul problema della comunicazione ecclesiastica, così come lo concepiva don Tonino Bello.
«Ai giovani il compito profetico di essere sentinelle del mattino»: don Tonino con queste parole chiedeva più impegno e maggiore attenzione pastorale per evitare la crisi interiore e il vuoto di spiritualità per un mondo giovanile privo di convinzioni morali e religiose. Impegno costante senza pessimismo, ma «intriso di speranza».
I giovani avvertono il fascino dei grandi valori, eppure hanno difficoltà a capirli, testimoniarli e interiorizzarli: dunque, «bisogna dar loro quei valori di cui hanno urgente bisogno», sottraendoli a facili deviazioni socio-morali. Per questo motivo don Tonino aveva associato pastorale giovanile e pastorale scolastica per «esorcizzare l’idea del torbido non poter far nulla - così come ha ricordato don Domenico Amato - e attivarsi con progetti credibili, anche nell’ambito della scuola, con iniziative che abbiano senso con il contesto sociale». L’invito di don Tonino è la testimonianza, la «testimonianza dei giovani ai giovani», dopo aver fatto «un pieno di luce davanti al Signore».
Hanno partecipato al convegno anche il vescovo Mons. Luigi Martella e don Nicolò Anselmi, responsabile del Servizio Nazionale della Pastorale Giovanile, mentre Mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e presidente nazionale di Pax Christi, non ha potuto partecipare al convegno per i disagi al traffico aereo occorsi di questi giorni.
Successiva al convegno, una breve rappresentazione sull’attualità del messaggio di don Tonino a cura dei giovani della diocesi. Infine, una tavola rotonda che ha coinvolto il pubblico e la veglia di preghiera presieduta da Mons. Luigi Martella.
Venerdì 30 aprile ci sarà la Prima Sessione Pubblica del Processo di canonizzazione di don Tonino Bello. Sarà presente il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi S. E. Mons. Angelo Amato che presiederà la S. Messa nella Cattedrale di Molfetta alle ore 18,30.
Al termine della Celebrazione Eucaristica i membri del Tribunale ecclesiastico e tutti gli officiali della postulazione presteranno il loro giuramento nelle mani del Vescovo. Si darà così inizio alla fase di ascolto dei testimoni circa le virtù eroiche del Servo di Dio.
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