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Riaprire il Pulo, lo chiedono sei associazioni molfettesi Stamani conferenza stampa nei pressi del sito archeologico
20 gennaio 2007

MOLFETTA - “Vogliamo che il Pulo riapra”, questa in estrema sintesi la motivazione che ha spinto sei associazioni molfettesi – Archeoclub, Ictiùs, Legambiente, ProLoco, Terrae, WWF - a convocare stamani una conferenza stampa proprio nel sito archeologico. Quanto mai inusuale per lo svolgimento, visto che, per capire davvero quel che lì sta accadendo, i giornalisti sono penetrati per un varco della recinzione, scavalcato il muretto, seguendo Raffaele Annese, individuato come portavoce del pool di associazioni, giù per la dolina, camminato su un sentierino invaso da attrezzi abbandonati (come si può vedere nella foto) sterpaglie, spazzatura varia e macerie; una specie di discesa all'inferno della stupidità umana, in nessun altro termine può esser resa la situazione del Pulo. Lavori per cinque miliardi di lire terminati del 2003, una delle tante inaugurazioni, breve stagione di apertura e poi l'abbandono, di cui hanno approfittato i vandali, che hanno rubato tutto quello che poteva apparire rubabile, la centralina elettrica, i fili, il sistema di allarme, il computer (nella foto l'ufficio all'ingresso devastato), perfino le chianche delle vasche della nitriera borbonica e, quando non c'era più nulla da portar via, hanno distrutto, si suppone per il puro gusto di farlo, divelto porte e tettoie, sradicato i servizi igienici; il resto poi lo ha fatto l'incuria, la vegetazione lasciata a se stessa ha ripreso il dominio del sito, invadendo il sentiero che ne permetteva la visita, ma anche le fornaci che erano state riportate alla luce e rese visibili da una sorta di passerella di legno e che ora sono di nuovo nascoste dall'erbaccia. Nella conferenza stampa, itinerante e poi svoltasi davanti al cancello che inutilmente sbarra l'accesso alla dolina, visto che appena accanto c'è lo squarcio nella recinzione che permette a tutti di entrare e che non è stato mai riparato, nonostante le richieste, sono stati ricostruiti gli ultimi passaggi di questa storia infinita. Circa un anno fa le associazioni sono state contattate dai responsabili della Provincia che, ricordiamolo, è proprietaria della dolina, ed invitate a costituire un consorzio per la tutela e la gestione del “sistema Pulo”, considerando non solo la dolina, ma anche il costituendo museo e il “fondo Azzollini”, cosa che è stata puntualmente fatta. Tutto questo all'interno di un accordo di massima con il Comune, che possiede l'area contigua al Pulo, il Lazzaretto, sede del futuro museo archeologico, ed il “fondo Azzollini”. Un accordo che dall'estate del 2006, quindi dall'elezione della nuova giunta, ha visto il Comune prendere tempo, ritenendo non soddisfacente questa ipotesi. Tempo che appesantisce la situazione del sito, visto che di settimana in settimana si susseguono atti di vandalismo. La Provincia ha insistito, fino alla conferenza di servizi convocata per il 9 gennaio che avrebbe dovuto vedere la firma di un accordo di programma, una firma che non c'è stata, a quanto pare il Comune ci vuole ancora pensare, ravvisando soprattutto problemi di natura economica. Le sei associazioni, preoccupate per l'avanzare del degrado (nella foto le vasche con le chianche divelte) hanno voluto con l'iniziativa di oggi riportare l'attenzione generale sulla questione, sollecitare una soluzione che porti all'esecuzione di quei lavori di manutenzione straordinaria indispensabili dopo gli anni di abbandono e poi quella ordinaria. I rappresentanti istituzionali di Comune e Provincia intanto non ce n'erano, la palla ripassa a loro, alla loro capacità di risolvere i problemi del territorio, possibilmente senza farsi dispettucci.
Autore: Lella Salvemini
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