Regionali, fra pochi giorni si vota: 7 candidati di Molfetta con i mal di pancia nel centrosinistra per la candidatura di Tammacco
L'aula del Consiglio regionale della Puglia
MOLFETTA – Fra pochi giorni, il 23 e 24 novembre si voterà per il rinnovo del consiglio regionale della Puglia. Quattro i candidati alla presidenza: Antonio Decaro, Luigi Lobuono, Sabino Mangano e Ada Donno: 6 liste per il centrosinistra, 4 per il centrodestra, una a testa per l'esponente del movimento 'Marziani di Puglia' sostenuto da Next Italia e per Ada Donna, sostenuta da 'Potere al Popolo', Riconoscimento Socialista e Partito Comunista Italiano.
Sono 7 i candidati di Molfetta a consigliere regionale nella prossima consultazione. Per Decaro presidente ci sono: Felice Spaccavento, medico, consigliere comunale uscente dell’opposizione di centrosinistra che già nelle scorse elezioni regionali ottenne un discreto successo sfiorando l’elezione, anche per la sua grande popolarità e per la sua azione come apprezzato anestesista. Questa volta è stato il primo a scendere in campo con un’efficace campagna pubblicitaria che sta conquistando il favore della gente.
Sempre con Decaro sono in corsa per Avs (Alleanza Verdi e sinistra) Silvia Rana, Dirigente medico pediatra presso Asl BA, figlia del dr. Damiano, psichiatra impegnato in politica e nel sociale, scomparso qualche tempo fa, ma che ha saputo trasmettere alla figlia i valori fondamentali di giustizia sociale e solidarietà, che ha sempre rappresentato.
In coppia con lei c’è Gano Cataldo, commercialista e personaggio storico di tante battaglie sociali e politiche anche con Nichi Vendola. E’ segretario di Sinistra italiana di Terra di Bari.
Il Movimento 5 stelle presenta un candidato improbabile come Dario La Forgia, già presente in altre competizioni senza successo.
Decaro ha inserito nelle sue liste anche Saverio Tammacco, politico trasformista, la cui presenza non è stata molto gradita e sta creando molti mal di pancia nella coalizione. Tammacco con un passato di destra è stato sempre un opportunista politico, forte del suo pacchetto di voti, ha appoggiato Emiliano ricevendone in cambio incarichi politici, come quello di presidente della commissione bilancio. Eletto con Fitto è poi passato con il governatore di centrosinistra, campione nella raccolta di adesioni anche nel campo avverso. Tammacco è stato il sindaco ombra di Molfetta e protagonista del “ciambotto” delle liste civiche. Ha ottenuto 4 assessori, 6 consiglieri, 2 presidenze su 3 delle aziende municipalizzate. E lo stesso ex sindaco Tommaso Minervini deve tutto a lui, che nella sua città ha preferito non giocare in prima persona, scegliendo di ruolo del burattinaio politico. Il timore della sinistra tradizionale è che la sua presenza possa far aumentare il numero delle astensioni o quantomeno rendere più difficile il recupero di quelli scontenti.
La serie dei candidati per Decaro si chiude con Venere Altamura, 30 anni, campionessa internazionale di nuoto della categoria master. Lo scorso agosto ha conquistato una medaglia di bronzo ai Mondiali di nuoto di Singapore negli 800 metri stile libero, battuta dalla tedesca Alisa Fatum Boler, medaglia d’oro e dalla statunitense Allison Arnold. Da nuotatrice master ha vinto diversi titoli italiani ed anche europei. E’ ingegnera esperta di cyber security.
Sul fronte del centrodestra con Luigi Lobuono, abbiamo un’altra trasformista molfettese, campionessa di raccolta di voti, come Carmela Minuto, un passato nella Dc, già senatrice di Forza Italia con duri scontri con l’ex senatore e sindaco Antonio Azzollini, è poi passata alla Lega, seguendo il suo compagno Davide Bellomo (senatore di FI), per ritornare in Forza Italia, sempre al suo seguito. E’ assessore uscente al commercio dell’amministrazione Minervini sciolta dal Prefetto, dopo l’arresto del sindaco Minervini e le dimissioni di 13 consiglieri comunali.
Saranno poco meno di 600, 565 per l’esattezza, i candidati per complessive 12 liste in campo che si contenderanno i 50 seggi disponibili. La pattuglia più numerosa di candidati è quella del centrosinistra con 300 in corsa per uno scranno.
Il Presidente della Regione Puglia viene eletto a suffragio universale diretto, cioè votato direttamente dai cittadini. Vince il candidato che ottiene anche un solo voto in più degli altri (non è previsto il ballottaggio). Il presidente eletto ottiene automaticamente anche un “premio di maggioranza” per garantire una solida base in Consiglio regionale.
Viene proclamato consigliere regionale anche il migliore degli sfidanti non eletti.
Il Consiglio regionale è composto da 50 consiglieri, così distribuiti: 23 eletti con metodo proporzionale su base provinciale (collegi); 27 eletti con premio di maggioranza, assegnato alla coalizione del presidente vincente, che varia in base alla percentuale dei voti conseguiti. Se la somma dei voti validi supera il 40%, la coalizione vincitrice ottiene 29 seggi; tra il 35 e il 40% i seggi sono 28; con meno del 35% ottiene 27 seggi su 50. Per partecipare all'assegnazione dei seggi è necessario superare la soglia di sbarramento, fissata all’8% (dei voti di lista) per le coalizioni e al 4% (dei voti di lista) per le singole liste della coalizione.
La soglia di sbarramento per le elezioni regionali in Puglia è del 3% dei voti validi per accedere alla ripartizione dei seggi. Tuttavia, una coalizione di liste deve raggiungere l'8% per ottenere seggi provinciali, a meno che non superi il 12% con il totale dei voti di tutte le sue liste. Le liste che non raggiungono il 3% non ottengono seggi a meno che non siano collegate a un candidato presidente che abbia ottenuto almeno il 5% dei voti. La legge elettorale attualmente in vigore per il rinnovo del Consiglio regionale della Puglia è la Legge Regionale n. 2 del 28 gennaio 2005, modificata dalla Legge Regionale n. 5 del 30 aprile 2025.
Queste norme disciplinano l’elezione diretta del presidente della Regione e dei consiglieri regionali, introducendo anche la doppia preferenza di genere.
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