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Questa mattina convegno in Regione su Beniamino Finocchiaro A ricordare la sua figura umana e politica numerose personalità
18 dicembre 2006

BARI - Beniamino Finocchiaro, “un intellettuale poliedrico e un politico scomodo”. Le parole del presidente del Consiglio regionale, Pietro Pepe, hanno aperto, questa mattina, la giornata di studi dedicata all'uomo politico molfettese, deceduto nell'agosto del 2003, all'età di ottant'anni. Il convegno è stato promosso dalla Regione e dall'Università di Bari, ed è stato ospitato nell'aula consiliare di via Capruzzi che tuttavia non ha visto protagonista il Finocchiaro primo presidente dell'Assemblea consiliare pugliese, dal 1970 al 1975, perché allora le sedute si tenevano nella sala delle adunanze della provincia di Bari. Sindaco di Molfetta, presidente del Consiglio regionale, deputato, senatore, presidente della Rai, ministro al Tesoro nel governo Craxi, “uno dei protagonisti del socialismo pugliese e nazionale e dei primi anni della Regione”. Così lo ha ricordato il presidente Pepe, riassumendo i contenuti che “volle fossero punti fermi del primo Statuto regionale: partecipazione, cooperazione, iniziativa popolare, rigore finanziario, decentramento amministrativo”. “Fu padre dello Statuto, ma anche precursore dell'autonomia del Consiglio regionale”, ha detto ancora il presidente Pepe e se ha accantonato l'imparzialità è stato solo per farsi “partigiano della difesa del Mezzogiorno”. Coordinati dal prof. Nicola D'Amati, alla presenza della signora Elena Finocchiaro, di consiglieri regionali – col vicepresidente Mineo e l'assessore Guglielmo Minervini – parlamentari, autorità e studiosi, sono stati preceduti da un breve saluto del rettore dell'Università di Bari, Corrado Petrocelli. “La giornata – ha premesso – non si limiterà ad una rievocazione, tra storia e memoria, ma scaverà in profondità nel paradigma della sua vita, che contiene uno spaccato della storia italiana, delle luci, ombre, difficoltà, battaglie democratiche e ripiegamenti conservatori, se non autoritari”.(Nella foto del servizio stampa del consiglio regionale, un momento della manifestazione) Sul Finocchiaro impegnato a “depotenziare la burocrazia parassitaria ai tempi della sua presidenza Rai” indicato nell'intervento del rettore, è tornato nell'incisiva introduzione Rino Formica, altro “socialista” di spicco che si è detto legato a “Beniamino da una lunga stagione di comune e contrastata esperienza umana e politica”. “Difficile ridurre il suo pensiero straripante ed eclettico”, ha osservato l'ex parlamentare e ministro barese, ricordando l'impegno del socialista d'ispirazione salveminiana nel secondo dopoguerra, nella ricostruzione del Paese e dello Stato democratico, “lottando per il cambiamento del Mezzogiorno”. Le numerose relazioni hanno messo in luce il ruolo di attore della politica italiana, di amministratore e politico concreto e rigoroso, ha rilevato il prof. D'Amati. L'ex ragioniere generale dello Stato, Andrea Monorchio, ha messo in risalto il Finocchiaro riformatore della finanza pubblica, anche nella sua esperienza di “animatore” della commissione per la riforma del bilancio dello Stato, costituita dal ministro Giuliano Amato e presieduta prima dal prof. Massimo Severo Giannini, poi dallo stesso senatore pugliese, “innamorato di finanza pubblica”. Angelo Buscema, consigliere della Corte dei Conti, si è soffermato sul tema dei controlli nella gestione contabile delle risorse pubbliche. Massimo Pini ha ricostruito l'esperienza politica nella prima Repubblica, Pasquale Convito e Renato Guaccero hanno testimoniato il rapporto umano e professionale. Nel convegno si è parlato di Finocchiaro, ma anche di finanze, bilancio, leggi contabili. Si è accennato alla riforma della finanziaria statale: ha fatto il suo tempo, secondo i tecnici e i docenti che si sono avvicendati nel dibattito.
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