Quegli inutili e costosi pontili alla deriva spreco di denaro pubblico
La “Giunta Tommaso Minervini”, nei primi anni Duemila - Giunta di Centro Destra, sostenuta da due personaggi del calibro del senatore Antonio Azzollini (allora, solo senatore) e dell’on. Francesco Amoruso – “cantierizzò” un’opera all’interno del porto, in zona Banchina S. Domenico, consistente nella costruzione di un molo galleggiante destinato all’attracco di natanti turistici. Non solo, ma anche sulla vecchia banchina, sempre evidentemente allo scopo di favorire il turismo nautico nella nostra città, furono create reti elettriche e idrauliche, con apposite colonnine, destinate a permettere l’acquata delle barche da diporto ed a fornire loro anche energia elettrica durante la loro sosta nel Porto di Molfetta. E’ strano, ma evidentemente le Giunte di centrodestra ci tengono particolarmente ai porti in generale ed agli attracchi turistici, in particolare: fa tanto glamour!. Qualcuno potrebbe obiettare che forse sarebbe meglio “tenere” un po’ di più ad esigenze più spicce ed immediate della Popolazione comune …ma lasciamo perdere. I lavori si conclusero, nel 2005, avendo realizzato due pontili galleggianti altamente tecnologici, collegati fra loro da un altro pontile parallelo al molo; ai pontili si accede per mezzo di due passerelle, alle quali a sua volta si accede attraverso due artistici “portali” in acciaio zincato, sovrastati da una sorta di rosone con lo stemma della Città e la scritta CITTA’ di Molfetta Anno 2005 il tutto a futura memoria! (Ricordiamo ai lettori che Quindici, all’epoca, fu l’unico giornale a criticare questa realizzazione affi data a un improbabile assessore Nappi, che ebbe anche il coraggio di menare vanto per quest’opera. Il tempo ci ha dato ragione, come sempre). Ebbene, sostenere che l’opera realizzata, ripetiamo, con il preciso scopo di favorire la preferenza di Molfetta come porticciolo di attracco e sosta per la notte o per condizioni avverse ai natanti da diporto, o addirittura per creare a Molfetta un abbozzo serio di porticciolo turistico (pubblico?) abbia “assolto” la sua missione, ci pare esagerato. Facciamo un breve esame della situazione ad oggi, alla fi ne del 2010, a ben cinque anni dal completamento della struttura: I pontili: non abbiamo mai visto una barca da diporto attraccare alla struttura specializzata (quelle poche che “appoggiano” per la notte o per le avverse condizioni, a Molfetta, lo fanno alle banchine esistenti: parliamo di una barca ogni tanto). Mentre i pontili sono stati “colonizzati” dai gozzi dei barcaioli che, anziché ormeggiare come prima lungo la banchina S. Domenico, trovano forse più comodo farlo là. Vi depositano le reti, le bancarelle sgangherate che servono loro per vendere il pescato e quant’altro. Le colonnine di servizio (acqua e corrente elettrica): mai usate! Anzi, i soliti buontemponi ladruncoli, hanno subito provveduto a portar via i volantini dei rubinetti a sfera delle prese d’acqua. E meno male, perché probabilmente, lasciandoli in loco, forse avrebbero indotto i soliti buontemponi ad aprire i rubinetti e far scorrere l’acqua …così, per divertirsi. Alcune colonnine, sono debitamente fracassate … così, tanto per non farci mancare nulla. Le passerelle di accesso dalla Banchina San Domenico: una, quella dell’accesso di levante (nome arbitrario coniato per distinguerla), giaceva – fi no a poco tempo fa – per metà in mare; adesso giace quasi completamente in mare, trattenuta da una corda. Dell’uso per il quale l’opera è stata “cantierizzata”, eseguita e PAGATA dall’Amministrazione (leggi dai Cittadini), neanche l’ombra! Ma questo, nella logica vigente nel nostro Paese, che vede continuamente la realizzazione di costose “cattedrali nel deserto” (un’immagine un po’ sovraesposta: per il caso specifi co, al massimo potremmo parlare di “chiesetta di paese”), a scapito magari di opere più necessarie, potrebbe essere accettato/tollerato come l’ennesimo errore di valutazione per il quale nessuno è mai stato chiamato a risponderne. E’ una vergogna, ma tant’è. Quello che invece dovrebbe far rifl ettere è il fatto che si costruisce un’opera di dubbia utilità, che poi, con grandiosi progetti successivi, viene addirittura danneggiata in modo diremmo irreversibile, sia dalle conseguenze dell’edifi cazione del nuovo porto (sono note le polemiche degli Armatori sui pericoli a cui sono esposti i pescherecci in porto, a causa della chiusura della diga Salvucci, quando c’è burrasca), sia dalla incoscienza ed inciviltà della gente, sia dall’incuria di chi dovrebbe “salvaguardare” un bene che utile o inutile, o meglio: utilizzato o meno per lo scopo per il quale è stato concepito, che viene lasciato INDECOROSAMENTE abbandonato a sé stesso. A questo punto, visto che le condizioni del manufatto, come mostrano le foto, è al limite della decenza, per non parlare dell’aspetto legato alla sicurezza, vorremmo suggerire (forse almeno per salvaguardare un po’ di decoro istituzionale) all’Amministrazione di rimuovere il “rosone” che suggerisce al “visitatore” chi è il responsabile, nel bene e nel male – evidentemente – di un tale scempio e di un tale spreco di risorse, quando poi si tralasciano opere ben più urgenti ed immediate. Abbiamo accennato a problemi di sicurezza. Vorremmo spiegare a che cosa ci riferiamo. Adesso, oltre alle amenità descritte sulle condizioni della struttura, da qualche tempo, probabilmente dopo una forte mareggiata, i pontili risultano scollegati, con le condutture dei cavi elettrici e dell’acqua strappate, i pontili medesimi, danneggiati a causa degli urti che subiscono continuamente fra loro, corrono il rischio di andare alla deriva nel porto, con la possibilità che durante le manovre notturne dei pescherecci, qualcuno staccatosi – adesso sono aff rancati, si fa per dire, con delle cime legate ed assicurate alla banchina San Domenico grazie ad alcuni pescatori che attraccano le proprie barchette - possa danneggiarne qualche scafo o peggio.
Autore: Tommaso Gaudio