Un traguardo importante è stato raggiunto nelle scorse settimane nell’annosa questione relativa al Pulo di Molfetta. In settembre, infatti, è stata siglata la convenzione tra la Città Metropolitana di Bari (proprietaria della dolina) e il Comune di Molfetta, per la rifunzionalizzazione del Pulo, in altre parole per il suo ripristino e messa in sicurezza. Nel provvedimento viene riconosciuta la rilevanza della dolina come «organica del sistema integrato della Preistoria molfettese insieme all’area archeologica dell’ex Fondo Azzollini e del Museo archeologico del Pulo nella Casina Cappelluti di proprietà comunale», quindi l’obiettivo sarebbe quello di inserirla nell’importante circuito preistorico del nostro territorio. Il provvedimento precisa anche le finalità da perseguire, legate indubbiamente alle peculiarità e al delicato equilibrio geomorfologico e naturalistico del sito: «conservazione della biodiversità floro-faunistica, dei caratteri archeologici, geologici, ecologici; valorizzazione del patrimonio ambientale, archeologico e paesaggistico; promozione di attività di educazione e sensibilizzazione alle politiche di rispetto e tutela dei sistemi del sito; valorizzazione dell’area mediante la creazione di un circuito archeologico integrato che veda strettamente connessi tra loro la dolina, il fondo Azzollini, il Museo Civico Archeologico del Pulo e, nel prossimo futuro, la Cava dei dinosauri e l’ex Convento adiacente alla dolina; organizzazione di azioni volte alla promozione turistica che valorizzino i punti di forza del sistema ambientale nel suo complesso e lo innestino nella rete turistica metropolitana e regionale; garanzia di custodia e tutela dell’area, del recupero e della valorizzazione dell’area e dei reperti archeologici». La convenzione delega il Comune a sviluppare il «progetto di rete e Stazione Unica Appaltante dell’intervento compreso nel Progetto di Rete “Terre di Bari Guest Card”, dal titolo “Rifunzionalizzazione del Pulo di Molfetta”». I costi sarebbero coperti da un finanziamento del Patto per la città metropolitana di Bari pari a € 200.000,00 e da un cofinanziamento del Comune di Molfetta per € 800.000,00. Il provvedimento prosegue: «il Comune di Molfetta è delegato a rivestire, in nome e per conto della Città metropolitana di Bari, il ruolo di Stazione Unica Appaltante. Si precisa che tutti gli interventi di natura infrastrutturale ricadenti nel Comune di Molfetta e di sua proprietà sono inseriti in una Programmazione strategica redatta dall’Ufficio Lavori Pubblici del Comune di Molfetta e saranno attuati dal medesimo». Inoltre «con la sottoscrizione della Convenzione, la Città metropolitana di Bari concede al Comune di Molfetta l’uso del Pulo, per una durata massima di anni 20, per la realizzazione delle attività finalizzate prioritariamente alla messa in sicurezza del sito e successivamente alla realizzazione delle attività di apertura al pubblico e gestione per tutta la durata della concessione». Il provvedimento è stato recepito dal Comune con una delibera di Giunta, sottoposta in seguito all’approvazione da parte del Consiglio comunale. La discussione si è tenuta in piena notte ma è stata comunque animata. A illustrare il provvedimento, il vicesindaco e assessore alla cultura e turismo Sara Allegretta, la quale ha confermato la volontà di valorizzare le preesistenze storiche e naturalistiche di questa città, mirando a una fruizione del sito in pieno rispetto dell’identità del luogo, che punti alla conservazione dell’ecosistema, dell’assetto morfologico e delle emergenze archeologiche e che possa assicurare la valorizzazione della dolina e di un sistema che miri a uno sviluppo turistico integrato e sostenibile. I lavori preventivati riguarderebbero, dunque, il ripristino della fruibilità di vialetti e recinzioni, la pulitura delle tettoie, il ripristino del blocco servizi e dell’illuminazione della strada di accesso alla dolina. Il sindaco Tommaso Minervini, rispondendo anche a richieste di chiarimenti da parte dei consiglieri di opposizione, ha precisato che gli 800.000,00 euro stanziati dal Comune di Molfetta provengono da leggi statali e sono destinati al “sistema Pulo”. «La nostra programmazione è relativa all’intero sistema» ha affermato il Sindaco, programmazione che comprenderebbe l’eventuale ripresa degli scavi oltre alla messa a sistema del museo. «Alla fine attraverso il bando ci sarà l’affidamento a un gestore unico; vogliamo poggiare questa gestione a livello più grande – ha aggiunto – a imprenditori della cultura specializzati nella gestione di questi siti archeologici». Di «nuovo inizio del sistema Pulo» ha parlato il consigliere Leo Binetti, nell’esprimere parere favorevole della VI commissione consiliare, di cui è presidente. Le opposizioni hanno, invece, espresso perplessità, con la consigliera Isabella De Bari che ha colto l’occasione per rilanciare l’idea di uscire dalla Città metropolitana (come proposto, del resto, nel programma del centro destra). Perplessità sono state espresse anche da parte dei consiglieri di sinistra (Natalicchio, Porta e Zaza), che hanno più volte chiesto di rivedere la convenzione per rendere più chiari i diritti e doveri delle parti. Un’altra richiesta più volte avanzata dagli stessi consiglieri è stata la redazione di un piano di gestione della dolina prima e dell’intero sistema poi e, nel frattempo, una «riapertura transitoria prima del grande bando», tenendo conto dei tempi lunghi della burocrazia. Palesemente soddisfatti i consiglieri di maggioranza, ai quali, per l’approvazione della delibera, si è unita anche la senatrice Carmela Minuto. Al termine della seduta consigliare, la convenzione è stata approvata con i 16 voti a favore dei consiglieri di maggioranza e della consigliera di opposizione Minuto, uno contrario (consigliera Isa De Bari) e l’astensione dei tre consiglieri di opposizione di sinistra (Natalicchio, Porta, Zaza). Nelle ore successive sono stati diffusi comunicati stampa nei quali l’Amministrazione riafferma la propria soddisfazione per il risultato raggiunto e le opposizioni di sinistra rimarcano i propri dubbi. Ma, al di fuori da ogni vis polemica, quale scenario si presenta? Sicuramente un passo avanti decisivo è stato compiuto: il Pulo per vent’anni viene affidato alla nostra città e sono stati stanziati fondi cospicui per la sua messa in sicurezza. Difficile, però, pensare a tempi brevi per la riapertura del sito, che è ormai chiuso dal 2013: bisognerà progettare gli interventi, bandire una gara per l’affidamento dei lavori, attendere i tempi tecnici che la normativa prevede, eseguire i lavori, predisporre un piano di gestione e metterlo a bando. Ottima è la proposta di candidare il sito a patrimonio dell’Unesco, come proposto dall’assessore Allegretta, ma sarebbe altrettanto utile far ripartire il procedimento per il riconoscimento del Pulo quale Sito di Interesse Comunitario (SIC), il cui iter era stato avviato diversi anni fa ma si è arenato dopo la chiusura del sito, come proposto dal consigliere Zaza. Positiva anche la volontà di dare vita a quello che, già nel 2007, veniva chiamato “sistema Pulo”, valorizzando un percorso legato alla preistoria e alla protostoria del nostro territorio. Condivisibile è l’opinione di quanti ritengono indispensabile avviare già l’iter per l’affidamento della gestione mentre sono in corso i lavori di rifunzionalizzazione poiché eventuali fasi di stallo potrebbero portare nuovamente a un rapido declino (la dolina ha bisogno di una continua e costante manutenzione ordinaria). Meno praticabile appare, invece, un ritorno «alla tradizione» richiamata da più parti. Il riferimento è a una bellissima manifestazione che veniva realizzata nella dolina alla fine degli anni Settanta del Novecento: il presepe vivente. In tanti (compreso chi scrive) ricordano l’atmosfera suggestiva e poetica che suscitava l’allestimento curato da un’associazione locale. Ma oggi risulta improbabile, se non impossibile, seguire tale modello come è, invece, stato proposto da diversi consiglieri comunali. Questo non per una sorta di snobbismo elitario o per sminuire il valore di quella iniziativa. Il presepe vivente veniva allestito lungo un percorso che seguiva le pareti, un sentiero che passava a fianco delle grotte nelle quali sostavano i figuranti, mentre sul fondo della dolina c’era un pergolato. La manifestazione venne sospesa perché il Pulo venne chiuso al pubblico a seguito del terremoto del 23 novembre 1980 (terremoto dell’Irpinia). La dolina è rimasta chiusa circa vent’anni, periodo in cui la vegetazione ha ripreso i suoi spazi, senza dimenticare il sempre attivo fenomeno carsico che, in un arco di tempo così ampio, ha modificato alcuni aspetti del luogo. Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila sono stati realizzati i lavori di messa in sicurezza e le campagne di scavo che hanno interessato sia la dolina sia il fondo Azzollini (i reperti rinvenuti in tali scavi sono custoditi presso il Museo Archeologico allestito nell’ex casina Cappelluti). Alcuni interventi hanno riguardato il ripristino delle strutture borboniche, riportando in luce il complesso sistema di vasche per la lisciviazione delle terre nitrose. Al termine degli interventi è stato redatto un piano per la sicurezza e per la gestione del verde, il cosiddetto Piano Bernardoni. In base alle linee previste nel piano, è stato tracciato un percorso per consentire ai visitatori di ammirare il sito in tutta sicurezza. Tale percorso è decisamente diverso da quello degli anni ‘70, mantiene una distanza minima dalle pareti della dolina e dalle strutture settecentesche. Sarebbe impensabile, dunque, realizzare un presepe come avveniva negli anni ‘70 alla luce delle normative legate alla sicurezza e alla geomorfologia del sito (va tenuto conto anche delle normative che regolano il numero di visitatori che possono accedere nei siti). La sensazione, comunque, è che si sia avviato un processo virtuoso che possa portare alla valorizzazione di Molfetta, ponendo le basi per un rilancio dell’economia cittadina legata a turismo e cultura. ©Riproduzione riservata
Autore: Isabella de Pinto