Pseudonimia, nomi e soprannomi molfettesi
Nei soprannomi “si esprime come una fonte inesauribile di creazioni lo spirito popolare, fissando qualità e difetti fisici e morali, circostanze e tratti caratteristici con nomi scaturiti da metafore affettive o caricaturali, o da storpiature significative di nomi propri”. Questo passo, tratto dall'«Introduzione» di Aniello Gentile al testo “Il soprannome nei documenti medioevali dell'Italia meridionale” (1959), tratteggia la natura del soprannome, che ha assolto molto spesso alla funzione di cognome, dopo aver perso il suo colore metaforico popolare. L'articolo “Alias. Breve excursus nelle identità sociali dalla classicità accademica alla modernità popolare”, atto conclusivo del “Convegno di dialettologia e linguistica”, tenutosi presso l'Ateneo di Bari a maggio 2008, è il dovuto contributo della dott.sa Tania Adesso alla ricerca toponomastica e onomastica molfettese, offrendo risalto al nostro passato da amare e rispettare. Quindici riporterà l'intero contenuto, in questo e nei prossimi numeri, relativamente ad alcune cognominizzazioni molfettesi, i soprannomi più comuni del nostro recente passato e gli alias dell'Apprezzo 1751, custodito nell'Archivio Storico, presso la Fabbrica di San Domenico. Infatti, la prima sezione dell'articolo tratta la “classicità accademica”, in cui la dott.sa Adesso, partendo dallo studio della “Pseudonimia” di Vincenzo Lancetti (successione di pseudonimi di autori ed accademici) esplicita il cosiddetto “nomarsi novellamente”, riportando, ad esempio, pseudonimi accademici, come: il Panormita, Iovianus, il Galateo, il Cariteo, riferenti rispettivamente al Beccadelli, a Pontano, al de Ferrariis e al Gareth. Allo stesso tempo, riporta il sistema romano dei “tria nomina” e il medievale “nomen unicum”: il Medioevo è il periodo in cui l'uso dei soprannomi si sedimenta, formando veri e propri indicatori sociali a livello popolare, alla stregua dei cognomi moderni, e arricchendosi di connotazioni non sempre avvertite come positive.
Autore: Marcello la Forgia