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Porto, varianti di progetto alla banchina e al molo su pali
15 dicembre 2010

Ancora una puntata per il nuovo porto di Molfetta, che annaspa nel fango del suo stesso fondale. «Parere preventivo» dell’amministrazione Azzollini per la variante del progetto esecutivo (approvato con delibera n.68/08) sulle infrastrutture della banchina, perché «sovradimensionato » il volume del centro servizi. «Attendiamo il parere e la condivisione progettuale della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il paesaggio di Bari, solo allora ci pronunceremo», ha spiegato a Quindici l’ing. Enzo Balducci. Un passaggio formale, dunque, con cui l’amministrazione «esprime parere favorevole per una progettazione ora all’attenzione della Soprintendenza». Bocche cucite, nessuna scheda tecnica, né prospetti né planimetrie: nessun’altra informazione rispetto a quanto approvato nella delibera G.C. n.275 del 15 novembre scorso. Della variante, solo indicazioni di massima La nuova progettazione mira a «trasformare il piazzale di accesso in uno spazio di valenza urbana e paesaggistica», si legge nella delibera n.275, oltre a «concepire il centro servizi come un’architettura iconica mediterranea capace di interfacciare sia con la città che con le funzioni legate ai flussi portuali». Si vorrebbe anche «razionalizzare i flussi della mobilità e il sistema degli accessi controllati» e «valorizzare le visuali verso la Basilica della Madonna dei Martiri e il Duomo di San Corrado», evitando gli errori della nuova Capitaneria di Porto, vero scempio della vista panoramica verso la Basilica della Madonna dei Martiri. Motivazioni tradotte «graficamente», risultato architettonico, logistico e urbanistico definito nella delibera n.275 «funzionale» e «più che accettabile», anche se «si attende il responso della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio». Oneri per la possibile esecuzione previsti nel quadro economico dei 72milioni di euro. Convenzione Arpa per il dragaggio Autorizzato dalla Regione il dragaggio di prima fase a maggio 2010, l’amministrazione Azzollini ha deliberato una convezione con l’Arpa Puglia (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente) per il controllo delle operazioni di dragaggio e scarico. Onere economico da 36mila per il «monitoraggio delle attività di dragaggio» e «dello stato del Posidoneto “S.Vito-Barletta”» e per il «controllo della qualità dell’acqua presso gli sfioratori della cassa di colmata» (allegati tecnici della delibera G.C. n.257 dell’11 ottobre scorso). L’opposizione, in un comunicato stampa del 26 novembre pubblicato su www.quindici- molfetta.it, aveva anticipato il dragaggio di un’area circoscritta, ancora oggetto dello sminamento bellico. Operazione «prevista per l’inizio del 2008» si legge nel comunicato, da finire nell’aprile 2009. «Promesse cadute nel vuoto» per l’opposizione, che si scaglia contro la foga politica del sindaco Antonio Azzollini nell’inizio dei lavori «in vista della precedente scadenza elettorale»: «sottovalutazione della presenza di residuati bellici nel porto» (oltre 7mila ordigni), che costa a Molfetta 7,8milioni di euro. Presto (quando?) in movimento la draghetta Vlandereen XVI, fossilizzata in un angolo da quasi un anno per uno sminamento che procede a passo di bradipo. Variante del molo e del ponte Adeguamento del ponte di collegamento e delle strutture del molo su pali disposto dal Comune di Molfetta, su parere tecnico dell’ing. Amedeo Vitone, docente del Politecnico di Bari, esperto di calcoli di strutture in cemento armato rispetto a eventi sismici (intervista a fianco). Maggiori restrizioni strutturali, soprattutto per le fondamenta, con lo scopo di «migliorare le condizioni di sicurezza strutturale dell’opera» e incrementarne affidabilità e durabilità dell’opera. Nuove regole dal D.M. del 14 gennaio 2008 (sostituito il D.M. del 14 settembre 2005, con cui era stato redatto il progetto esecutivo), per le strutture «a pendolo inverso», come quella del molo su pali del porto di Molfetta: opportuno, dunque, valutare l’obbligatorietà o meno di riprogettare il progetto esecutivo della banchina di N-W su pali e del ponte di collegamento, prima dell’esecuzione. Aggiornamento non obbligatorio, ma «se non si provvede oggi, prima della sua costruzione, un tardivo adeguamento, a opera già realizzata, risulterebbe di gran lunga più oneroso », spiega l’ing. Vitone nel paragrafo finale «Riepilogo e conclusioni» della relazione tecnica trasmessa al Comune il 27 settembre 2010, stralcio riportato nella delibera G.C. n.258 dell’11 ottobre scorso. Opera strategica e passibile di adattamenti funzionali, l’adeguamento potrebbe essere impossibile o pavere costi elevati, in caso di futurte modifiche obbligatorio e necessarie. Convenienza economica, dunque, ma anche affidabilità del sistema strutturale, se «scelte coraggiose e più costose», ma commisurate «alla salvaguardia di vite umane - chiarisce l’ing. Vitone - possono rivelarsi nel tempo appropriate e economicamente convenienti». La stessa amministrazione comunale «potrebbe essere chiamata a rispondere di non avere a tempo debito valutato anche scenari futuri».

Autore: Marcello la Forgia
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