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Porto di… polistirolo a Molfetta. La sporcizia dilaga e nessuno vede nulla, nessuno fa nulla
20 maggio 2012

MOLFETTA - Il porto, quello nuovo e quello vecchio: quanti motivi di riflessione offrono ai Cittadini che desiderano, anzi pretendono una Città dove si realizzino meno opere faraoniche e più opere orientate a far sì che il decoro urbano venga percepito – non solo da alcuni cittadini e dall’Amministrazione come un’astrazione – come una priorità. Specialmente quando le situazioni di non-decoro sono sotto gli occhi di tutti. Che cosa c’entrino i porti? Presto detto: il (porto) “di là da venire” ci dà crucci perché i lavori sembra non avanzino mai, il tempo passa, i problemi, per quel poco che trapela dalla società segreta  (quello che sembrerebbe l’A.T.I. che lo sta costruendo) e dall’Amministrazione, che se ne stanno occupando ormai da quattro anni sono di fatto muti e non informano i Cittadini che pagano i lavori. C’è sempre da risolvere il problema dell’Inquinamento per ordigni bellici e non è dato sapere per quanto ne avremo ancora.

Il porto attuale, ricovero dei Pescatori e delle loro barche, per quel che vediamo, ci fa vergognare di essere Cittadini di Molfetta!

Guardate le foto allegate, scattate all’indomani della burrasca di vento e pioggia che si è abbattuta su Molfetta nei giorni scorsi, e gustatevi lo stato del bacino del porto (quello vecchio), innevato di polistirolo!

Il porto “vecchio”: è arcinoto lo stato di inquinamento delle acque essenzialmente legato allo sversamento di idrocarburi, ai residui della pesca, allo scarico di acque meteoriche e non che dilavano le strade e poi finiscono  in mare e, ultimamente, anche allo scarsissimo ricambio delle acque del bacino portuale, conseguenza della chiusura della bocca di nord-ovest, per l’esecuzione dei lavori al nuovo porto. In alcune zone, in condizioni di calma piatta, le acque sono addirittura maleodoranti. C’è da dire che, malgrado l’inquinamento, c’è sempre un depravato che, al mattino armato di due secchioni, preleva l’acqua del porto per ravvivare il pesce che vende nel vicino “mercato minuto pesce”! E nessuno vede nulla e si accorge di nulla!

Abbiamo catturato le immagini che alleghiamo all’articolo, riprese in Banchina S. Domenico, in prossimità dei… moli turistici realizzati ed inaugurati nel 2005 dall’amministrazione Tommaso Minervini. Per onestà diciamo che mai abbiamo visto un natante turistico attraccare ai moli fatti con passerelle galleggianti; tanto è vero che essi sono adoperati come ormeggio per le barche dei pescatori addetti alla “piccola pesca”: un uso, comunque ce l’hanno. Per mancanza dell’uso a cui erano stati destinati, per la turbolenza delle acque del bacino durante le burrasche da nord e da ovest, che le fanno diventare forse più delle acque del mare aperto, per l’inesistente manutenzione, le passerelle si sono tutte sconnesse e non vanno alla deriva nel bacino solo perché qualcuno ha pensato bene di… ormeggiarle con spezzoni di corde.
Questo però non elimina lo sbattimento dei pontili fra loro che ha provocato la disarticolazione degli stessi e la rottura del cemento che avvolge i “galleggianti” costituiti da enormi blocchi di polistirolo. In una foto, la N° 1 vediamo uno dei blocchi di plastica, ancora imprigionato nella struttura del pontile. Esso, a causa del movimento del pontile medesimo, subisce il trattamento di un pezzo di… formaggio sulla grattugia: viene sbriciolato e spande le sferette di polistirolo in acqua.
La foto N° 2 ritrae l’effetto che le palline fanno attaccandosi sugli scafi delle barchette ormeggiate.
Le foto 3 e 4 sono forse le più sconvolgenti: ritraggono un altro blocco di plastica alla deriva che si è fermato, insieme con il… granulato, in una zona più vicina a Corso Dante: sembra un iceberg alla deriva, circondato da pezzi di ghiaccio; l’altra foto ritrae la zona più interna del porto, dove oltre a quello che si vede, durante le burrasche, si raccoglie tutto quello che il mare restituisce. Per la cronaca, i blocchi di polistirolo che sostengono i pontili, sono oltre cento; se due hanno fatto questo macello, immaginate un po’ voi quel ch succederà, quando anche gli altri si romperanno!

Mentre riprendevamo le immagini, en passant abbiamo ascoltato il commento di due signore (presumibilmente non di Molfetta) che esterrefatte – letteralmente, commentavano con un… “ma è vergognoso”!. Sì, lo è e noi ce ne siamo vergognati: la situazione è quella descritta.

Quindici, la Direzione i Redattori sono spesso tacciati di faziosità, invidia (di che cosa poi?) di pessimismo. Ma come si può non essere faziosi, pessimisti e, noi aggiungiamo, anche incavolati? Non sappiamo se la cosa riguardi la Capitaneria di Porto, l’Amministrazione, l’A.R.P.A., i VV.UU., i VV.FF., la Guardia di Finanza, i Carabinieri, l’ASL, l’ASM, la Multiservizi, l’Esercito, l’Aviazione o chi altri. Sappiamo solo che è una situazione (pontili alla deriva, inquinamento spinto nel bacino portuale, incoscienti che prelevano acqua – oh, i cartelli di divieto ci sono! ma chi li rispetta? – nevischio plastico galleggiante e chi più ne ha, più ne metta) insostenibile, sotto gli occhi di tutti noi benpensanti, ma troppo indaffarati per porre attenzione. Siamo solo capaci di spacciare la nostra realtà (per fortuna non tutto è così devastato) come quella di una Città operosa, felice, dove tutto va bene.

Se le altre situazioni, in parte descritte, relative all’inquinamento presente nel bacino portuale, potrebbero – dubitativo – essere attribuite a cause intrinseche dovute all’uso della struttura, alla sua ubicazione, al fatto che scientemente vi si scarica di tutto e di più, al fatto che la situazione, si spera transitoria, della chiusura della bocca di ponente, nel caso del polistirolo e del suo rilascio, siamo di fronte ad un evento che poteva essere previsto, conoscendo lo stato pietoso in cui versa la struttura del “porticciolo… turistico”, al fatto che non ha mai subito manutenzioni, all’abbandono e alla sua evidente pericolosità, nello stato in cui versa.

La speranza che ci spinge a scrivere tutto ciò è che almeno qualcuno, ripetiamo, non sappiamo chi – non certo la Cittadinanza che subisce solo lo sfregio – provveda a trovare una soluzione ad un problema che c’è, è grosso e minaccia di esserlo anche di più.

© Riproduzione riservata

Autore: Tommaso Gaudio
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