Porto delle nebbie: 47 avvisi della magistratura per presunti abusi e inchiesta in corso anche sull'appalto
Il “porto delle nebbie” torna a far discutere e a scuotere il Palazzo. I lavori per la costruzione del nuovo scalo commerciale di Molfetta, l’opera fortemente voluta dal sindaco di centrodestra sen. Antonio Azzollini che fi nora ha creato solo problemi, grattacapi ed esborso di denaro pubblico per risarcimenti danni per 7,8 milioni di euro a carico dei cittadini (vedi lo scoop di “Quindici” su questo risarcimento). Questa volta la giunta comunale è fi nita sotto inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Trani per i lavori al porto. Le accuse sarebbero di lottizzazione abusiva e danneggiamento ambientale. Ad essere indagati sarebbero 47 tra amministratori, funzionari del ministero dell’Ambiente e della Regione, oltre a tecnici comunali per presunti illeciti nelle procedure di affi damento dei lavori ed eventuali confl itti di interesse fra imprenditori, tecnici e amministratori comunali. La notizia è venuta fuori dopo la richiesta di proroga nella prosecuzione delle indagini avanzata dal sostituto Procuratore della Repubblica di Trani Antonio Savasta che ha chiesto più tempo per avere la possibilità di servirsi di consulenze tecniche di uffi cio. Nell’elenco degli indagati (vedi box) ci sarebbero fra gli altri il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Pietro Uva, gli assessori Anna Maria Brattoli, Mauro Magarelli, Giulio La Grasta, Enzo Spadavecchia e Leo Petruzzella, oltre alla consigliera comunale Carmela Minuto. Ad essi si aggiungono l’ex assessore Mimmo Corrieri, oggi city manager del Comune e il responsabile dell’Uffi cio tecnico ing. Enzo Balducci, che segue direttamente la vicenda del porto. Ad essere indagato è anche il sindaco Antonio Azzollini, il cui nome è venuto fuori insieme agli altri, ma dopo che la Procura di Trani avrebbe smentito il suo coinvolgimento come riferito in un articolo della “Gazzetta del Mezzogiorno”, è stato lo stesso senatore ad ammettere sullo stesso quotidiano barese di essere indagato, ma di non essere preoccupato perché ritiene che tutto fi nirà in una bolla di sapone: «la Procura farebbe bene ad occuparsi di reati seri». Per il sindaco si tratta di una semplice alga, la cui eventuale distruzione, a suo parere, non può fermare l’opera faraonica del porto «destinata a rilanciare il Sud, a dare posti di lavoro e permettere la realizzazione di importanti infrastrutture strategiche per lo sviluppo della città». Oggetto dell’indagine della magistratura è la distruzione di un’intera colonia di Posidonia, una pianta acquatica necessaria al ripopolamento ittico-faunistico dell’Adriatico, tutelato, perciò, dalla Comunità europea. I lavori del porto non avrebbero tenuto conto della presenza di questa colonia (o, cosa ancor più grave, che fi gurerebbe collocandola nel progetto molto più distante dalla zona interessata dai lavori, per evitare che questi potessero essere fermati od ostacolati) e per tale motivo, oltre ai dirigenti e tecnici comunali, sarebbero stati indagati anche funzionari del Ministero dell’Ambiente che avrebbero fornito le necessarie autorizzazioni. Di qui il reato di lottizzazione abusiva e danneggiamento ambientale. Ma l’ingegnere comunale responsabile del progetto, Enzo Balducci minimizza ed esclude abusivismi e irregolarità. Però esiste un’altra inchiesta, ancora più grave, che segue per la Procura di Trani il sostituto Procuratore Michele Ruggiero, per presunte irregolarità nell’aggiudicazione dei lavori. Come si ricorderà nelle scorse settimane più volte agenti del Corpo Forestale dello Stato si erano recati sia negli uffi ci comunali, sia negli studi di professionisti e tecnici legati all’amministrazione comunale per sequestrare documenti relativi sia ai lavori del porto sia ad altre indagini in corso in materia edilizia. Su questa vicenda, bocche cucite e segreto stretto per evitare fughe di notizie, ma non si possono escludere clamorosi sviluppi. Una bufera che coinvolge l’amministrazione comunale di centrodestra e che è destinata a clamorosi sviluppi in questa vicenda sempre più contorta del fronte del nuovo scalo commerciale che appare sempre più un porto delle nebbie e che, forse, è destinano a non vedere mai la luce. Ma c’è un terzo incomodo, Guglielmo Minervini, riconfermato assessore regionale della giunta Vendola con la delega proprio ai trasporti e la Regione non starà certo a guardare e potrebbe intervenire direttamente (il porto è regionale, non comunale) cambiando i progetti del senatore- sindaco e forse salvando anche la città da ulteriori indebitamenti per un progetto senza futuro.