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Piero de Nicolo: candidato alla Regione? Al momento, no
15 novembre 2009

Alle Primarie del Partito Democratico a Molfetta è stato confermato il successo della mozione di Pierluigi Bersani per la segreteria nazionale e di Sergio Blasi per quella regionale del Pd. Al loro referente locale l’avv. Piero de Nicolo abbiamo chiesto un’analisi di questo voto che ha registrato una grande partecipazione popolare ». Pierluigi Bersani per il nazionale e Sergio Blasi per il Regionale hanno vinto, ma quello che conta è che abbia vinto il popolo delle primarie. Qual è la sua analisi? «Ritengo che con la segreteria nazionale di Pierluigi Bersani e con quella regionale di Sergio Blasi il Partito Democratico possa riavviare un cammino politico diverso e più incisivo. Potremo tornare tra la gente e condividerne i problemi veri, mettere da parte la fumosità di alcune scelte di gestione del partito e riconsegnare il partito stesso al contributo determinante della partecipazione democratica di iscritti, militanti e simpatizzanti, cominciare – a partire dalla nostra città – una stagione di rinnovamento politico ed amministrativo. La elevata partecipazione alle primarie ci fa ben sperare nella voglia dei molfettesi di sostenere il Partito Democratico». A Molfetta, dove la sezione locale presentava uno dei candidati alla segreteria regionale (l’assessore regionale Guglielmo Minervini) ha vinto la mozione sostenuta dal suo gruppo. Chiederete la segreteria del partito o punterete ad una gestione unitaria? «La segreteria di Giovanni Abbattista è nata come una scelta unitaria e condivisa. Negli ultimi due anni, abbiamo avuto momenti politici esaltanti e risultati elettorali eccezionali, alcune incomprensioni e qualche irrigidimento politico. I momenti migliori sono stati quelli in cui si è lavorato insieme, senza pregiudizi e retropensieri. Un rinnovato impegno unitario sarebbe auspicabile ma alla base di questa possibilità dovrà, necessariamente, esserci un progetto di rinnovamento e rilancio della attività politica forte e condiviso. Mi piace immaginare un Partito in cui l’entusiasmo dei giovani incontri le esperienze dei meno giovani. Un partito che scopra e venga contaminato da quella grande parte della città che seppure meno “elitaria”, nella quotidianità politica, rimane la parte elettorale che fa la diff erenza al momento delle scelte. Vorrei che il superamento delle diff erenze sociali e culturali non sia mera aff ermazione di principio ma principio determinante della nostra attività politica. Il sistema elettorale “maggioritario” ci impone scelte il più possibile condivise». Dall’ esterno, i due principali gruppi che hanno costituito il PD (con le primarie del 2007) appaiono come separati in casa. Ritiene che si sia fatto ben poco in questi due anni, sia da parte del segretario che da parte vostra, per compattare le due anime del partito? «Abbiamo svolto i congressi del Partito e le Primarie. Si è conclusa una fase importante, ora è necessario guardare avanti. Non mi interessa quello che è stato sono aff ascinato dalle grandi cose che potremo fare, possibilmente insieme». È ormai nota a tutti la sua possibile candidatura alle prossime regionali. Non si rischia che, con due candidature forti, il Pd molfettese non esprima neanche un eletto a tutto vantaggio del centro- destra? «Allo stato, non ho chiesto alcuna candidatura alle “regionali” né mi è stata off erta. Sono orgoglioso di far parte, all’interno del PD, del gruppo - vicino al sen. Alberto Tedesco - che a brevissimo si occuperà di individuare una candidatura unitaria per le prossime regionali. Si tratterà di una candidatura, assolutamente, non attribuibile ad una città piuttosto che a un’altra, sarà la candidatura di un pezzo di partito importante e determinante. In ogni caso, la cosa più rilevante è che il P.D., anche a Molfetta, prenda quanti più voti e possibile. La partita delle regionali è troppo importante per non essere giocata fi no in fondo, senza tatticismi e senza escamotage veteropolitici ». Proporrà al segretario Blasi la ricandidatura di Nichi Vendola alla Presidenza della Regione? «Sergio Blasi sa benissimo, come me, che ogni ipotesi per la riaff ermazione del centrosinistra alle elezioni regionali non potrà che partire dal coinvolgimento protagonista di Nichi Vendola. Nel comunicato del PDL, che analizza le primarie del PD, si potrebbe capire che loro vedrebbero in lei il nuovo riferimento dell’opposizione cittadina con cui avere un dialogo meno scontroso. Si sente di assumere questa responsabilità o con questa opposizione c’è poco da interloquire? «Ho trovato il comunicato del PDL (e anche quello successivo della “Giovine Italia”) assolutamente esagerato nei toni e nel contenuto. Un comunicato scomposto e fuorviante. Premesso che i nostri avversari politici farebbero bene a non vedere le pagliuzze nei nostri occhi ma la pesanti travi che sbarrano la loro vista, ricordo a me stesso alcune antiche (forse purtroppo superate…) forme di galateo politico: durante i congressi di partito vengono invitati i segretari delle altre forze politiche all’apertura dei lavori congressuali. Terminata la relazione del Segretario uscente, gli esponenti dei partiti invitati vanno via. Tornano ad occuparsi di quanto accade in casa propria, lasciando il confronto interno ai legittimi interlocutori. In ogni caso, per rispondere alla parte fi nale della domanda: Nell’interesse della città si deve dialogare e interloquire con tutti. Sempre che tutti vogliano farlo…». Per eliminare ogni sospetto, da dirigente del PD locale, ritiene che si sono tenute primarie regolari, senza inquinamento del voto da parte di personaggi del centro-destra o ricorso a strumenti irregolari? «Fino a qualche settimana fa sembrava che le Primarie fossero la soluzione di tutti i mali del PD, ultima occasione per “ rifare” la politica. Le primarie – questo tipo di primarie – è stato richiesto da chi oggi (dopo il non brillante risultato) ne mette in dubbio la correttezza. Per me le primarie - che si sonno svolte correttamente e senza sotterfugi - sono un dato superato, io guardo avanti. Però, un ultima domanda sull’analisi del voto delle primarie fatemela fare: sono state le liste Blasi e Bersani a prendere troppi voti o le altre liste a prenderne meno delle aspettative?».

Autore: Roberto Spadavecchia
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