“Perduto Amor”, il film di Battiato a Molfetta
Nell'ambito della stagione teatrale del Comune
A pochi mesi dalla sua uscita, PerdutoAmor, il film di cui Franco Battiato è autore e regista, è arrivato anche nella nostra città. A presentarlo è stato proprio il cantautore siciliano, insieme al filosofo Manlio Sgalambro, sceneggiatore del film, durante l'incontro-dibattito organizzato dall'amministrazione comunale, nell'ambito della stagione teatrale autunnale, al cinema Odeon, che ha preceduto la proiezione. Battiato si è lanciato in questa avventura cinematografica con un animo da sperimentatore, con un vero e proprio spirito di scommessa.
Il film esce dai soliti canoni, soprattutto delle proiezioni americane, e si può definire “metafisico” perché tenta una strada completamente diversa. “Ci sono solo due momenti in cui si vive davvero: la nascita e la morte; tutto il resto è sogno interrotto da piccoli sprazzi di lucidità…”, è così che comincia PerdutoAmor; entriamo in una casa siciliana degli anni '50, un ambiente non molto lontano da quello vissuto dai nostri genitori.
Da qui prende vita la storia di Ernesto, ma la trama si interrompe, quasi svanisce per poi riapparire. Il regista preferisce indugiare sui dettagli e su alcuni aspetti che descrivono una particolare concezione della vita. Viene fuori in maniera preponderante il femminile, un tipo di femminile che si vede poco, una difesa della grazia, della complicità, del candore della donna. Niente scene di eros prepotente e innaturale, solo una lezione di tantra che evolve l'amore a cosa sacra e non profana.
Una lezione che quasi offre un pretesto per narrare la ricerca spirituale del protagonista che riceve lezioni di vita e di filosofia da maestri che accompagnano la sua infanzia e adolescenza. Finché un giorno Ernesto non decide di tentar fortuna fuori dalla sua Sicilia, a Milano. Qui il protagonista vive e affronta diverse esistenze: lavoratore, musicista e poi scrittore .
La musica non poteva essere tralasciata. Le immagini (che sembrano essere state “rubate” da un quadro di De Chirico) sono inevitabilmente associate alla musica, come se gli episodi prendessero forma dalle canzoni dell'artista e viceversa.
Il film non dimentica le origini siciliane del cantautore, ma non per questo si può definire autobiografico, ha precisato lo stesso artista. Gli odori e i colori della sua Sicilia si mischiano a luoghi idealizzanti, quasi inafferrabili perché lo sguardo è sempre destinato a spostarsi, ad andare oltre. Battiato ha confidato di essersi davvero divertito nel montaggio del film, ritenendo di fare ciò che era più giusto, senza forse troppo criterio e ha promesso di rifare questa esperienza. Difatti, prossimo impegno per l'autore, un film sulla vita di Beethooven.
Laura Amoruso