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Per il porto in arrivo 50 milioni di euro
10 settembre 2002

MOLFETTA – 10.9.2002 Sono in arrivo ben 50 milioni di euro,100 miliardi di vecchie lire per il porto di Molfetta. Fanno impallidire davvero i numeri da capogiro di cui da giorni si mormora in città. Un maxi finanziamento statale sarebbe alle porte di Molfetta. Destinazione, il porto. Ampliamento delle strutture esistenti, nuove banchine, smantellamento dei cantieri, viabilità e urbanistica stravolte in nome di un grande porto commerciale e turistico. Degno di competere con i più grandi scali portuali della regione. Un progetto mastodontico di rifacimento complessivo di tutta l'area portuale che di sicuro non sarà più la stessa. Non ancora noti al pubblico i modi in cui sarà erogato il finanziamento. Indiscrezioni parlano della possibilità, da parte del Comune di Molfetta, di accedere a un mutuo della durata di 20 anni. 63 miliardi di vecchie lire, l'importo complessivo dei lavori. Poco meno di 40 il valore degli interessi. Somme che lo Stato si impegnerebbe a coprire per consentire la realizzazione del nuovo porto di Molfetta. Come verrà utilizzato questo fiume di denaro che si appresta a fare ingresso nel porto di Molfetta? Molti pensano che si tornerà a rispolverare il vecchio Piano regolatore del porto, concepito ormai 15 anni fa. E' dal 1987 che la Regione custodisce questo grandioso progetto di ammodernamento della struttura portuale di Molfetta. Oltre 188 miliardi di lire, l'importo complessivo previsto allora per la realizzazione delle nuove opere. Di finanziamenti si parlò sin dall'anno successivo. Già nel 1988 il consiglio regionale deliberò una proposta di stanziamento di 44 miliardi per l'attuazione della prima fase del piano. Allacciamento alla S.S. 16, banchinamento del molo commerciale e dello specchio d'acqua nei pressi della basilica della Madonna dei Martiri, realizzazione del porto turistico. Opere fino ad ora rimaste solo sulla carta. E che nel tempo hanno lasciato posto all'amarezza e all'insoddisfazione di alcuni, ma anche al sollievo di altri: quelli che non hanno mai condiviso la mole gigantesca di interventi previsti dal piano. Ma le opere che secondo quel progetto dovrebbero interessare il porto non si fermano qui: prolungamento fino alla radice a terra della diga foranea, realizzazione dell'approdo turistico tra il molo Pennello e la nuova banchina commerciale, spostamento a mare dei cantieri, dragaggio dei fondali, predisposizione di una nuova viabilità che colleghi direttamente l'intero sistema portuale con le nuove aree produttive a ponente della città. Ma per tutti questi progetti, probabilmente, anche i 50 milioni di euro non sarebbero sufficienti. Meglio scegliere e selezionare le opere da realizzare. Adelaide Altamura
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