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Patimo (PD): colpo di scena sul bonus famiglia
12 gennaio 2009

MOLFETTA - "Il colpo di scena sul bonus famiglia c'è, ma si traduce in una doppia beffa. Da un lato, infatti, i termini per la presentazione delle domande "scivolano" al 28 febbraio e questo vuol dire che nessuno vedrà il bonus fiscale né nella busta paga di gennaio, né in quella di febbraio. Forse farà la sua apparizione a marzo, ma il grosso si sposterà verso la primavera inoltrata". Inizia così una lunga lettera di commento del consigliere del Partito Democratico, Saverio Patimo, ai bonus fiscali per le famiglie, che pubblichiamo interamente. "Altro che intervento per le famiglie in difficoltà a fine 2008. Dall'altro, le fasce restano quelle fissate dal decreto anti-crisi, ampiamente criticate nelle settimane scorse, perché i fatti dimostreranno (com'è già accaduto per la Social Card) che coprono una platea ben più ristretta di quella che è stata tanto pubblicizzata al momento del varo della misura (1.300.000 famiglie). Le famiglie anche con due soli figli faticheranno ad entrare nei paletti di uno slalom pressoché impossibile se si cumulano i redditi familiari. Il governo lascia solo il paese. Le misure sono assolutamente inadeguate. Le famiglie, le imprese, i lavoratori sono abbandonati in uno dei momenti più difficili della storia italiana. Non voglio fare allarmismi ma il testo che esce dalle commissioni Bilancio e Finanze ricalca quello approvato dal governo ed è del tutto insufficiente a rispondere alle necessità del paese. Una doppia beffa, il Bonus resta così com'è. Un provvedimento nato per aiutare le famiglie e che invece aiuta più i single e le coppie senza figli che le famiglie con figli. Il Partito Democratico e gli altri Partiti di opposizione chiedevano al Governo soltanto una rimodulazione dei tetti di reddito per superare questa evidente stortura, senza alcuna maggiore spesa per lo Stato rispetto ai due miliardi e mezzo di euro già stanziati. E questo è sembrato ragionevole ai più, dentro e fuori la maggioranza di governo. Ma ancora più grave è che non si riesce ad aggiustare le cose non per una scelta politica precisa ma per l'insipienza di una burocrazia che ha predisposto e distribuito i moduli della richiesta prima che il decreto fosse convertito in legge. A questo punto, il Bonus famiglia resta quello ipotizzato dal decreto anticrisi, con tutti i difetti già denunciati un mese fa. Infatti, se immaginiamo la classica coppia con uno o due figli, sarà proprio quella che meno potrà accedere allo sconto fiscale previsto dal governo per aiutarli a sopportare la crisi in corso. La proiezione è stata fatta dall'associazione nazionale dei CAF, realizzata su un campione di circa 200 mila famiglie. I favoriti saranno, invece, i pensionati soli, e in seconda battuta le coppie senza prole. Una vera contraddizione. Penalizzate le famiglie con uno o due figli Famiglia con 2 persone: limite reddito 17.000 euro. Bonus erogato 300 euro Famiglia con 3 persone: limite reddito 17.000 euro. Bonus erogato 450 euro Famiglia con 4 persone: limite reddito 20.000 euro. Bonus erogato 500 euro Famiglia con 5 persone: limite reddito 20.000 euro. Bonus erogato 600 euro Famiglia con più di 5 persone: limite reddito 22.000 euro. Bonus erogato 1.000 euro Famiglia con a carico un disabile: limite 35.000 euro. Bonus: 1.000 euro Se si pensa che il limite di reddito di 17.000 euro, con cui appena si sopravvive, vale tanto per le coppie sole quanto quelle con un figlio, si ha già il sentore che qualcosa non vada. E ancora, se consideriamo che con 3.000 euro in più si dovrebbe mantenere un secondo bambino, evidentemente lo sbarramento di reddito che ci troviamo di fronte è un parametro troppo limitativo. Secondo l'indagine dei CAF, infatti, se nei nuclei familiari di due persone ha diritto al bonus il 55,36% del campione, nelle famiglie a 3 o a 4 la percentuale scende a circa il 31%. In altre parole, solo 3 famiglie su 10 avranno accesso ai 450 o ai 500 euro previsti. 17.000 euro in due? Rientra a malapena un bidello Qualche esempio concreto. Sui 15.000 euro annui si aggira il reddito di un bidello neo-assunto, o lo stipendio di un metalmeccanico o di un operaio, alle prime armi. Basterebbe che la moglie avesse un reddito minimo, magari di 7.000 euro di un'infermiera part-time, per non rientrare più nella fascia prevista dal bonus. Diverso il discorso per i pensionati soli, che saranno la categoria più favorita, con il 74% del campione che rientra nei parametri del bonus. Se si pensa che in Italia la pensione media dei lavoratori dipendenti è di 9.000 euro, è chiaro come questa categoria sarà la più soddisfatta; mentre se i pensionati si considerano in coppia, la percentuale scende. Se pensate, nonostante il quadro non proprio ottimista, di poter rientrare tra gli 8 milioni di italiani a cui il governo ha calcolato verrà erogato il bonus, vi ricordo che potranno averne diritto i lavoratori dipendenti con famiglia (minimo due persone), i pensionati (anche soli) e i non autosufficienti; e anche una quarta categoria colf, badanti e disoccupati. Mentre ne rimarranno esclusi i lavoratori autonomi, piccoli imprenditori e professionisti, in pratica tutti coloro che sono in possesso di partita Iva. Se poi vi state chiedendo come fare a capire se il vostro reddito rientra nel limite per poter fare domanda, sappiate che il reddito familiare complessivo si calcola con la somma dei redditi complessivi di tutto il nucleo, sensibilmente superiore all'imponibile IRPEF a cui si sottraggono gli oneri deducibili. Prendendo come esempio una coppia di lavoratori dipendenti, il loro reddito complessivo sarà la somma dei due moduli CUD (i redditi da lavoro lordo), a cui vanno aggiunte eventuali rendite catastali e immobiliari. Mentre se prendiamo in esame una famiglia composta da una madre divorziata, al reddito da lavoro va aggiunto l'eventuale assegno di mantenimento (escluso quello per il figlio), che invece si sottrae nell'imponibile IPEF dal reddito complessivo. Una volta accertato che si rientra nelle fasce per il bonus famiglia, il passo successivo è presentare la domanda. Che per tutti i lavoratori dipendenti va consegnata al proprio datore di lavoro, per i pensionati all'INPS o all'Ente erogatore della pensione, mentre colf, badanti e disoccupati dovranno farne richiesta all'Agenzia delle Entrate. I tempi della richiesta e la ricezione del bonus Per la domanda si può fare riferimento tanto al reddito del 2007 quanto quello del 2008, eventualmente peggiorato con l'avanzare della crisi, ma a seconda della scelta e della categoria in cui si rientra cambieranno i tempi di presentazione della richiesta. Nel primo caso (reddito 2007), se si è pensionati o dipendenti, la domanda va fatta entro il 28 febbraio 2009, mentre se il soggetto di riferimento è l'Agenzia delle Entrate, si avrà la possibilità di procedere per via telematica entro il 31 marzo 2009. Se ad erogare il bonus sarà l'Agenzia delle Entrate, si avrà tempo fino al 30 giugno 2009, mentre negli altri casi lo scadenza è fissata per il 31 marzo 2009. A quando i soldi? I rischi di aspettare 3 mesi o prendere solo una parte dei soldi Ora non ci resta che aspettare il bonus, che arriverà a distanza di un mese dalla presentazione della richiesta, se si tratta di dipendenti; due nel caso di pensionati. Ma una domanda a questo punto è d'obbligo. Per i lavoratori i soldi saranno erogati dal datore di lavoro (e poi rimborsati dallo Stato), in base ai contributi e il monte delle ritenute disponibili. In altre parole, c'è il rischio che l'azienda non abbia la liquidità necessaria per il bonus. Che succede in questi casi? il rischio è da escludere per l'INPS, ma possono esserci casi, anche se non frequenti, per chi lavora in piccole aziende, con due o tre dipendenti. In questo caso il bonus verrà erogato in base alla presentazione della domanda nell'azienda, e se non ci fosse una cifra sufficiente, il lavoratore potrà ricevere un bonus parziale, o aspettare fino al mese successivo. I soldi arriveranno comunque, bisognerà solo aspettare un po' di più".
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