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Pasquale Mancini: voglio dare una svolta alla città guardando al futuro
15 settembre 2017

Già segretario del Pdl con l’ex sindaco Antonio Azzollini, assessore comunale e presidente Asm, Pasquale Mancini, 55 anni, assicuratore, coniugato, 2 figli, dopo essersi candidato a sindaco con la lista “Officine Molfetta” alle elezioni amministrative, pur restando berlusconiano, ma allontanatosi dal senatore azzurro, ha poi deciso di confluire nella coalizione delle liste civiche che hanno sostenuto il candidato sindaco Tommaso Minervini. Non è riuscito ad essere eletto consigliere comunale, perché nella sua lista è stato superato da Antonio Ancona che ha ottenuto 365 voti contro le sue 172 preferenze, ma è stato nominato assessore dal nuovo sindaco con deleghe a marketing territoriale, commercio, sicurezza e protezione civile e quindi anche della polizia municipale. Assessore Mancini, dopo essersi dichiarato “basito” dalla candidatura a sindaco di Tommaso Minervini nella precedente intervista, come si trova a lavorare nel suo entourage? «Riconosco al nostro sindaco un approccio stakanovista, egli lavora 12 ore al giorno, io dalle 7 alle 9 ore al giorno. Gli ho sempre riconosciuto la qualità di essere un grande lavoratore, nonostante avessimo due approcci e due orientamenti politici diversi. Riconosco che con “Officine Molfetta” ero solo, mi ritengo dotato di sensibilità e l’ho scelto non perché vincente ma perché convincente». Cosa si intende per marketing territoriale? Copre anche la competenza di altri assessorati, tipo Lavori pubblici? «Significa flusso, nel mio caso flusso di attenzione per gli stranieri e per coloro che non conosco la nostra splendida città. Il mio marketing territoriale è composto da un presidio slowfood, possibilmente dop deciso in base all’opinioni dei 3 chef stellati molfettesi per promuovere la cultura culinaria di Molfetta; un tavolo tecnico perenne per il settore agroalimentare, in modo da poter partecipare anche ad eventuali eventi come “Vinitaly”; un evento fantasmagorico sul mare, peculiarità del nostro territorio; l’organizzazione di mostre d’arte; la seconda edizione dell’evento “Fermento antico”, che l’anno scorso attirò e intrattenne piacevolmente la cittadinanza locale e non. Non copre altri assessorati, ognuno ha la sua funzione, ma ogni assessorato interagisce con gli altri». Come intende coordinare il suo lavoro nei vari campi di sua competenza? «Avete presente il logo di Officine Molfetta? Tante perpendicolari che si incontrano in un solo punto. Voglio dare una svolta alla nostra città, guardando al futuro, in pieno spirito di servizio perché il mio mandato finirà e vorrei lasciare qualcosa di buono al prossimo assessore e un bel ricordo del mio assessorato. Ho effettuato 28 giorni di brainstorming per sentire le proposte di chiunque avesse qualcosa da dire, voglio coinvolgere tutte le risorse migliori in ogni campo di competenza e voglio soprattutto focalizzare l’attenzione non sull’immondizia che sporca la nostra città, ma sulle sue bellezze». Come vede la città? La pulizia lascia ancora a desiderare. «Dalla verifica dei dati solo il 2-3% della popolazione non collabora, quindi la campagna della raccolta differenziata non sta andando per niente male anche se si potrebbe fare di meglio, a tal proposito la Polizia Municipale sta monitorando il territorio, nei casi dove è necessario fa contravvenzioni. In ogni modo, ho intenzione di stipulare una convenzione con la Gepa (guardie ambientali) e le Guardie Forestali». Nel commercio è sempre più difficile riuscire a riportare in centro i cittadini per la concorrenza dei centri commerciali. Servono più isole pedonali, più parcheggi, più attrazioni, più cortesia ed educazione da parte dei negozianti, ma anche prezzi più bassi. Non crede? «Monitorando il commercio di Molfetta ho notato che ha un andamento altalenante e non credo che la causa siano l’Ipercoop, Mongolfiera o il Fashion District ma la mancanza di efficienza da parte dei commercianti. Non esistono aree pedonali e, purtroppo, non c’è adeguamento alla modernità. Ho intenzione di stipulare un piano strategico di commercio con Confcommercio e Confesercenti, ovviamente sperando in un atteggiamento più volitivo ed accomodante da parte dei commercianti molfettesi». La sicurezza diventa sempre più un problema, auto che bruciano, furti di automobili e in appartamenti, mentre qualcuno propone i vigilantes di quartiere. Lei che propone? «Dai dati raccolti le auto rubate sono due al giorno; le centrali di spaccio sono tre, ma per fortuna non c’è racket. Bisogna coadiuvare le forze della buona comunità con le istituzioni. Saranno presenti nuovi “occhi sul territorio” con alcuni vigili in moto; saranno aggiunti 55 punti di osservazione e saranno ridistribuiti i poliziotti locali. La miglioria maggiore da fare è un potenziamento dell’organico con la collaborazione della Guardia di Finanza con cui ho intenzione di stipulare una convenzione sull’evasione fiscale». Vigili urbani, nota dolente, sono troppo pochi e male addestrati, troppo tolleranti e scarsamente prepararti alle nuove funzioni. Sono anche invisi alla popolazione. «Effettivamente i vigili urbani sono pochi: sono 38 di cui 14 addetti al traffico ma non sono male addestrati, anzi sono anche fiscali e puntuali nel loro lavoro, il problema è che non sono motivati. Seguono costanti corsi di aggiornamento, ma si chiedono per quale causa, visto il loro ruolo marginale nella società. Se la cittadinanza collaborasse di più, tutto funzionerebbe meglio. Per i vigilantes sono scettico, per carità sono contento che la popolazione protesti perché vuol dire che c’è interesse, ma deve anche muoversi e dotarsi di civismo programmatico». Protezione civile, come organizzarla, dopo la brutta figura fatta con l’emergenza neve? «Io sono stato presidente del SerMolfetta e so che non è facile coordinare la prevenzione/ previsione con l’intervento e il post-emergenza, ma ho intenzione di istituire anche per questo tema, un tavolo permanente per fronteggiare qualsiasi tipo di emergenza con personale e volontariato organizzato e pronto ad intervenire».

Autore: Marina Francesca Altomare
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