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Parteciparco, come restituire a Molfetta il parco Baden Powell abbandonato ai vandali dall'incuria della passata amministrazione di centrodestra
23 febbraio 2015

MOLFETTA – Rete, spazio d’interesse, progettualità e sostenibilità. Sono tutti sinonimi che convogliano in un unico e grande progetto denominato ParteciParco e volto alla riqualificazione di uno dei polmoni verdi della città dedicato a Baden Powell, meglio conosciuto come Parco di Mezzogiorno, abbandonato ai vandali dall’incuria della passata amministrazione di centrodestra, con grande spreco di denaro pubblico.

Dopo la prima fase operativa, svoltasi tra novembre e dicembre e dedicata alla raccolta da parte dell’associazione XScape di idee e aspettative dei fruitori, l’Amministrazione Comunale di Molfetta ha promosso un incontro presso l’aula consiliare “G. Carnicella” - Piazza Municipio con l’obiettivo di presentare pubblicamente i risultati del Laboratorio mobile di progettazione partecipata sul futuro di uno spazio donato alla città tempo fa ma mai collaudato.
A fare il punto della situazione ci ha pensato la dott.ssa Patrizia Pirro, professionista esperta di urbanistica. Attraverso un report assolutamente dettagliato ed esplicativo ha spiegato che la metodologia usata agli albori del progetto ha tenuto in stretta considerazione la stimolazione dell’immaginario dei cittadini, il coinvolgimento di chi solitamente non partecipa (bambini e anziani, soprattutto) e la possibilità di unire competenze e conoscenze per apportare nuovi contributi tali da rendere il progetto quanto più performante possibile. Dopo aver stabilito le linee guida ha preso avvio la vera e propria fase laboratoriale svoltasi in modo itinerante in cinque tappe in giro per la città e nelle scuole “San Giovanni Bosco” e Liceo Scientifico “Albert Einstein”.
Con l’ausilio di gazebo di alto design, creati per stimolare e favorire l’interattività, è stata sottoposta ai passanti una mappa dei desideri con annesso un abaco di funzioni, attività e caratteristiche organizzate in quattro gruppi: forme del verde, attività del tempo libero e cultura, sport e gioco all’aria aperta, servizi e attrezzature. Ognuno di questi segmenti è stato iconizzato con pedine di diverso colore che potevano essere posizionate, a seconda dell’importanza che ciascuno conferiva ai diversi aspetti presi in considerazione, su un lucido che rappresentava la mappa del parco. È emerso che al variare della zona di interazione, variava anche l’utenza che si interfacciava con gli esperti e soprattutto cambiavano le necessità e le aspettative rispetto al progetto. Ad esempio le famiglie, maggiormente presenti nella zona del Corso Umberto e in Piazza Municipio, hanno posto l’attenzione sull’importanza di abbattere le barriere architettoniche per favorire l’accesso ai passeggini o a bambini con forme di disabilità ed anche di destinare ampio spazio al giardino, dotandolo di panchine al fine di creare un’area relax.
Le stesse necessità sono state rimarcate dagli anziani con i quali ci si è relazionati in via A. Salvucci, durante il consueto mercato settimanale. Mentre le giovani donne con bambini hanno manifestato altre necessità, ovvero l’importanza di dotare i servizi igienici di fasciatoii e destinare ampio spazio alle giostre per i più piccini. E ancora. Ai piedi del Sagrato della Chiesa Sant’Achille come anche nella zona dove si è svolto il rituale Mercatino S. Nicola, c’è stato un incontro massivo di bambini e adolescenti. I primi hanno focalizzato l’attenzione sulla stretta necessità di giochi non usuali ma avvincenti e avventurosi come ad esempio percorsi ad ostacoli, tunnel e tante altalene per evitare lunghe attese. Mentre i più grandicelli hanno richiesto la possibilità di fruire della connessione wi-fi e di dotare il parco di piste ciclabili, di un percorso per praticare il footing, di un’area destinata agli skater e un’altra per i graffiti. In più in via del tutto generale sono state richieste una zona destinata ai cani e una maggiore vigilanza anche attraverso l’ausilio di telecamere o di un guardiano al fine di incrementare la sicurezza. Un altro dato interessante ha riguardato lo scarso utilizzo di tesserine verdi, probabilmente perché è stato dato per scontato che all’interno di un’area verde ci sia la presenza di piante, alberi e prati. Ma non è tutto. Sono venute fuori anche altre idee come la progettazione di spazi per l’allestimento di sagre e mercatini e per ospitare un’area pic-nic. Sarebbe anche opportuno, a detta dei ragazzi del Liceo Scientifico “Albert Einstein”, poter ricavare un’area ristoro con annesso un bar. Inoltre, dato che il parco è dedicato al fondatore del movimento mondiale dello scoutismo, sarebbe assolutamente opportuno riservare delle aree per lo svolgimento di attività scout.

Dunque un mare di idee che ora occorrerà convogliare nella seconda fase di cui si è occuperà la dott.ssa Eleonora Adesso - dell’associazione XScape – attraverso la definizione di linee di indirizzo al fine di giungere ad un modello gestionale che possa garantire una corretta funzionalità dell’area in questione e che potrà eventualmente essere riproposto per il coordinamento di altri spazi all’interno della città. Certo non è un lavoro semplice. Ma la dott.ssa Adesso, insieme al suo team, sembrano avere le idee molto chiare. Non verrà più utilizzato un modus operandi consuetudinario in cui il fornitore eroga un servizio e il fruitore ne gode. Ma sempre in concordanza con l’idea di un’attività partecipata – perché come ha ricordato l’assessore Giovanni Abbattista «le opere pubbliche non sono dell’Amministrazione ma della città e dei cittadini» - si opterà per un paradigma che coinvolgerà tutte le forme di aggregazione sociale (associazioni, imprese sociali cooperative, imprese private, gruppi informali e singoli cittadini) presenti a Molfetta sul tema di come gestire il parco, manutenzione compresa. Una grande sfida se si considera che l’estensione dell’area è pari a 28mila mq.

Il progetto si è concluso con un workshop nella sala conferenze Sede Comunale di Lama Scotella, via Martiri di via Fani. Sono stati elaborate collettivamente ipotesi di gestione sostenibile del parco, garantendone l’uso e la fruizione pubblica e stimolando la creazione di reti di soggetti attivi sul territorio.

Insomma un programma assolutamente ambizioso che, come ha sottolineato il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, servirà oltre che a riqualificare il Parco Baden Powell anche a far uscire la zona 167 dalla periferia e restituirle la centralità che merita.

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Autore: Angelica Vecchio
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