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Paola Natalicchio, ex sindaco di Molfetta candidata alle Europee alla 7 (Tagadà): serve più solidarietà sociale
Paola Natalicchio alla trasmissione Tagadà sulla 7
24 maggio 2019

MOLFETTA – L’ex sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, candidata alle elezioni europee con la lista “La Sinistra” è intervenuta in un dibattito sulla 7 al programma “Tagadà”, insistendo sulla necessità della realizzazione di un’Europa che punti alla solidarietà sociale per far fronte ad una situazione di impoverimento delle popolazioni del Vecchio Continente e dell’Italia in particolare con la politica del governo gialloverde.

Non è l’euro che preoccupa, secondo la Natalicchio, ma il crollo del potere di acquisto dei nostri salari e l’assenza di un sistema di protezione europeo, che è mancato dopo la crisi del 2008, e quindi è entrata nelle tasche dei cittadini. E questo per l’assenza di un welfare unico europeo e degli strumenti di attuazione di questa solidarietà sociale: qui è mancata l’Europa unita.

Di qui la necessità di garantire un salario unico europeo, perché il reddito di cittadinanza del Movimento 5 Stelle è solo uno scarabocchio arrivato in una versione posticcia e pasticciata. Infatti non può essere considerato uno strumento di protezione sociale soprattutto per la generazione dei lavoratori precari intermittenti che non hanno mai conosciuto un contratto a tempo indeterminato.

Gli italiani in Europa pagano le tasse universitarie più alte con una disoccupazione giovanile ai massimi livelli, mentre in Germani queste tasse non si pagano e ci sono anche fondi per il diritto allo studio. Allora che Europa unita è questa? Si è chiesta Paola Natalicchio.

Sul fronte dell’emigrazione l’attacco a Salvini e al governo gialloverde è netto: si tratta di pura demagogia quella che blocca l’immigrazione perché esiste un diritto internazionale alla mobilità dei popoli. Tra l’altro i migranti non arrivano qui per una voglia di viaggiare per l’Europa, ma per 3 ragioni: scappano dalla fame, dalla guerra o da cambiamenti climatici. In ogni caso il diritto alla mobilità internazionale va garantito, senza spaventare gli italiani con l’idea che fra i migranti ci siano terroristi (che non rischiano la vita per attraversare il mare). E’ solo vergognosa la politica della Lega Nord e di Salvini, il quale non si è mai presentato in aula nel Parlamento europeo, quando si discuteva della riforma di Dublino sui migranti.

E poi il ministro della paura parla di famiglia, mentre in realtà è contro, perché vieta il ricongiungimento delle famiglie dei migranti, molti dei quali sbarcano in Italia non per restarci, ma per raggiungere i parenti negli altri Paesi dove ci sono i loro legami affettivi.

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