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Paola Natalicchio: a Molfetta ha vinto il centrosinistra L'amministrazione non si cambia e ora vada avanti compatta. Le critiche del Pd? Non le capisco INTERVISTA ESCLUSIVA. Elezioni Regionali parla il sindaco
15 giugno 2015

La tempesta delle regionali è alle spalle ma il vascello del centrosinistra non sembra navigare ancora in buone acque. Dopo una campagna elettorale divisiva e rissosa giocata sempre sul crepaccio della polemica e dell’invettiva si preannunciano altri giorni difficili per il sindaco Paola Natalicchio che deve fronteggiare l’offensiva del “nuovo” Pd di Piero de Nicolo che chiede un cambio di passo nell’azione amministrativa e nuovi spazi di rappresentanza. Mentre si preannunciano ore decisive per la maggioranza il primo cittadino accetta di analizzare il voto con noi di “Quindici”, facendo anche il punto su cosa accade in città e auspicando che il centrosinistra possa tornare unito e vincente come nel 2013, rinunciando a parlarsi solo ed esclusivamente dalle colonne dei giornali e dagli schermi delle tv, lasciando da parte la polemica politica. Sindaco, cosa ci hanno detto le urne delle regionali? Chi le ha vinte in città? «Le ha vinte il centrosinistra. Il risultato di “Noi a Sinistra”, del Pd, di Rifondazione Comunista e i voti dei Cinque Stelle (un elettorato culturalmente legato più al centrosinistra) in un contesto di astensionismo racconta che il centrodestra dopo due anni di governo nostro è in declino. Il senatore invece è ancora presente malgrado Tammacco e i suoi abbiano cercato di arginarlo. E’ innegabile che ha vinto il consigliere regionale espresso Guglielmo Minervini e chi ha creduto che Molfetta non potesse rimanere senza un consigliere regionale e per questo si è battuto. Il resto sono analisi tipiche del post elettorale in cui ognuno fa la matematica che gli serve». L’astensionismo è stato particolarmente rilevante... «Mi mortificò già in occasione delle europee ma non mi sorprende, purtroppo. La campagna elettorale è stata molto brutta, nella quale abbiamo pagato soprattutto a Molfetta la modificazione genetica dello schema, il trasformismo legato a un perimetro modificato con 7 consiglieri di centrodestra che sostenevano il capogruppo di Forza Italia candidatosi a sinistra. Una brutta immagine della classe politica cittadina. Il centrosinistra inoltre si è molto diviso e questo ha fatto il resto». Il Pd canta vittoria: parla di un grande risultato inferiore a quello di “Noi a Sinistra per la Puglia” di soli 3 punti percentuali «Sottolineo la mia grande soddisfazione come capo della maggioranza per i risultati elettorali sia del Partito Democratico e sia di Rifondazione Comunista gli altri parti di maggioranza che non confluivano su Guglielmo Minervini. Il risultato di Rifondazione comunista è un buon risultato che racconta un radicamento importante in città che è anche un riconoscimento al partito che si è impegnato su temi importanti come quello dei rifiuti. Il Partito democratico, il primo partito d’Italia, prende complessivamente 2.800 voti, sulla candidata di circolo, nuova e coraggiosa che stimo molto per l’impegno profuso, sono confluiti 1.500 voti e mentre 750 voti sul simbolo, quindi puro voto di opinione. Sono sorpresa dalla recente conferenza stampa del Partito e le uscite televisive delle ore successive». Piero de Nicolo invita a tener conto del peso dell’addio di Guglielmo Minervini. «Bene, quindi prendiamo atto che il Pd senza Guglielmo si svuota di oltre 2/3 dei suoi voti». Saverio Tammacco è fuori dal consiglio, ma porta a casa 9.000 voti. Tra di voi ci sono state scintille, per usare un eufemismo. «Saverio Tammacco è stato molto gentile. Mi ha telefonato, una telefonata lunga e garbatissima nella quale mi ha sottolineato come il nostro fosse un duello solo politico e non personale e mi ha rivolto gli auguri riconoscendo la vittoria di Guglielmo Minervini eletto al consiglio. Ha quindi contestualizzato il suo sforzo politico. Ha cercato di aggregare attorno a se tutte le forze che non stanno col senatore per cercare di ricostruire un centrodestra diverso, nuovo. E’ un tentativo che riconosco, ma la criticità strutturale del suo progetto è che ha cercato di realizzarlo entrando nel centrosinistra pur volendo rimanere punto di riferimento del centrodestra. Così ha perso il voto di opinione del centrodestra, perdita che gli è stata fatale. Il tentativo di modificare geneticamente il perimetro della competizione elettorale non ha funzionato». Legate a Saverio Tammacco ci sono state anche polemiche su elettori della Bat che hanno votato in città. «Si è trattata di una manovra tecnicamente legale, ma politicamente spregiudicata. A Molfetta abbiamo avuto nelle urne biscegliesi e barlettani che fanno i rappresentanti di lista dei Verdi senza che i Verdi abbiano preso voti. Saverio Tammacco da esperto animale da competizione elettorale è riuscito ad ottimizzare tutti gli spazi per ottenere le preferenze, anche muovendosi al meglio nel regolamento elettorale». Intanto Piero de Nicolo insiste: chiede le sue scuse per alcune dichiarazioni fatte in un comizio elettorale. Sindaco, lei chiede scusa al Partito Democratico? «No, non chiederò scusa. Non ho niente di cui chiedere scusa perché non ho detto mai nulla di offensivo contro il Pd. In quel famoso comizio con Nichi Vendola ho semplicemente detto qualcosa che ribadisco: che sul tema dell’urbanistica io non credo che dobbiamo lasciare il discorso pubblico sulla bocca di Lillino Di Gioia e Annalisa Altomare. Per mesi abbiamo cristallizzato una caricatura: che presso costruttori e imprenditori edili avesse più diritto di parola il gruppo di Piero de Nicolo rispetto al sindaco. Polemica sostenuta da Mariano Caputo sull’edilizia bloccata ha trovato forte sponda in questo gruppo politico. Io voglio solo rivendicare quanto di buono fatto sull’urbanistica. Perché loro parlano di edilizia (quindi di palazzi), io di urbanistica (quindi di territorio)». Proprio questo è uno dei temi che se- condo il Pd necessita di una revisione. Serve cambiare marcia... «Credo che questo sia uno dei punti di programma che abbiamo maggiormente centrato perché siamo riusciti a tenere insieme sia la risoluzione di nodi legati al Prg vigente e quindi a sbloccare la maglia mercato, il comparto 17 e la maglia C6 oltre il 3 e il 5 sbloccati nonostante il ricorso dei privati. Poi abbiamo riavviato la pianificazione che era ferma con il piano delle coste, Pums, Paes, avvio ragionamento sul Pug. Su questo sarò inflessibile e sono sicura che da Piero a tutto il resto della maggioranza avrò sostegno. Dico no ad un piano dei servizi da applicare al Prg esistente. Facciamo subito il Pug, partiamo con questo. Quindi quello previsto nel programma è stato rispettato: sbloccare comparti e avviare la pianificazione. I permessi a costruire da mesi stanno uscendo dagli uffici, andate a verificare». Ci sarà una variazione nella distribuzione degli assessorati? «Ultimamente ho notato che la contabilità del partito democratico è cambiata. Dicono che due assessori del Pd non lo rappresentano più: Rosalba Gadaleta e Giovanni Abbattista. Voglio ricordare in modo preciso che Rosalba Gadaleta non è stata indicata dal Pd, non rappresenta il Pd. E’ stato un nome mio, è un assessore tecnico che il partito non ha mai rivendicato. Il Pd ha nella giunta due assessori e un presidente di una partecipata. Così era e così è. Stesso discorso per Marilena Lucivero. Sono assessori tecnici che il sindaco rivendica e li rivendica fino al 2018. Sono assessori tecnici che consentono alla giunta di avere un livello di operatività su urbanistica, ambiente, edilizia scolastica, manutenzioni e quella che abbiamo chiamato cura della città». Il Pd chiede comunque più spazio in giunta... «Non ci sono numeri per chiedere un rimpasto di giunta. Anche se il nostro è massimo rispetto per il risultato di Erika. Se il tema di fondo è la verifica di maggioranza perché il Pd chiede più spazio in questa amministrazione, ricordo che il Pd ha già adesso uno spazio importante e un ruolo politico di maggioranza che non nasce certo ora. Già nella manovra fiscale il partito ha ovviamente detto la sua. Segretario era Giulio Calvani, ma il capogruppo era Giulio Germinario. Quella manovra fiscale è stata condivisa dal partito democratico che si è battuto tra l’altro per inserire lo sgravio sul comodato d’uso. Anzi dirò di più: è stata costruita dal presidente della commissione bilancio Damiano Angeletti e da tutto il cosiddetto nuovo Pd che sedeva in quei tavoli di maggioranza tramite Saverio Patimo, Giulio Germinario ed altri. E’ strano che adesso ne prenda le distanze. In queste lunghe maggioranze invernali il Pd ha detto sempre la sua e ci sono state anche delle rinunce, delle ‘sintesi altre’, perché la politica è anche arte della mediazione. Senza esprimersi al ribasso, però. La maggioranza sarà sempre punto d’ascolto di tutte le forze. C’è già condivisione; riunioni di maggioranza ci sono 1-2 volte a settimana». E’ forte la richiesta di un cambio di passo. «Non capisco questa richiesta. Abbiamo sbloccato oltre 50 gare d’appalto in questi ultimi mesi. Ora sta partendo il cantiere sul Gac, quello sul salvagente del porto (zona antistante piazza Minuto Pesce), la vecchia banchina porto, pista d’atletica, cittadella artisti completata in una manciata di mesi. L’edilizia scolastica è stata ripresa in mano: quest’anno abbiamo fatto lavori alla Rosaria Scardigno, Giovanni Bosco, scuola Agazzi, risistemato la caldaia alla Savio. Piccole importanti opere che non venivano fatte da 20 anni. Anche i cantieri di servizio sono stati un grande esperimento che ha anticipato anche la Regione Puglia. Il 15 arriva un nuovo dirigente a tempo indeterminato. Sono tutti punti del programma realizzati. Le cose fatte sono state tante e faticose e portate a casa anche grazie al prezioso aiuto del Partito democratico. Comunque la mia disponibilità a verificare le priorità dell’agenda c’è tutta. Purché si parli di cose e non di poltrone». Gli scontri continueranno all’interno della maggioranza? «Credo che le campagne elettorali si aprono e si chiudono. Si vincono e si perdono e c’è solo un vincitore qui in città: Guglielmo Minervini. E Molfetta che è riuscita a evitare la frustrazione della città metropolitana». Il Pd ha perso? «No. Vive solo un momento. È una gestazione complicata interna al partito che vive ore di travaglio. Ho grande rispetto per l’inquietudine di questo partito a partire dalle minoranze di Raffaella Altamura (vicina a Guglielmo Minervini, ndr) e i Giovani Democratici. Ma l’amministrazione non può essere travolta da dialettica interna al partito. Il Pd faccia quello che fanno i grandi partiti: chiuda la porta, faccia i direttivi, le assemblee e prenda tutte le decisioni del caso». L’amministrazione rivendica molti successi, ma sui social e su gran parte della stampa cittadina fioccano le critiche. Sono strumentali? «La fioritura delle testate giornalistiche è qualcosa di ottimo che va salutato positivamente. Mi piacerebbe molto però, che il dibattito in città oltre che dalle bacheche dei soliti opinion leader e dai comunicati stampa possa passar anche da grandi inchieste sulla città e i suoi bisogni. La stampa serve soprattutto a questo».

Autore: Onofrio Bellifemine
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