Pallacanestro Molfetta, niente da fare adesso è crisi di risultati
Basket
Arriva la sconfitta l’ennesima per la Pallacanestro Molfetta che non riesce a cogliere il secondo successo della stagione. La squadra di coach Giovanni Gesmundo ce l’ha messa tutta per battere Bisceglie nel derby e nell’ultima gara Maddaloni ma ha dovuto cedere il passo anche contro quest’ultima dopo una gara che ha visto la squadra molfettese vivere momenti di black out. I soli 2 punti in classifica pesano come un macigno sul morale di una squadra alla quarta sconfitta di fila. Non poteva andare peggio. Le altre squadre fanno bottino pieno: Agropoli continua a vincere e a tenere la testa della classifica con 10 punti, mentre Francavilla, San Severo e Scafati inseguono a quota 8. Sorte peggiore alla squadra del presidente Pucci non poteva capitare. Quattro sconfitte pesanti, dunque, stanno a significare falsa partenza, e primi campanelli d’allarme. Se non si corre al più presto ai ripari, la stagione cestistica della Pallacanestro Molfetta, cominciata così male, sarà estremamente parca di soddisfazioni dimostra una volta di più, di essere scarsamente competitiva in campo vedendo lo spread tecnico fare un tragico balzo in alto. In fondo c’era da aspettarselo. Il ridimensionamento della squadra molfettese dopo i problemi economici accorsi in estate erano il preludio di una stagione di basso profilo. La Pallacanestro Molfetta, avendo ridimensionato il budget, si è indebolita e difficilmente reciterà una parte importante per il raggiungimento di traguardi ambiziosi. In queste prime cinque giornate ha dimostrato di non poter giocare in modo competitivo e Maggi, Grimaldi (nelle ultime gare acciaccato) e De Falco sembrano quasi un lusso per questo club in difficoltà sul piano tecnico. Ma al di là della squadra una nota di grande demerito va attribuita agli arbitri che molto spesso non capiscono l’essenza e lo spirito del gioco. Tolleranza zero è una sciocchezza colossale. Tecnici e antisportivi a raffica rendono lo spettacolo indegno. I protagonisti sono i giocatori, gli arbitri devono essere invisibili, mai protagonisti. E purtroppo la stessa squadra di Gesmundo anche in questa stagione è stata penalizzata da qualche fischio arbitrale di troppo. Bisogna privilegiare il gioco prima dei regolamenti; basta con gli atteggiamenti da prime donne. Senza dubbio qualche piccolo infortunio ha pregiudicato il cammino della banda biancoazzurra, i limiti di numero prima ancora che tecnici (purtroppo esistenti) sono emersi inesorabili: servirebbero più centimetri, servirebbe un’alternativa in regia in grado di dare ritmo, pressione e punti (Maggi da solo non basta), per non parlare di un “top player” che avrebbe reso le gare più semplici nei momenti di black out. Gesmundo sta facendo più del dovuto, come i suoi giocatori, anche se spesso gli capita di voltarsi verso la panchina a cercare quello che non c’è. Ad oggi ancora, niente è perduto. L’obiettivo rimane la salvezza.
Autore: Andrea Saverio Teofrasto