Ospedale, soppressi i reparti di pediatria, ostetricia e ginecologia
MOLFETTA – 28.12.2001
Nel piano di riordino ospedaliero la Regione Puglia ha deciso di sopprimere alcuni reparti di ospedali affidando ai direttori generali delle Asl il compito di decidere dove operare i tagli. Per la Ausl Ba/2 di cui fa parte Molfetta, è stato deciso di chiudere i reparti di pediatria e ostetricia e ginecologia.
Contro questa decisione è insorto il centro-sinistra che ha diffuso un comunicato in cui denuncia la situazione.
“I bambini molfettesi non potranno più essere assistiti e curati nell'ospedale della loro città e, cosa ancora più grave – dice il coordinamento dell’Ulivo - non potranno più nascere nella loro città!
Così per curare l'asma di un bambino bisognerà correre all'Ospedale di Barletta e per partorire si continuerà ad andare all'Ospedale di Terlizzi, con grandi fortune di quell'Ausl che eredita così un bacino di utenza di quasi centomila persone.
Proprio Molfetta, premiata dal Ministero degli Affari sociali e dall'Unicef come "città amica dei Bambini", viene "sfigurata" dai cosiddetti manager che in cinque anni non sono riusciti a fermare il lento declino dell'ospedale di Molfetta. Il disegno è chiaro: dopo aver perso già otorino, il Centro per l'ipertensione, ginecologia e pediatria, si accinge a perdere altri reparti (si dice chirurgia e nefrologia).
Del nostro ospedale resteranno solo le spoglie e la memoria e, se va bene, solo qualche residuo servizio per gli anziani.
Non solo. In tutti questi anni la Ausl di Molfetta ha brillantemente contribuito, con le sue perdite di gestione di decine di miliardi, al pesantissimo bilancio del governo regionale di centrodestra che nel solo 2001 ha prodotto 299 miliardi di disavanzo.
I conti li pagherà ovviamente ciascun cittadino di tasca propria visto che la Regione ha deciso di aumentare l'Irpef regionale dello 0,5%.
Cosa si farebbe, in un'azienda seria, se il suo manager, profumatamente pagato, tagliasse continuamente servizi accumulando debiti?
E non sarebbe serio che a difendere fermamente l'ospedale della sua città sia il sindaco? Oppure è rimasto impigliato nel "governo a rete" e non può parlare? Anche questa volta gli chiediamo: cosa conta di più, per il sindaco, la coalizione di centrodestra o la città?
A tutto questo si aggiunga la vicenda del "Preventorio", ristrutturato da anni grazie ai finanziamenti procurati dall'Ulivo e alla decisa azione della precedente amministrazione di centrosinistra, e rimasto inspiegabilmente inutilizzato Invece che valorizzarlo per il potenziamento dell'offerta sanitaria pubblica nella nostra città, la mancanza di obiettivi chiari e soprattutto una logica clientelare (in quante elezioni quei posti sono stati barattati con voti?) stanno nuovamente riconducendo quella costosa struttura al degrado.
Il rilancio del nostro presidio ospedaliero era una delle principali sfide del governo "a rete" del Polo. Mentre questa sfida viene vinta nelle altre città della Ausl (basti constatare le fortune dell'ospedale di Bisceglie, fino a pochi anni fa molto meno autorevole del nostro), nella nostra viene miseramente perduta, nonostante sindaco, un senatore presidente e ora anche un onorevole presidente. Delle due una: o loro contano poco o per loro Molfetta deve contare proprio poco.
Il Coordinamento dell'Ulivo ( Democratici, PPI, DS, Comunisti Italiani, Socialisti Democratici e Verdi)