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Non disturbare il manovratore Il sindaco vuole un team. Traduzione per la giunta: decido io e voi vi adeguate, altrimenti vi aspetta una brusca defenestrazione. Carmela docet
15 novembre 2006

Ad ascoltarlo, sembrava non aver perso la sua anima barricadiera di contestatore di sinistra. Forse il ruolo che gli è più congeniale, è quello dell'oppositore. Ma fare l'oppositore di se stesso, o della propria parte politica ci sembra veramente troppo. Considerare i cittadini con l'anello al naso, significa abusare della loro intelligenza. L'attacco che il sindaco di centrodestra Antonio Azzollini ha fatto nei confronti del suo predecessore Tommaso Minervini, col quale nella fase pre elettorale sembrava avere un'intesa d'amorosi sensi, è apparsa un po' fuori registro. Crede il senatore-sindaco che i cittadini abbiano dimenticato che a governare Molfetta è stato proprio lui mettendo a Palazzo di città il prode Tommaso, che ha capeggiato una coalizione di centrodestra che ruotava attorno a Forza Italia? E' semplicemente offensivo nei confronti dei cittadini negare l'evidenza, proprio come quel signore che preferiva parlare alla massa ignorante, perché più facile da pilotare. Onestà avrebbe voluto che Azzollini riconoscesse almeno che nella passata gestione amministrativa il centrodestra aveva sbagliato tutto. Perché di questo si tratta: amministrazione sballata, deficit di bilancio, spese senza controllo e un sindaco delegittimato dalla sua stessa coalizione.. almeno a sentire il senatore. Dov'è finito lo scambio di complimenti tra Azzollini e Tommaso, che in qualche caso ha toccato vertici di pateticità e in altri di scarso senso del ridicolo? Al sen. Azzollini riconosciamo una schiettezza che lo porta a parlare come l'uomo della strada, anche se con molta, calcolata e sapiente retorica. Perché allora non dire chiaramente ai cittadini: abbiamo sbagliato tutto dalla scelta del sindaco agli atti amministrativi e ora ci proponiamo di ricominciare? Forse la sincerità avrebbe premiato di più, se non in chiave di consenso - in una città dove un'infinità di voti si comprano e moltissimi elettori si vendono - almeno in chiave di stima. Sono passati già cento giorni, ma chi se n'è accorto? Non i cittadini che non hanno visto alcuna novità, se non la «cacciata» del vicesindaco Carmela Minuto, non i consiglieri di centrodestra impegnati ad alzare la mano a comando, senza alcuno stimolo a capire cosa votino, non la criminalità che continua a imperversare, forse ad accorgersene sono stati solo i collaboratori precari e gli Lsu, rimasti in mezzo alla strada. Ma nelle sue parole, Azzollini ci mette tanta passione (quella famosa iniezione di politica che, a suo dire, si fa somministrare ogni giorno) da non accorgersi che la città è ferma (porto escluso, naturalmente, essendo il progetto una sua creatura). Allora Tommaso Minervini ha disamministrato e gli ha lasciato un'eredità pesante della quale è difficile liberarsi. Come rimediare? Intanto aprendo una "succursale" della polizia urbana nel centro storico (che, stranamente, ora è più "a rischio" di prima), poi nominando un nuovo dirigente dell'urbanistica, l'ing. Rocco Altomare, imprenditore edile, interessato ad alcune costruzioni a Molfetta e quindi in odore di conflitto di interesse (ma dopo il grande capo Berlusca, tutto è lecito). E, dulcis in fundo, l'avvio delle procedure per la realizzazione di una scuola infermieri, di memoria democristiano-clientelare, una straordinaria macchina di consensi che insieme all'edilizia è stata protagonista negli anni Settanta e Ottanta. E l'illegalità diffusa? Fantasie di qualche giornale: "noi siamo campioni di legalità". Nessuno lo mette in dubbio, ma nella città vige l'illegalità diffusa: non ci stancheremo di ripeterlo, anche per spingere gli amministratori ad adottare le necessarie misure di prevenzione, obiettivo anche del nuovo comandante della compagnia dei carabinieri, cap. Buonomo. Finalmente! E che dire di quello che lo stesso sindaco definisce uno dei migliori consigli comunali del dopoguerra? Come amano la retorica questi sindaci e come non vedano, non sentano (come le famose scimmiette, a cui si è ispirato il nostro bravo vignettista Michelangelo Manente), ma parlino parlino parlino... per convincere o illudere la gente. Ma lui vuole un confronto con l'opposizione perché crede allo «scontro delle idee, ma all'incontro degli uomini» e chiede all'opposizione di centrosinistra (udite! udite!) di smetterla di continuare la campagna elettorale: il classico rovesciamento della frittata o dell'attribuzione delle corna agli altri come il famoso bue con l'asino. Basti pensare alla campagna elettorale che la Cdl sta facendo con la Finanziaria. Azzollini riconosce che la sua squadra non è molto amalgamata, al punto da essere stato costretto a cacciare il suo vicesindaco Minuto, mentre è difficile fare team, per arrivare alla conclusione che lasciamo in piedi la facciata, mentre dietro le quinte avvengono tutti i giochi. Ma fare team per il sindaco vuol dire: decido io e voi vi adeguate, altrimenti vi aspetta una brusca defenestrazione, modello Carmela. Comunque ammette anche che nelle aree di espansione, dove molti edifici sono già completi, mancano le opere di urbanizzazione (strade, luce, acqua, ecc.) e "questo è un grave problema". Così rivendica a sé le uniche cose concrete che sono state fatte, mentre lancia un avvertimento alle altre istituzioni: non disturbate il manovratore, così tutto andrà bene, non tollererò che altre istituzioni remino contro, perché tanto noi andremo avanti comunque (come insegna il suo leader Berlusconi). Che dire dell'annunciata battaglia contro gli sprechi? A cominciare dalle parcelle miliardarie di alcuni avvocati (ma non è avvocato anche lui?) per la vertenza Mazzitelli sull'impianto di compostaggio dei rifiuti, avvocati (di cui faremo i nomi appena saremo in possesso dei relativi documenti, perché è giusto che la città conosca chi sono coloro che pretendono di essere retribuiti fuori misura a spese dei contribuenti) che alla fine, grazie ad una probabile transazione, porteranno a casa molte migliaia di euro (si parla di quasi un milione di euro, quasi due miliardi delle vecchie lire per una causa non conclusa) a danno di tutti i cittadini che pagheranno questa «elargizione» con le proprie tasse. Il sindaco ha detto che li ha cacciati (ma non erano amici suoi, che ci tenevano a far conoscere pubblicamente questo «privilegio»?) e che non pagherà una lira. Staremo a vedere. Sarà anche questa una promessa di marinaio? Basta aspettare, non è ancora tempo di bilanci.
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