News da Molfetta, città candidata a capitale della cultura. Un altro cantiere aperto, da settimane. Un lettore scrive a "Quindici"
MOLFETTA – Un pendolare scrive a “Quindici” sulla situazione del parcheggio alle spalle della stazione.
«Gentile redazione, sono un pendolare che ogni giorno si reca in stazione per raggiugere col treno, il proprio posto di lavoro a Bari. Tralascio la polemica sulla puntualità dei treni, la pulizia, non trovare posto se non in piedi. Già è stato detto e non voglio essere ovvio ma lo ribadisco solo per spiegare che devo raggiungere con la mia auto la stazione ferroviaria sempre prima per trovare parcheggio.
Mi aspetto domande del tipo: Usa la pista ciclabile, i mezzi, vai a piedi ma voglio rimanere educato e rispondo soltanto che l’auto mi occorre perché vivo in campagna.
Detto ciò da novembre, ho notato un incremento dei lavori nella zona antistante l’uscita della stazione, quella sul sottovia, per intenderci: restringimento della carreggiata, divieti di parcheggio per i cantieri oltre a strada dissestata che causa è stata di forature ed invocazioni a tutti i santi del paradiso, ma il confidando nella manzoniana provvidenza, ho sperato in un futuro (parcheggio) migliore.
Ed eccomi accontentato: la situazione fotografata nel pomeriggio odierno mostra escavatori, divieti, doppio senso di circolazione, e da domani cosa sarà? Del doman non v’è certezza, chi vuol parcheggiare, parcheggio sia. Mi aspetto che da domani fiocchino multe. Ecco cosa pensa l’amministrazione: ad imporre divieti piuttosto che adoperarsi in soluzioni.
Perché il nostro Sindaco non fa il report della settimana dal retro della stazione, invece di fare lo splendido da scorci mozzafiato della nostra città? Sa che oltre il corso c’è una città ed esattamente dove c’era l’erba ora c’è una citta?».
Fin qui la nota del lettore, alla quale aggiungiamo una considerazione: questo è il frutto della folle scelta dell’amministrazione di dedicare il parcheggio della stazione a inesistenti biciclette (è previsto perfino un ulteriore ampliamento per altre decine di bici fantasma), a realizzare inutili piste ciclabili, sempre deserte, togliendo spazio alla sosta delle auto, utilizzate dai cittadini per necessità di lavoro. Ma per diventare capitale italiana della cultura serve l’immagine delle piste ciclabili, anche se deserte. Chiediamo all’assessore ai lavori pubblici “cantiere perenne”: è questo il modo di rispondere alle esigenze e ai bisogni dei cittadini?
Magari al posto di un possibile parcheggio, possiamo piantare i soliti alberi, che piacciono all’assessore “pollice nero”, destinati perciò a seccare e ad essere sostituititi, con uno spreco continuo di denaro pubblico, certamente non a beneficio dei cittadini, ma delle prossime elezioni regionali.
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