Monica: si vive alla giornata
senza più sogni per il futuro Il precariato è riferito alla condizione di quelle persone che vivono, involontariamente, una situazione di incertezza lavorativa per mancanza di continuità del rapporto di lavoro e per mancanza di un reddito adeguato su cui poter contare per pianificare la propria vita presente e futura. A me, giovane che si affaccia per la prima volta sul mondo del lavoro, il precariato sgomenta moltissimo, perché i sogni coltivati sui banchi di scuola vengono infranti proprio nel momento in cui dovrebbero realizzarsi. In me sorge l'ansia nel cercare quel lavoro che possa soddisfare le mie aspirazioni e che sia una naturale prosecuzione del tipo di studio per cui mi sono impegnata per tanti anni. Mi accorgo però che tutto ciò diventa una meta difficile da raggiungere e che la realtà è molto diversa dai miei progetti. L'alternativa è: aspettare chissà per quanto tempo l'occasione sognata che fa sentire realizzati? Oppure accettare quel lavoro precario che consente, tra mille difficoltà, di disporre di quella minima sommetta che ti permette di non gravare ulteriormente sui tuoi genitori? Scelgo la seconda ipotesi, con la convinzione che il precariato sarà un fatto passeggero e che successivamente si arriverà alla realizzazione del sogno: un lavoro sicuro, adeguatamente retribuito, in grado di consentire di pensare a costruire una famiglia. Purtroppo viviamo una realtà in cui si stanno allungando i tempi per trovare lavoro, una volta che lo si ottiene, si passa da un precariato all'altro, senza alcuna prospettiva di stabilità lavorativa. Come pensare in queste condizioni al futuro? L'inquietudine che ti avvolge si ripercuote sulle relazioni che vivi. Ti fai sopraffare dall'ansia che rovina i rapporti sentimentali, quelli familiari e sociali. Come si può vivere serenamente le relazioni se non sei nulla socialmente? Quali progetti puoi costruire per il futuro se il presente è così incerto? Noi giovani viviamo una vita in cui predomina la delusione, l'ansia e la difficoltà di guardare oltre il domani. Si vive alla giornata, senza più sogni per il futuro. Il mio corso universitario prevede un periodo di tirocinio. Ho avuto la fortuna di essere destinata in una struttura dove mi sono appassionata al tipo di lavoro affidatomi tanto che mi è stato chiesto di rimanere come volontaria, al termine del tirocinio. Ho notato che alcuni, pur di entrare nel mondo del lavoro, sono disposti a farsi raccomandare creando serie ingiustizie per coloro che onestamente vorrebbero lavorare. Altri sono costretti ad accettare di lavorare anche a nero e con delle supplenze saltuarie senza sapere quanto e quando si prenderà lo stipendio. Come poter reagire a tutto questo? Che mondo ci viene consegnato dagli adulti? Occorre, a mio parere, intervenire nel campo lavorativo, con sollecitudine, per regolarizzare il precariato giovanile con leggi più mirate e precise affinché i giovani guardino con più serenità al futuro.