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Molfetta. Tutti i ragazzi dell'Azione Cattolica Italiana uniti per la pace
25 gennaio 2010

MOLFETTA - Come ogni anno i ragazzi dell'Azione Cattolica Italiana dedicano il mese di Gennaio, in comunione alla Chiesa Cattolica, ad un dono importante come la Pace. Anche i ragazzi ACR della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi in questo Mese della Pace hanno condiviso ampie riflessioni su questo dono importante per l'intera umanità prendendo spunto dal messaggio di Papa Benedetto XVI.
Nell'anno associativo in corso, i ragazzi dell'acr in sintonia al tema dell'anno "Siamo in onda",che presenta come ambientazione  la radio, hanno inviato a tutti dei messaggi di pace attraverso "spot-radiofonici". Infatti i loro pensieri sulla Pace sono stati trasmessi durante la trasmissione radiofonica "Tutti pazzi per l'Ac" in onda sulle frequenze di Radio Florlevante (91.80 Mhz) il 23 e il 30 gennaio alle ore 16. Inoltre, come ogni anno, i ragazzi hanno preso a cuore un'iniziativa di carità promossa a livello nazionale.
Acquistando una penna-usb a forma di braccialetto hanno potuto sostenere la costruzione del centro CAB di Betlemme. A conclusione del mese,il 31 gennaio e il 7 febbraio, i ragazzi vivranno la Festa della Pace colorando con i loro volti gioiosi le strade delle quattro città della nostra diocesi.
La marcia che si snoderà lungo i percorsi cittadini, sarà segno di una profonda convizione e una grande speranza che anima il cuore dei ragazzi dell'ACR.
Tutti coloro che incontreranno per le strade saranno invitati perciò a....CARICARE LA PACE!!!!

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Un trattato di pace sigla la fine di una guerra: in realtà, però, attiene alla guerra e non alla pace: perchè non esiste pace con le regole del vincitore. "Gli mandarono alcuni Farisei con degli Erodiani, per sorprenderlo nei lacci di una questione. Ora, giunti, gli dissero: "Maestro, noi sappiamo che tu sei sincero e non hai riguardo a nessuno, poichè tu non guardi in faccia gli uomini, ma insegni la via di Dio secondo verità. E' lecito pagare il tributo a Cesare o no? Dobbiamo pagarlo o non pagarlo?" Egli, conoscendo la loro malizia, disse: "Perchè mi mettete alla prova? Portatemi un denaro, che lo veda". Essi glielo presentarono. Egli domandò: "Di chi è questa effige e l'iscrizione?". Gli dissero: "Di Cesare". Allora Gesù rispose: "Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". E rimasero meravigliati di lui. Un trattato di pace che non c'è mai stato, e finchè non ci sarà, non ci sarà la pace, ma "guerra". Il carattere religioso della guerra è manifesto. In una parola: la guerra, da sempre, è stata un fenomeno religioso. Gli uomini fanno la guerra all'ombra dei stendardi ed emblemi delle rispettive religioni e i sacerdoti impartiscono le benedizioni. Per secoli la Croce e la spada sono state unite. "Dieu le veut", "Gott mit uns", "in God we trust", "Santa Maria". Quando si unisce il sacro con il profano, inevitabile la guerra. "Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". Questa è la VERA PACE, dettata duemila anni fa da un Uomo di nome GESU'.
Alcuni passaggi di "Pace e disarmo culturale" di Raimon Panikkar. "Al fine di scoprire il significato più profondo della pace, si deve superare il pensiero dialettico. La pace è un mistero che supera la comprensione umana perchè è l'ordine della realtà. Non arriverà grazie a una qualche manipolazione della coscienza volta a cambiare la strutura sociale. Si deve sentire il profumo di quella pace interiore. Si comincia con se stessi - l'anima, il corpo e l'intelletto. La pace non può essere imposta. Deve essere trovata. Arriva come il frutto di una rivelazione e implica accettazione e assimilazione, come Cristo che si fa carico del peccato del mondo. Pace significa accettazione del mondo e degli altri. Il senso della vita è nel viverla e non solamente nel creare condizioni di vita per il futuro o per gli altri. Anche l'idea di pace può, ovviamente, degenerare. Forse due grandi esempi - in relazione con ironia e senso storico - sono la pax romana e il nuovo ordine internazionale della pax americana. La prima era fondata sul presupposto della protezione del mondo civilizzato (quello della civis, Roma) contro i barbari. La seconda cerca di giustificarsi con argomenti analoghi di difesa della democrazia e del libero mercato. Dovremmo aver compreso più profondamento il messaggio evengelico. Questo non significa che dobbiamo incrociare le braccia. Proprio il contrario: dato che le braccia non sono occupate per i problemi riguardanti il nostro piccolo ego, siamo liberi di dedicarci a ciò che crediamo più importante: la PACE.
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