MOLFETTA - Primo incontro del Comitato di genitori e docenti a difesa del tempo pieno a Molfetta nella sala stampa di Palazzo Giovine (foto). Tema in discussione, le misure da adottare per ripristinare il tempo pieno a Molfetta, nonostante “qualcuno” voglia far credere il contrario. Necessario agire con lucidità e rapidità per non arrivare impreparati a giugno-luglio quando sarà redatto dall’Ufficio Scolastico Regionale l’organico di fatto, con la possibilità di ripristinare, anche se parzialmente, il servizio mensa per le scuole primarie.
Analizzata la comunicazione dell’U.s.r. del 20 aprile scorso, giorno in cui si riuniva il tavolo tecnico: «una risposta diplomatica alla lettera del 13 aprile», «un discorso generale in cui non sono citati nemmeno i termini di scadenza», secondo alcuni genitori.
Nella comunicazione il direttore generale, Lucrezia Stallacci, spiega come «allo Stato compete l’assegnazione del personale docente per assicurare il tempo scuola previsto dagli ordinamenti, mentre agli EE.LL. fanno capo le azioni volte a rendere effettivo il diritto allo studio rimuovendo gli ostacoli alla piena istituzione dello stesso». Quali azioni per il Comune? Approvare un programma d’interventi, elaborato in concorso con gli istituti scolastici e provvedere alla gestione degli stessi interventi e delle relative risorse. Insomma, sono necessari gli «atti deliberativi di stanziamento delle risorse finanziarie» e gli «atti autorizzativi della competente autorità sanitaria in ordine alla esistenza di idonei locali per la consumazione dei pasti da parte dei minori».
A quanto pare, l’U.s.r. sembrerebbe scaricare le colpe sul Comune di Molfetta, che non avrebbe assunto per tempo gli oneri finanziari del servizio mensa per le scuole primarie, come Quindici aveva evidenziato martedì 12 aprile e nella replica del 15 aprile al comunicato stampa dell’amministrazione Azzollini.
La comunicazione dell’U.s.p.. Più pensanti le accuse dell’Ufficio Scolastico Provinciale, che rileva «la tardività con cui i dirigenti scolastici di Molfetta si sono attivati per acquisire gli atti necessari» in una comunicazione del 20 aprile scorso, stesso giorno del tavolo tecnico e della nota dell’U.s.r.. Cosa rispondono i dirigenti a queste accuse?
L’U.s.p. scagiona l’amministrazione Azzollini, ma le prime battute della nota da un lato sembrano confermare il colloquio tra il sindaco Antonio Azzollini e Giovanni Lacoppola, dirigente dell’U.s.p., dall’altro puntano il dito contro la tardiva pubblicazione della delibera G.C. n.59 che, lo ripetiamo, riporta la data del 9 aprile, ma è stata pubblicata solo il 12 aprile, un giorno dopo l’ennesima e ultima proroga concessa dall’U.s.r.
Cosa fare? «La situazione non sembra essere drammaticamente irreversibile», secondo il Comitato, se l’U.s.p. auspica una adeguata soluzione. Tuttavia, sarà l’U.s.r. a esprimere l’ultima parola sulla situazione e per ora l’Ufficio non ha mostrato nessuna apertura.
Sarà redatta una diffida all’U.s.r. per chiedere maggiori delucidazioni sulla nota del 20 aprile, che è sembrata una risposta non attinente alle richieste e molto aleatoria. L’ultima carta sarà l’azione giudiziaria. Palesata anche la possibilità di un’azione cautelare d’urgenza perché è stato leso il diritto allo studio, ma è necessario agire prima che il tempo pieno a Molfetta sia solo preistoria, premendo sugli Uffici Scolastici e sull’amministrazione Azzollini.
Sul prossimo numero di Quindici, in edicola il 15 maggio prossimo, cronistoria, documenti inediti e possibili soluzioni sulla vicenda.
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