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Molfetta, sull'Asm “Quindici” interroga il direttore Binetti: risposte evasive su Coda della Volpe, cartello lavori assente e misteriosa struttura, compostaggio, città sporca ed eterno passivo Nell'incontro «Raccolta differenziata e compostaggio domestico» della Consulta femminile, solo Quindici ha posto domande al direttore dell'Asm, ing. Silvio Binetti, su una serie di questioni legate al servizio comunale dell'azienda. Ma restano ancora dei dubbi., per le risposte vaghe ed insufficienti
20 ottobre 2011

MOLFETTA – Raccolta differenziata e compostaggio domestico sono stati i temi che hanno segnato la ripresa dei lavori dopo la pausa estiva della Consulta Femminile del Comune di Molfetta, presieduta da Maddalena Altomare. L’ing. Silvio Binetti (foto), direttore dell’ASM, ha presentato i dati dell’anno 2010 per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.

Sulle 36mila tonnellate di rifiuti prodotte a Molfetta il 32,5% (quasi 12mila tonn.) è stato trattato come differenziato, il resto dei rifiuti smaltito come indifferenziato (quasi 24mila tonn. in discarica). Questa parte consistente, che non trova collocazione negli ambiti differenziati della raccolta, comporta costi di una certa rilevanza cui si potrebbe ovviare con una selezione attenta e più rigorosa dei rifiuti.
Si ridurrebbero le spese per il trasporto del pattume alla discarica di Trani, recuperando in questo modo circa un milione di euro da investire nel potenziamento dei servizi e in una maggiore tutela ambientale. Questo l’obiettivo posto dall’Asm entro il 2012, anche per ricevere importanti premialità dai fondi europei FESR.
I costi maggiori, circa 9 milioni di euro, sono quelli del servizio di igiene urbana. Secondo l’ing. Binetti basterebbe separare in maniera oculata i rifiuti organici dai restanti per smaltire soltanto i secondi con una cadenza dilazionata, riducendo i costi dei servizi. Anche il compostaggio domestico (trasformazione di materiale organico in minerale compiuta da microorganismi attraverso lo sviluppo di calore), potrebbe essere una soluzione concreta per ridurre i rifiuti.
 
Coda della Volpe, svelato il mistero?
Una seconda piattaforma di selezione stoccaggio, questa la nuova struttura fotografata da Quindici a Coda della Volpe. Sarà in funzione nei primi mesi dell’anno prossimo (500mila euro il costo, ma si tratta di finanziamenti comunali?) per coadiuvare l’impianto di selezione cittadino (gli altri siti di conferimento sono l’impianto di compostaggio di Modugno per rifiuti organici e la discarica di Trani).
Prima di avviare i lavori, sono state eseguite le opportune analisi del sottosuolo? «Non tocchiamo nulla del sottosuolo»: quindi, nessuna analisi. Ma i pilastri della nuova struttura non rischiano di intaccare proprio gli strati dove sono stati riposti i rifiuti?
«Il cartello è stato posto a giugno di quest’anno ed è stato scritto con un pennarello rosso e l’ho visto io con i miei occhi. Il sole lo ha completamente scolorito E, noi, che siamo dei comuni mortali, non abbiamo fatto caso al cartello, anche perché, essendo sul cancello, quando questo si muove, resta coperto». Così Binetti ha spiegato a Quindici il mistero del cartello affisso senza scritte.
 
Prendendo per buona questa spiegazione, non riusciamo però a non porci ulteriori domande: Ma i pennarelli usati non sono indelebili? Ad esempio, i cartelli dei cantieri edilizi si scolorano ogni estate per poi essere riscritti? Nessuno si è mai preoccupato di controllare se il sole lo avesse sbiadito? Perché riscriverlo proprio qualche giorno dopo l’articolo di Quindici? Perché la replica dell’Asm non è stata inviata a Quindici, ma solo alle altre testate locali? Perché si è utilizzata un’altra testata “amica” per dire il falso, cioè che il cartello era già scritto? Perché in quella replica non si è fornita una spiegazione al cartello e, in particolare, quella di Binetti? Chi ha firmato l’autorizzazione del marzo 2011? In altri e succinti termini: Chi è il responsabile tecnico comunale dell’iter autorizzatorio seguito per questa pratica? Ma come è possibile costruire un capannone, su una ex discarica che contiene nella sua pancia, 60 MILA METRI CUBI di rifiuti senza aver esperito mai un carotaggio preliminare? Qualcosa ci dice che “la scoloritura” del cartello, in realtà, sottende tutt’altro…
Non sarebbe stato opportuno installare sulla vecchia discarica un impianto a biogasper sfruttare le esalazioni di metano? «Coda della Volpe era una discarica piccola, in cui la frazione organica era stata, diciamolo pure, bruciata mano a mano che arriva per fare spazio - la risposta di Binetti alla domanda di Quindici- l’impianto di biogas sulla discarica di Coda della Volpe è stato fatto, ma ha funzionato per pochissimo tempo perché il biogas si è esaurito».
 
Coda della Volpe, discarica non controllata.
Lo stesso Binetti ha sottolineato che la discarica di Coda della Volpe, attiva dal 1973 al 1993, era non controllata «perché anteriore al DPR n.915 dell’82, dunque non costruita secondo le norme attuali». Che tipo di rifiuti sono stati scaricati in quei 20 anni? Solo rifiuti urbani? «Sono stati scaricati solo rifiuti urbani», l’assicurazione di Binetti a Quindici.
«Nel 2000 sono stati reperiti finanziamenti da 6miliardi di lire per la messa in sicurezza della cava - ha aggiunto, rispondendo alle domande del pubblico in sala stampa a Palazzo Giovine - se per la bonifica i rifiuti sono prelevati e portarti in un’altra discarica, nelle operazioni di messa in sicurezza i rifiuti restano nella cava e sono coperti, impermeabilizzati con una guaina sopra, con del terreno, e così via».
Danni all’ambiente? Percolato colato nelle falde acquifere? Nessun danno, il percolato dell’epoca è colato fino al calcare compatto, fermandosi negli strati superficiali del sottosuolo, «quelli di una faldina temporanea legata alle precipitazioni di nessuna importanza né per i fini agricoli, né per quelli alimentari», la risposta di Binetti a Quindici.
Inoltre, «dal 2002 non ci sono state lamentele dei proprietari degli appezzamenti confinanti»: ma resta il mistero del tubo fotografato da Quindici, misteriosamente scomparso dopo l’articolo pubblicato sul numero di marzo 2011. E resta ancora il mistero della tubazione bruciata, per chissà quali motivi… Ora ci chiediamo, se la discarica era praticamente inutilizzata da anni a che cosa si deve la presenza di quei tubi? Cosa vi scorreva dentro. E’ possibile escludere che all’interno della cava in tutti questi anni nessuna autocisterna abbia riversato alcunché?
 
Città sporca e passivo Asm.
Servizio d’igiene urbana carente, la protesta del pubblico in sala stampa. Andamento inversamente proporzionale tra espansione della città e servizio di pulizia (nel 1998 le zone di spazzamento erano 35, oggi 28) e carenza del personale, le motivazioni di Binetti. Senza dimenticare l’inciviltà dei cittadini di Molfetta: «se voi vedete la città sporca alle 12, abbiamo lavorato male, ma se la sporcizia compare nel pomeriggio è colpa dei cittadini».
Allora è colpa dell’Asm, la situazione relativa a tutti i rifiuti ingombranti fotografati nel pieno nucleo abitativo, in pieno giorno (vedasi foto dei water in via Cavalieri di Vittorio Veneto).
Inoltre, saranno consegnate altre 7mila pattumiere (già distribuite 13mila su 21mila famiglie), che dovrebbero coprire le zone dimenticate nei mesi scorsi: zona centro, centro storico e ponente.
Perché il bilancio dell’Asm è sempre in passivo, ha chiesto “Quindici”? «Il totale dei costi sopportati per lo svolgimento dei servizi e la gestione è superiore al corrispettivo che il Comune ci riconosce - la replica di Binetti - il Comune potrebbe decidere di aumentare le tasse e coprire questa differenza, ma allo stesso tempo cerca di non farlo».
Lo spazzamento stradale è la voragine nel bilancio, per Binetti. Ma perché l’amministrazione Azzollini non ha mai ripianato il deficit dell’Asm, nonostante gli avanzi di amministrazione decantati negli ultimi anni? Perché non indire un concorso pubblico per l’assunzione di nuove unità? È davvero e solo la raccolta differenziata la panacea di tutti i problemi? Non solo, ma Binetti ha dichiarato recentemente che abbiamo il 5° impianto di stoccaggio, prima lavorazione e selezione delle raccolte differenziate in Italia, come è possibile allora giustificare le passività? E ciò noi diciamo anche rammentando lo scandalo della vendita a nero dei rifiuti ferrosi per svariate decine di tonnellate, scandalo che portò all’arresto di ben tre dipendenti della nettezza urbana di cui uno, addirittura era un funzionario. Degli sviluppi di questa vicenda, l’ASM non ci ha più fatto sapere niente, da notizie, ancora non confermate, ma neanche smentite da parte della stessa azienda, pare che i tre siano stati immessi nei medesimi ruoli ricoperti prima dell’arresto. Un’evenienza che se confermata, sarebbe veramente scandalosa.
È stata firmata l’ordinanza sui portavolantini, per diminuire le cartacce per strada? «Credo che ci sia la firma». Dopo la ratifica, i portavolantini dovranno essere posti all’interno delle hall delle palazzine.
Ma non si risolve il problema: secondo noi si dovrebbe vietare la distribuzione indifferenziata di volantini in città.
La situazione a Molfetta è stata aggravata anche dalla chiusura del centro di raccolta, messo sotto sequestro dal Tribunale che lo aveva qualificato come una stazione di stoccaggio e non di raccolta. «Il Tribunale del Riesame ha eliminato il sequestro, ma il centro era stato ormai vandalizzato - ha spiegato Binetti - abbiamo, però, individuato un finanziamento di 50mila euro per riattivarlo».
Insufficienti anche i nuovi bidoni, perché, come, ha sottolineato il pubblico, «si riempiono subito e i rifiuti differenziabili sono gettati nell’indifferenziato». Insomma, se si è in grado di far fronte ad un servizio, si realizza, altrimenti c’è il rischio di vanificare tutto.
 
Impianto di compostaggio e pattumiere.
Quando sarà attivato l’impianto di compostaggio di Molfetta? «Stiamo conseguendo le autorizzazioni sul progetto definitivo entro l’anno o i primi mesi del 2012, contestualmente sarà avviata la gara per il contraente - ha chiarito Binetti a Quindici - approvato il progetto e conclusa la gara, partiranno i lavori, che non saranno lunghi, perché si tratta di acquistare e installare macchine». Quindi, ancora un anno di attesa.
Perché non si cercano capitali pubblici per i 5,4milioni di euro restanti per la riattivazione dell’impianto (2,3milioni di euro già stanziati dalla Provincia di Bari)?«Questo bisogna chiederlo alla stazione appaltante, che non è l’Asm di Molfetta».
 
© Riproduzione riservata
Autore: Angelica Vecchio
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