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Molfetta, Paese dei balocchi e dei conflitti d'interesse?
15 novembre 2012

MOLFETTA - Proprio come nel Paese dei balocchi di Collodi, a Molfetta è tutto possibile. Domani si terrà uno spettacolo al PalaPoli: la richiesta per lo svolgimento dell’evento (e di altri tre successivi) è stata formalizzata lunedì 12 novembre dal presidente pro-tempore dello stesso palazzetto e da un consigliere comunale almeno fino a martedì prossimo (il 20 novembre saranno ormai ufficiali le dimissioni del sindaco di Molfetta e giunta e consiglio comunali cadranno definitivamente).
Problema: presidente del PalaPoli e consigliere comunale sono la stessa persona. This is possible? Certo, in Italia è tutto possibile. Il Presidente del PalaPoli, chiede al Comune, dunque a “se stesso” (in quanto consigliere comunale) di utilizzare una struttura comunale che presiede. Svariati i conflitti d’interesse? Solo dettagli.
Un consigliere comunale, eletto nel 2008, non dovrebbe ricoprire ancora nel 2012 la carica di presidente del PalaPoli nella forma «pro-tempore» e presentare una richiesta di autorizzazione per uno spettacolo quando è ancora in carica. Questa cosa in un Paese civile, non si potrebbe fare, ma nel Paese dei balocchi è, però, tutto possibile: basta far parte dell’esclusivo “club della nutella”.
Per di più, sembrerebbe (il condizionale è quasi d’obbligo) che la prevendita dei biglietti sia iniziata ancora prima della concessione dell’autorizzazione da parte del Settore Lavori Pubblici. Anche questo sarebbe un insignificante dettaglio di fronte alle pluricariche ricoperte e al possibile conflitto d’interessi: ma l’appartenenza all’esclusivo «club della nutella» pare abbia reso la situazione molto più semplice nel Paese dei balocchi.
L’unico inconveniente, nel Paese dei balocchi, è che la mattina dopo, crescono orecchie e naso lungo. Anche questo, però è un dettaglio.
Crescono anche le veline, sembra che la campagna elettorale sia già iniziata, anche a giudicare dai comunicati stampa che il MinCulPop diffonde a getto continuo, in attesa che sia nominato il commissario, quando l’ufficio stampa e propaganda dovrebbe fermarsi, anzi, correttezza vorrebbe che, lo facesse già ora.
 
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Veglia, veglia... tranquilli ragazzi. Certo possiamo incorrere in sopravvalutazioni, o sottovalutazioni, errori, siamo umani, ma più siamo più condividiamo le responsabilità e meglio riusciamo a difenderci anche dalle "querele estorsive", da quelli che praticano il "racket della querela", in buona sostanza quelli che ci impongono, o tentano di imporci - mal riuscendoci il più delle volte, come potete giudicare da voi stessi - il silenzio con la minaccia della querela, strumento che sovverte totalmente la sua finalità giuridica. Non è una realtà ideale, la nostra, perfetta, e ci mancherebbe altro, il ruolo dei "duri e puri" lo lasciamo fare a certi politici, quelli che paradossalmente ogni giorno tentano di metterci "il bavaglio" (e chissà com'è, forse non sono così duri e puri come dicono di essere), ma qui il lettore legge ogni giorno approfondimenti, sulla propria città, si appassiona, commenta e da il proprio parere. Quindici non è "in dotazione" a nessuna forza politica, "un guaio", per la politica nostrana, asfissiata dal controllo totale di pezzi di società, di cultura e di economia, i suoi redattori, hanno una loro idea, a volte gli scritti possono sembrare in conflitto tra di loro, ma è questa la libertà, guardate che siamo gli unici ad essere diversissimi e a stare tutti assieme. Tolleranza, rispetto della diversità d'opinione. Qualche folle in giro sostiene che il Direttore ci impone quello che dobbiamo scrivere o non scrivere. Una grossolana balordaggine. Il Giornale, è libero da condizionamenti e, "non allineato". Il Direttore è pure libero, anche da se stesso: è uno di noi ed è il più "indisciplinato": il contrario in termini assoluti delle stupidità che qualche imbecille va dicendo in giro. Il Giornale, non riceve contributi diretti e indiretti dalla politica, ma è giusto così, così dovrebbe essere, ma così non è se andate a leggere "altrove", capirete poi anche chi è il politico che sta dietro. Da noi non si capisce. Un giorno può sembrare uno, un giorno l'altro, ma in realtà nesso o nessuna forza politica. E' antipolitica questa? No è semplicemente stampa libera. Noi siamo la stampa libera in questa città, la gente ci apprezza per questo, non siamo organo di partito. Ognuno di noi gode di libertà assoluta. I vincoli sono solo in termini legali, purtroppo, ad oggi, Quindici non dispone di un serio collegio legale di difesa, che difenda, prim'ancora che il Giornale, la libertà di tutti noi e voi che leggete ogni giorno. Anzi, per dirla tutta, ogni giorno gli articoli della nostra testata, sono "vivisezionati", dagli "sciacalli neri", dagli "avvoltoi" e dai "pipistrelli" di questa città, pronti a difendere il sopruso, e quando possibile estrocere qualcosa in termini monetari e, per non buttarla sempre in politica, diciamo che non è sempre la politica, il nostro nemico n.1, o le malefatte della politica: la città è sorprendente anche nei suoi gangli oscuri, anche fuori dai circuiti della politica. A volte, e non dico affatto una cosa eccezionale, i nostri reportage, approfondimenti, inchieste, sono stati utili anche all'azione degli inquirenti. E' inevitabile, osserviamo il territorio, Trani è distante circa 20km, e non si può conoscere la nostra città, solo dalla toponomastica, dagli esposti anonimi - la gente ha paura e non si può pretendere da tutti la "nostra avventatezza" - bisogna viverla ogni giorno. Noi la viviamo, come voi, la raccontiamo come la vediamo. Non voglio dilungarmi oltre, il discorso sarebbe lunghissimo... A voi la parola, come sempre.




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