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Molfetta ospita l'incontro regionale di formazione per docenti promosso da Libera
25 ottobre 2017

MOLFETTA – Nei giorni scorsi la nostra città ha ospitato il convegno “Dalla cultura mafiosa all'educazione civile. La scuola come dispositivo che educa alla crescita civile”, promosso dal settore formazione di Libera, il sodalizio fondato da don Ciotti nel 1995.

Per due giorni, presso l'I.I.S.S. “Mons. Antonio Bello”, docenti provenienti da tutta la Puglia si sono confrontati sull'importante ruolo che la scuola gioca nell'educare alla legalità, dando particolare attenzione agli “amministratori sotto tiro”.

Si sono susseguiti incontri, dibattiti, riflessioni che hanno visto gli interventi di Daniela Marcone, dell'ufficio di presidenza di Libera nonché figlia di Francesco Marcone (direttore dell'Ufficio del Registro di Foggia assassinato nel 1995), Sabina Matrangola, docente e figlia di Renata Fonte (assessore alle Finanze prima e alla Pubblica Istruzione poi nel Comune di Nardò, assassinata nel 1984), Michele Gagliardo dell'ufficio Libera Formazione.

A questi si sono aggiunti momenti teatralizzati, come la lettura scenica “Un diverso sguardo sulle vittime”, tratta dal libro di Francesco Minervini “Sono solo pupazzi. Un giorno con Gaetano Marchitelli” (ucciso per errore nelle strade di Carbonara) e curata dalla compagnia “Casa di Pulcinella” per la regia di Paolo Comentale.

L'iniziativa era stata annunciata nel corso dell'incontro promosso dal presidio Libera di Molfetta con l'intento di tirare le somme sull'attività svolta nei sette anni di vita del sodalizio nella nostra città (nella foto Franca Carlucci e Sergio Amato che hanno animato il dibattito). A Molfetta, infatti, il presidio si costituì nel 2010, quando una serie di movimenti di varie estrazioni (tra le quali Liberatorio Politico, Pax Christi, Agesci, Azione Cattolica) decisero di collaborare e poi dettero vita al movimento, con l'obbiettivo di porre l'attenzione su ciò che accadeva nel nostro territorio, mantenendo viva – al tempo stesso – la memoria di Gianni Carnicella, il cui omicidio ha sfregiato la comunità cittadina.

Nel corso della serata vennero presentati i settori di attività del sodalizio che comprende, appunto, quello della Formazione, al quale si affiancano quello dei Beni Confiscati e la Memoria.

Uno dei primi successi di Libera è stata la promulgazione della legge sui beni confiscati, che riguarda anche la nostra città. Già da tempo si conosceva la loro presenza sul nostro territorio, si trattava di beni rinvenienti dalle sentenze dei processi seguiti alle operazioni Primavera e Reset, che comportarono una platea di arresti. Si giunse alla confisca di cinque beni. L'Agenzia dei beni confiscati li ha assegnati al Comune: si tratta di un fondo rustico, un sottano, un locale in via catacombe, un appartamento a piano terra e uno al secondo piano.
Due di questi beni sono stati utilizzati, dal 2002, come abitazione per emergenza abitativa per due famiglie e ancora oggi sarebbero nella disponibilità degli stessi soggetti. Gli altri beni sono rimasti in stato di abbandono.
L'attività di Libera si è concentrata sul terreno, realizzando iniziative, anche in collaborazione con gli scout, culminate con l'intitolazione del fondo a Gianni Carnicella. La precedente amministrazione aveva previsto l'uso di una parte del terreno per gli scout e una parte da una cooperativa che potesse utilizzarlo in maniera produttiva.

Importante è sicuramente il settore della memoria. Il presidio Libera di Molfetta ha promosso la partecipazione alle giornate della memoria e dell'impegno (21 marzo), spesso in collaborazione con l'amministrazione comunale e la scuola. Fondamentale rimane il ricordo e l'approfondimento della vicenda di Gianni Carnicella: confermata la volontà di dedicargli una stele.

La serata si concluse con l'invito a collaborare con l'associazione, soprattutto in vista del nuovo anno sociale che partirà a gennaio.
Intento rendere più incisivo e più forte il presidio dell'associazione.

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