MOLFETTA – Complessa operazione nelle acque antistanti il Compartimento Marittimo di Molfetta impiegando mezzi ed uomini degli Uffici Marittimi di giurisdizione tesa al contrasto del fenomeno della pesca strascico durante il periodo di fermo pesca obbligatorio ed, in particolare, della pesca sottocosta di novellame.
Infatti, nel mese di agosto, inizia la pesca della cosiddetta agostinella (triglia al di sotto della taglia minima consentita di 11 centimetri) e, più in generale, del novellame di molte altre specie ittiche. Questa pratica, che già di per sé costituisce reato, è ancora più grave perché esercitata durante il periodo di interruzione obbligatoria della pesca. In base ai Decreti emanati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per il 2011, nei mesi di agosto e settembre, lungo l’Adriatico (Brindisi esclusa) vige il fermo tecnico della pesca a strascico e volante. L’interruzione è accompagnata da misure economiche a favore dei pescatori. Due di questi, entrambi ufficialmente imbarcati su pescherecci aderenti al fermo, sono stati sorpresi a bordo di imbarcazioni private mentre effettuavano il cosiddetto “strascichino” a poche decine di metri delle coste biscegliesi e tranesi. Questa pratica causa danni importantissimi all’ecosistema marino incidendo direttamente sulla riproduzione delle specie ittiche che avviene proprio in questa zona.
I due marittimi sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per danno ambientale, pesca di novellame, deposito incontrollato di rifiuti e inosservanza delle norme sulla sicurezza della navigazione oltre ad essere sanzionati amministrativamente per un totale di 4000€.
Una delle reti, entrambe abbandonate sul fondale per sfuggire ai controlli, è stata recuperata dai militari operanti mentre la maggior parte dei pesci contenuti all’interno sono stati liberati immediatamente in quanto ancora vivi al momento del controllo.
Oltre ai marittimi è stato altresì sanzionato un motopeschereccio tranese che, ufficialmente, non aveva aderito al fermo rinunciando ai relativi contributi al fine di continuare a pescare con altri sistemi di pesca. Lo strascico invece non veniva interrotto affatto utilizzando quale deposito nascosto per le reti il fondale marino ed il GPS di bordo per il recupero. La presenza di “pali” a terra completava l’organizzazione inficiando, di fatto, l’intervento delle motovedette e permettendo così di sfuggire ai controlli. I sotterfugi però non sono bastati dal momento che parte del personale operante ha filmato i movimenti dei pescherecci con telecamere nascoste accertando i reati prima ancora che intervenissero i mezzi.
L’attività di vigilanza, sia a mare che a terra, continuerà nei prossimi giorni e fino al termine del fermo pesca al fine contrastare ogni abuso e difendere il mare da tutte le forme di pesca illegale.