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Molfetta, inaugurazione di Piazzetta Giovene: privatizzazione "involontaria"?
30 gennaio 2012

MOLFETTA - Inaugurata la nuova piazzetta Giovene, un altro “fiore all’occhiello” per una Molfetta che cerca di rivalorizzare il proprio centro storico. Tripudio di luci, pulizia e bellezza rinata ai piedi del Palazzo Vescovile (sede della diocesi) e della Cattedrale. Terminati i lavori di svellimento, pulizia e ripristino delle attuali basole, di sostituzione di quelle rotte con altre nuove, nonché del livellamento dell'intero manto stradale. Ma chi veramente usufruirà di questa piazza, data la presenza di due semafori sempre rossi?
«Un vivo ringraziamento va all’Impresa Balacco che ha curato i lavori - ha dichiarato il sindaco Antonio Azzollini (nella foto con mons. Martella), presente all’evento - e ad Edo d’Elia che gratuitamente ha allestito nuove essenze arboree». Un effetto che ridà valore alla facciata del Palazzo Vescovile è offerto dall’illuminazione artistica dal basso verso l’alto, vera squisitezza monumentale. Il progetto messo a punto dall'ing. Enzo Balducci, dirigente del Settore Lavori Pubblici, ha previsto anche la realizzazione di caditoie per la raccolta e lo smaltimento delle acque piovane, la bonifica interna delle cisterne interrate e la realizzazione di rampe per diversamente abili.
Inoltre, il progetto finanziato dal Comune di Molfetta e approvato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Bari, ha riguardato il consolidamento delle antiche cisterne idriche presenti sotto il piano strada a seguito del cedimento di alcune basole avvenuto circa un anno fa, che ha fatto riscoprire questa antica piscina caduta nell’oblio. Le sue origini risalgono al 1860, quando il Comune di Molfetta dette avvio a un vasto progetto di costruzione di piscine in alcuni punti strategici della città. Per esempio si pensò di raccogliere e incanalare l’acqua piovana proveniente dalla gronda della Cattedrale in un invaso coperto nei pressi dell’ingresso dell’episcopio. Dopo un periodo di lunga siccità (1863), nel 1865 l’ing. Corrado de Judicibus realizzò le due cisterne.
«Ci vuole spirito civico per la conservazione del patrimonio della nostra città - l’ammonimento di Azzollini -. Vi preannuncio la scoperta di alcuni affreschi nel corridoio che unisce la sede del Comune e la chiesa di San Bernardino, andando a completare un panorama di tutto rispetto che valorizza la nostra cultura e la bellezza di Molfetta» (come Quindici ha già anticipato nel numero di novembre 2011). «La presenza del Seminario Vescovile è stata da sempre fucina della cultura molfettese - ha continuato Azzollini, rivolgendosi al vescovo mons. Luigi Martella, dopo la benedizione della piazza - si devono stringere i rapporti tra la curia, detentrice di gran parte dei beni culturali, e il Comune”.
Due semafori limitano il traffico veicolare ai due ingressi della piazza, accompagnati da pilomat che limitano l’ingresso alle auto. In sostanza, il traffico veicolare nella piazza è stato concesso solo al personale del seminario e ai residenti del portone frontale alla piazza stessa, con la possibilità di sostare con i propri veicoli senza troppi problemi. Privatizzazione involontaria? Era necessaria la presenza dei semafori, che hanno il loro costo, non bastava la presenza dei pistoni? Insomma, dove servono i semafori non sono installati, dove non servono vengono collocati per poi essere usati solo come segnale di pericolo con luce lampeggiante gialla. Questo il risparmio sui conti comunali.
 
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Autore: Saverio Tavella
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