Molfetta, il sindaco Minervini a rischio sfiducia. Ma la partita è ancora aperta. Oggi l’incontro si gioca in consiglio comunale
MOLFETTA – Siamo già alle pezze e fra poco gli stracci voleranno nell’amministrazione ciambotto del sindaco Tommaso Minervini che governa Molfetta.
Oggi pomeriggio è in programma un consiglio comunale che potrebbe essere l’ultimo di questa amministrazione che ne potrebbe uscirne sfiduciata, pronta a ricevere il commissario prefettizio, ma soprattutto pronta alle elezioni che si terranno nella prossima primavera.
E così, c’è già che sente puzza di bruciato con l’immancabile Pino Amato, che, da esperto voltagabbana, si prepara ad andare in soccorso al probabile vincitore (l’ultima volta ha puntato sul cavallo sbagliato, il fiuto non l’ha aiutato, ma poi si è rifatto mollando l’ex sindaco Azzollini ormai in disgrazia per saltare sul carro dell’emergente Tammacco).
Ovviamente “il più amato dai molfettesi” (secondo lui, ndr) deve sempre rimediare qualche prebenda offrendo il suo pacchetto mobile di voti al miglior offerente politico, di destra o sinistra non importa, purché sia quello vincente. L’opposizione non fa per lui, non ama perdere.
Alcune formazioni politiche, come quella che fa capo all’assessore Pietro Mastropasqua, che non ha fatto mistero dei suoi recenti maldipancia e che è pronto a sfiduciare Minervini per aprirsi la strada a candidato sindaco. Ovviamente per arrivare a questo risultato ha bisogno dei voti dell’ex sindaco ed ex senatore Antonio Azzollini, che, pur a corto di voti, può sempre contare su quelli di opinione. Mastropasqua smentisce, ma come sappiamo, in politica mai dire mai. Del resto “Quindici” è stato il primo a ipotizzare una candidatura Mastropasqua e un suo riavvicinamento ad Azzollini.
Poi c’è l’altro esperto in salti nel… buio: Pasquale Mancini. Anche lui, come il segugio delle assicurazioni, ha fiutato puzza di bruciato intorno al sindaco e si è subito smarcato, non mancando di fargli arrivare critiche ingenerose per chi è stato della partita politica delle liste civiche del ciambotto (copyright di Quindici).
Ma oggi Mancini, un tempo portavoce delle liste civiche del “Noi” tammacchiano, appare un po’ isolato e sembra una vox calmans in deserto, come conferma l’assessore Ancona, più suffragato di lui e ancora ben saldo sulla poltrona.
E il “burattinaio” Tammacco cosa farà? Come muoverà i suoi “pupi”? Anche a lui, voltagabbana, non piace perdere, né bada alle idee: destra o sinistra vanno bene, purché si resti in sella.
Oggi, paradossalmente, potrebbero essere i consiglieri dell’opposizione di sinistra Zanna, De Candia e Rana, a salvare la poltrona al buon Tommaso. Infatti loro vorrebbero una sfiducia in aula, con una mozione ad hoc che aumenterebbe il ruolo di opposizione delle forze di sinistra.
Che farà quel che resta dell’opposizione di destra, Forza Italia in particolare, che non ha avuto mai un ruolo all’interno del consiglio e che ora assiste alla fuga dei suoi consiglieri che hanno abbandonato una nave che affonda o che è già affondata? Non è dato sapere. Ma questa sarebbe l’occasione per ribaltare il piatto delle liste civiche e risonare protagonisti, sostenendo Mastropasqua con il quale operano tutti gli ex del senatore decaduto.
La partita è aperta e comunque la candela per Minervini si sta rapidamente consumando prima della scadenza naturale del mandato. Ma il buon Tommaso, da politico esperto, non commetterà lo stesso errore di Paola Natalicchio che impulsivamente si dimise quando ancora non era stata sfiduciata. Il sindaco resterà attaccato alla sua poltrona, fino all’ultimo voto contro. Ha resistito alla bufera giudiziaria, figurarsi se non resiste a quella politica.
Stasera vedremo: l’occasione sarà il voto al bilancio consolidato. Qui si giocheranno le partite politiche oppure ci sarà qualche mozione di sfiducia che salterà l’ordine del giorno di una seduta già saltata in precedenza.
Il fuoco alle polveri è stato già dato, ora vedremo se sarà una miccia corta o lunga.
Di quello che avviene a sinistra, parleremo in un altro articolo.
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