Molfetta: frasi provocatorie inneggianti al fascismo sui muri dell'Arci
MOLFETTA - Spesso camminando per le strade si scorgono sui muri vecchi e nuovi eroi vestiti per l'occasione di frasi veloci, toni lenti o combattivi, note simpatiche o appassionate. Tanti giovani cercano quei muri per dire al mondo il proprio essere, per non sentirsi sempre oggetto dello sguardo denudante e onnipresente dell'altro, per travolgere la visuale altrui con un tocco di se stessi, con qualcosa che è proprio e che tale resti, pur arricchendo gli sguardi che passeranno.
Ma c'è chi trova sui muri il facile ponte fra il disprezzo e la provocazione, per riportare alla ribalta sentimenti di odio e pregiudizio, colorati per l'occasione.
“Feccia rossa”, “Anti-anti fa'”, sono queste le frasi che hanno sporcato ieri il muro della sede dell'Arci di Molfetta, società culturale da tanti anni attiva nel territorio con la sua proposta sempre vivida, nonostante i tempi bui. Tornano le frasi inneggianti ad un'idea ripresa forse per appariscenza, forse per incoscienza, a quell'abbozzo confuso di arroganza tinta da pseudo - fascismo che sembra continuare a fomentare alcuni gruppi di giovani molfettesi.
Già due anni fa la città si riempì di scritte di questo genere, e tempestiva fu la risposta, il giorno della Liberazione, di alcuni ragazzi molfettesi che, armati di pittura e pennello, eliminarono le frasi dai muri.
Sembra che ancora la comodità di sopraffare il confronto con una voce unica e autonoma trovi in certe lontane idee di oppressione, autorità, dominio e sfruttamento il carburante ideale per provocare.
Pare che le voci a senso unico, le prospettive uniche e piatte, vogliano ancora sporcare l'orizzonte variopinto del pensiero, con tinte nere e indelebili, come quelle sui muri dell'Arci.
Autore: Giacomo Pisani