Molfetta, continua l'attività di bonifica dagli ordigni bellici nel nuovo porto sotto sequestro giudiziario non impugnato da nessuno
MOLFETTA – Dopo le tante chiacchiere dei perditempo su Facebook del partito “Io lo voglio”, finalmente arriva la verità dalla Procura della Repubblica sulla bonifica del nuovo porto commerciale dei Molfetta sottoposto a sequestro giudiziario, dopo l’operazione D’Artagnan dei Pm Giannella, Maralfa e Savasta, sulla presunta truffa da 150 milioni di euro, che ha portato all’arresto domiciliare per l’ingegnere comunale Enzo Balducci e il geom. Giorgio Calderoni della Cmc.
Nell’inchiesta sono indagate 62 persone fa cui anche l’ex sindaco di centrodestra sen. Antonio Azzollini, (la cui posizione si è aggravata dopo che gli è stata contestato un nuovo grave reato, quello di concussione), il consigliere regionale Antonio Camporeale e l’ex dirigente delle Finanze, Giusi De Bari.
La prosecuzione dei lavori del porto veniva chiesta a gran voce per tutelare la salute dei cittadini per le bombe presenti nel porto, molte a contenuto chimico e dannose per l’alimentazione dei cittadini.
Ora la Procura fa sapere che, malgrado i numerosi appelli alla prosecuzione dei lavori, nessuno ha impugnato, per chiederne l’annullamento al Tribunale del Riesame, il sequestro del cantiere disposto il 7 ottobre scorso. Né è stata chiesta la rimozione dei sigilli di un cantiere che non si sarebbe dovuto mai realizzare per la presenza di migliaia di ordigni bellici nei fondali, di cui tutti sapevano e hanno ignorato il pericolo, pur di mandare avanti i lavori, anche a discapito della sicurezza personale dei pescatori e della salute dei cittadini che potrebbero mangiare pesce contaminato dagli agenti chimici presenti nelle bombe.
Ma quello che nessuno dice, per convenienza personale o politica, è che la Procura non ha bloccato l’attività di bonifica dei fondali, attività che sta continuando, insieme con quella di messa in sicurezza del porto, almeno fin quando ci sarà una disponibilità di soldi. Quando saranno finiti, sarà difficile riuscire ad ottenerne altri, anche a causa della crisi economica in atto.
Col decreto di sequestro preventivo, il gip del Tribunale di Trani Francesco Zecchillo ha nominato un amministratore giudiziario: il dott. Giuseppe Vacca, che però non ha competenza sull’attività di bonifica, ma solo sul cantiere sequestrato.
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