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Molfetta, Abbattista (Pd) attacca il sindaco: Azzollini si ostina a eludere la norma statutaria sulle donne in giunta
24 settembre 2008

MOLFETTA - “Il sindaco Azzollini, con il decreto di nomina degli stessi dieci assessori 'sospesi' dal Tar Puglia con l'ordinanza dello scorso 12 settembre elude chiaramente il provvedimento giurisdizionale e conferma la disapplicazione dell'art. 37 dello Statuto Comunale, non cogliendo evidentemente la ratio della norma”. Con queste parole Giovanni Abbattista (foto), consigliere comunale e coordinatore locale del Partito Democratico, ha commentato la decisione del sindaco di “rinnovare” la Giunta confermando gli stessi assessori, senza garantire, quindi, la rappresentanza femminile. “Il primo cittadino – ha proseguito Abbattista –, anche dinnanzi ad un chiaro 'ordine' del Tar, continua ostinatamente a violare l'art. 37 dello Statuto che gli impone di assicurare la presenza dei due sessi in Giunta. Ma quel che è più grave è che nelle motivazioni che adduce per sostenere la sua tesi teorizza esplicitamente il principio in base al quale l'unico titolo di merito per poter far parte della sua squadra di assessori è il numero di preferenze che i candidati al Consiglio Comunale sono in grado di raccogliere. Non servono competenze, non sono richieste capacità, non interessano altre qualità. Servono solo i voti. E questo principio, portato alle estreme conseguenze, induce Azzollini a tenere fuori dalla Giunta le donne in quanto non in grado di raccogliere consensi tali da meritarsi la sua fiducia. Una fiducia che si 'pesa' con il numero delle preferenze. Siamo dinnanzi ad un fatto gravissimo. Ma quel che più inquieta è la totale mancanza di quel senso delle istituzioni che dovrebbe caratterizzare sempre un sindaco. Il nostro, invece, pensa di poter calpestare la dignità delle donne molfettesi giocando con le parole, cercando, così, di aggirare una norma di chiara interpretazione. Noi continueremo, con coerenza e determinazione, a sostenere, in questa città, il primato della legge rispetto a quello dell'arbitrio, e allo stesso modo continueremo a sostenere fermamente questa battaglia. Una battaglia di civiltà”.
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