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Maxi-rissa allo stadio "Petrone" di Molfetta: 3 ragazzi contusi
09 gennaio 2006

MOLFETTA - 9.1.2006 E' finita in rissa la partita tra Molfetta e Palese di II categoria che si stava giocando ieri al campo "Petrone" (nella foto). Le due squadre erano sul 2-2, e stavano giocando gli ultimi 5 minuti di recupero, quando in tribuna sono cominciati gli insulti fra le due tifoserie (sembra che a cominciare siano stati gli ultras ospiti) e poi si è passati alle mani: pugni, sputi, calci, schiaffi e botte da orbi. Ai tifosi si sono aggiunti anche i giocatori del Palese e alla fine ne è nata una mega-rissa che le forze dell'ordine non sono riusciti a domare. Risultato: tre ragazzi in ospedale con contusioni varie e qualche lussazione. Il motivo della rissa andrebbe cercato in una situazione di classifica che vede il Palese con un distacco di 4 punti dal Molfetta e un pareggio avrebbe compromesso la posizione degli ospiti. Così è volata qualche parola di troppo che è sfociata poi nella scazzottata finale con il ricovero dei tre ragazzi in ospedale. Leonardo de Sanctis
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Scene di ordinaria follia in un campo di periferia. Pensi di trascorrere un pomeriggio diverso dal solito, a ridere e scherzare di amici e conoscenti che per passione rincorrono, spesso goffamente, un pallone; ti ritrovi, invece, qualche ora dopo nelle corsie di un ospedale ad attendere medicazioni e referti in un silenzio tombale che incita immagini raccapriccianti a riproporsi senza tregua in mente e che acuisce la delusione e il tuo senso di impotenza. Ogni aggettivo risulta eufemistico per definire questa assurda domenica invernale. Incontro (per routine definito tale, si tratterà in realtà del contrario) valido per il Campionato di Seconda Categoria, Bari Sport Molfetta- E.C. Palese, Stadio Comunale B. Petroni, Domenica 8 Gennaio. Si intuisce da subito che non sarà una partita serena, giocata a calcio. I padroni di casa sono oggetto di minacce e intimidazioni dagli avversari. Nessuna velleità di classifica, in un campionato dilettantistico, lo giustifica. Volano parole grosse, spintoni, pugni e schiaffi. La partita prosegue in un clima irreale e l'arbitro, un ragazzino spaurito e giustamente più preoccupato di terminare illeso la partita che di garantire l'ordine in campo, si rende involontario complice dei continui “pestaggi” degli ospiti ai danni della squadra di casa; si giunge ai minuti di recupero del match e accade l'inenarrabile: un personaggio facilmente identificabile perché vestito dei colori sociali del E.C. Palese, già resosi protagonista durante la partita di un tentativo di invasione di campo, si reca verso la parte delle tribune occupata dagli spettatori molfettesi e in preda ad un'ira animalesca assolutamente immotivata aggredisce chiunque gli capiti sottotiro. Il resto è follia mai vista: calciatori e dirigenti del Palese scavalcano le recinzioni e raggiunte le tribune scatenano la violenza nei confronti delle poche persone che non riescono a fuggire. Sono attimi di panico e qualche minuto dopo il “bollettino di guerra” così recita: tre persone trasportate in ospedale, contusioni ed evidenti segnali di colluttazione sui volti di alcuni, l'orrore e lo sdegno per la vergogna consumata su quelli degli altri. Appassionato sportivo, amante dell'allegria e dei colori del calcio, del colore più brutto e luttuoso termino qui la cronaca, nera, di una partita che doveva essere di calcio. Due considerazioni, però, mi preme fare. In primis, da sempre sostenitore della capacità di recupero sociale dello sport come alternativa al degrado delle periferie e delle sottoculture, vedo oggi affievolirsi le mie convinzioni e chiedo fermamente di non incontrare più tali facinorosi e violenti sui campi di gioco. In secondo luogo accertata dagli ultimi, incresciosi, episodi di violenza la pericolosità di tali eventi sportivi, credo sia logico aspettarsi in un futuro prossimo una presenza più numerosa e operativa delle forze dell'ordine a tutela di calciatori e spettatori.



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