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Marianna: a caccia di un lavoro qualsiasi per poter studiare
15 settembre 2008

Parlarvi del mio approccio al mondo del lavoro e del mio attuale stato di precaria-disoccupata mi pesa e non poco, perchè in fondo significa parlarvi della mia vita, e di ciò che non sono riuscita a realizzare. Vorrei poter tornare indietro di 11 anni, quando su un foglietto bianco di una attività di Azione Cattolica, annotai il futuro che immaginavo per me… diventare un medico che con umiltà e col sorriso avrebbe curato gli ultimi fra gli ultimi magari in qualche terra lontana… un progetto alto ma sincero che le vicissitudini della vita hanno reso sempre più irrealizzabile, anche perché la ragazzina di allora è molto diversa dalla donna che sono diventata e il cambiamento a mio parere non è stato del tutto positivo. Avvenimenti dolorosi e relazioni tradite hanno contribuito a rendermi sempre più fragile. Non avrei mai voluto trovarmi nella attuale condizione in cui, con la prospettiva di una vita matrimoniale alle porte e con tutti i problemi economici ad essa connessi, la ricerca di un lavoro è divenuta priorità assoluta, dovendo dar conto anche ad altri di quello che sarà il mio “contributo” nel pre e post matrimonio. Così, certa di una laurea ormai lontana, anche per problemi burocratici interni alla mia facoltà (che hanno contribuito al rallentamento dei miei studi e che ancora attendono risposte!), ho iniziato a leggere i primi annunci di lavoro sui giornali e in rete, alla ricerca di un lavoretto part-time che mi consentisse anche di continuare a studiare. La maggior parte degli annunci richiedevano candidati con un'età non superiore ai 29 anni e che avessero maturato nei vari settori una esperienza di almeno due anni. Già soltanto questi due requisiti mi tiravano fuori da diverse possibilità lavorative. A questi si è aggiunta poi la scoperta della necessaria iscrizione all'ufficio di collocamento che io non avevo mai fatto perché nessuno mai me ne aveva parlato! E molti annunci richiedevano anche un certo periodo di disoccupazione che ovviamente io non avrei potuto dimostrare. Ho così capito che questa caccia al lavoro sarebbe stata più ardua del previsto! Ho cercato però di non scoraggiarmi e tramite passaparola di parenti e conoscenti ho trovato qualche occupazione di breve durata diverse tra loro per tipologia ma tutte con le medesime caratteristiche: Orario di lavoro variabile, in genere in eccesso rispetto a quello concordato Compenso irrisorio e talvolta assente quindi sfruttamento! Certezza di una non futura continuità lavorativa. Depersonalizzazione, ossia: non interessa a nessuno chi sei, basta che produci. Le tue idee non contano nulla e anzi se il tuo pensiero si discosta da quello della massa (per esempio per il tuo credo), sei pure deriso. tutta la grinta e la bella personcina in gamba e piena di qualità che sai di essere, di fronte a datori così egoisti e meschini, proprio non riesce ad emergere ed anzi ogni volta reprimi l'impulso di mandare tutto per aria solo perché, in fondo, la parte debole che ci perde sei tu. Così continui a svolgere al meglio il tuo compito, cercando di farti apprezzare per quel po' che l'altro è disposto a cogliere di te, sperando che quell'ingoiare bocconi amari sia solo un passaggio obbligato che ognuno deve affrontare per accedere ad una futura serenità lavorativa. Giunge però poi un momento in cui il senso del rispetto per te stesso si fa sempre più insistente nella mente e la tua personalità a lungo soffocata esplode e comprendi che quella non era la strada giusta per te ma un bivio che ti aveva portata fuori strada. E così zainetto in spalla carico di pazienze e speranze, sandali comodi ai piedi, e tappi nelle orecchie per non ascoltare i soliti commenti sulle tue scelte sbagliate, che chi ti è accanto inesorabilmente fa, si riparte per una nuova ricerca con il cuore in bilico… ciò che troverò centrerà qualcosa, si avvicinerà almeno un po' al mio mondo, ai miei sogni e desideri? A volte mi ritrovo confusa, immersa in una fitta nebbia… e mi piacerebbe tanto poterla spazzare via per scorgere almeno un frammento di ciò che potrà esserne della mia vita.
Autore: Marianna
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