Lega Ambiente Molfetta: cosa dobbiamo aspettarci dal 2009
MOLFETTA - Ci sono tantissime cose che si possono dire sull'ambiente nella nostra città. Il problema è che la maggior parte di queste sono cattive notizie. Sono questi i temi della conferenza stampa indetta da Lega Ambiente, dal titolo «Che cosa dobbiamo aspettarci dal 2009?», presso la nuova sede in Via Paniscotti.
Definire il 2008 “annus horribilis” è poco, secondo Antonello Mastantuoni (nella foto, al centro con Rosalba Gadaleta e Cosimo Sallustio), a conclusione di una “decade malefica”: vicenda Powerflor, bombe all'iprite, l'incredibile vicenda della nuova foresteria della Guardia Costiera, quella ancora più incredibile dell'impianto di compostaggio, quella dell'ampliamento della zona PIP in un'area a forte rischio idrogeologico, l'autorizzazione a costruire i distributori di carburante in aree protette, e tanto altro ancora.
Sono 25 anni che il circolo di Legambiente opera a Molfetta, nel corso dei quali sono state realizzate campagne, vertenze, corsi di educazione ambientale.
Tra le campagne sono state ricordate “Malaria” del 1995 e la campagna sulle bombe all'iprite poco dopo la guerra del Kosovo. Da allora Goletta Verde ha operato numerose volte a Molfetta, sino al 2004, anno della bandiera nera all'allora sindaco Tommaso Minervini, per la cementificazione delle coste e nella fattispecie dello stabilimento balneare Bahia.
Tra le vertenze: quella impugnata di fronte al TAR per Torre Calderina, e nella costituzione in giudizio per la vicenda Mazzitelli sull'impianto di compostaggio.
Educazione ambientale: dalla costituzione del Forum Agenda 21 sino agli incontri più recenti di educazione ambientale e l'iniziativa “I presidi del libro”che opera da quattro anni e promuove l'incontro dei lettori intorno a tematiche e progetti di rilevante interesse civile.
L'ambiente a Molfetta tuttavia “è profondamente peggiorato, e per Legambiente è una sconfitta, ma poteva andare peggio”.
L'interpretazione delle ragioni di insuccesso individuate dai membri sono varie, anzitutto politiche. Il trasferimento dei poteri statali, per l'idea di un'Europa fondata sulle autonomie, ha comportato che un valore centrale come quello del bene collettivo non fosse più di interesse nazionale, ma si concentrasse nei portatori di interesse, e spesso anteponendo gli interessi privati ai reali interessi della collettività. Sull'argomento ha proseguito Mastantuoni: “Sono stati violati gli interessi generali, ma chi doveva farsene carico? Nessuno. L'idea di Azzollini per cui il massimo momento democratico sono le elezioni è assolutamente in contrasto con l'idea che dall'Europa ci viene, ovvero che il bene comune va recuperato dal confronto e quindi da azioni di trasparenza”.
Sulle origini del circolo è poi intervenuto Cosimo Sallustio: “Nell'83 è nato il circolo, e la situazione era profondamente diversa, Molfetta era incardinata su due settori di sviluppo: pesca e agricoltura. A livello nazionale si passò dall'ambientalismo stile WWF incentrato su aree protette a quello scientifico applicato sull'area urbana. Da lì fu fatto il censimento sulle aree verdi. Già sorgeva il problema dell'espansione edilizia e nella Zona 167 non c'era un'area verde. Adesso c'è ma non si riesce ad aprire”.
Sulla questione delle spiagge sono state svolte campagne per il corretto funzionamento dell'impianto di depurazione, che ancora oggi vede una vasta zona di costa interdetta alla balneazione, poiché non riesce a depurare in maniera adeguata. Ha ricordato che alla fine degli anni '80 con gli scout dell'AGESCI fu organizzato un campo di lavoro nella zona dello Scoglio d'Inghilterra, zona su cui insistono due stabilimenti balneari privati. Un altro passo fu la riqualificazione di Cala San Giacomo, che oggi è cimitero delle 16 telecamere di sindacatura Minervini e teatro di ripetuti atti vandalici, a dimostrazione di una totale mancanza di manutenzione dei siti di interesse.
E' stata ricordata poi la vicenda della centrale termoelettrica Powerflor, dei tralicci dell'alta tensione la cui rimozione è stata ultimata solo nel 2008. A ciò si aggiunge la sensibilizzazione sul'inquinamento atmosferico e acustico, avviata nel '96 con la campagna Stop allo smog. Le piste ciclabili furono indicate come soluzioni, tuttavia non sono mai diventate parte del tessuto della viabilità urbana come invece è avvenuto a Giovinazzo, Bisceglie e Trani.
L'inaugurazione del Forum Agenda 21 sotto il sindaco Minervini è tutt'ora un'occasione di discussione sulle politiche ambientali locali, avanzando sin dal principio perplessità sulla fisionomia del nuovo porto di Molfetta, argomento tornato oggi di forte attualità.
Successivamente Rosalba Gadaleta ha proseguito sugli strumenti fondamentali dell'azione di Legambiente, tra cui oltre al Comitato Scientifico c'è il CEAG (Centro di Azione Giuridica) a disposizione dei cittadini per promuovere iniziative giudiziarie di difesa e tutela dell'ambiente e della salute, composto da personale volontario di docenti, ricercatori ed esperti, a testimonianza del ruolo dell'educazione alla legalità in rapporto all'ambiente.
Sulle stazioni di servizio in fase di costruzione, una delle quali presso l'Oasi di Torre Calderina, si è sottolineato che essa è in violazione del PUTT/P (Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio) emanato dalle regioni con la collaborazione degli enti locali, nel quale è affermato che non sono autorizzabili interventi che comportino “grave turbamento alla fauna selvatica e modificazioni significative dell'ambiente ad eccezione di quelle conseguenti al ripristino/recupero di situazioni degradate”.
Sull'impianto a biomasse Powerflor, che si erge in campagna sulla strada provinciale Molfetta-Bitonto, in contrada Ciardone, si è parlato della totale assenza di trasparenza e di informazione in merito. Sui rischi ci sono le prospettive di importazione delle biomasse dall'estero, che annullerebbero gli effetti positivi provenienti dall'uso di oli vegetali, causando un grave turbamento alla fauna selvatica e modificazioni significative dell'ambiente, oltre a violare il Decreto Attuativo del 2008 secondo cui si possono usare biomasse provenienti da un raggio massimo di 70 km.
Si è parlato poi della vicenda lunga tredici anni dell'impianto di compostaggio “Ing. Orfeo Mazzitelli S.p.A.”, tra difformità di utilizzo, palesi violazioni, sequestri e indifferenza di gran parte della città. La storia dell'impianto di compostaggio iniziò nel 1987 con la delibera del Consiglio Comunale di Molfetta nella quale venne indetto un appalto per la realizzazione di un impianto per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.
Altra nota dolente: la nuova urbanistica molfettese. Le nuove aree industriali hanno indebolito fortemente le lame come strutture indispensabili per il fluire delle acque, ostacolate quindi da uno sbarramento. In tal senso il PIP (Piano per gli Insediamenti Produttivi), non tiene conto della morfologia del territorio, attraversato da ben tre lame. Il rischio sarebbe che, in caso di abbondanti precipitazioni le lame possano gonfiarsi e trascinare tutto ciò che impedisca il naturale deflusso delle acque.
E altre ancora: espansione edilizia su alcune aree presso Torre Calderina, in fase di lottizzazione; questione dei cartelloni stradali selvaggi; privatizzazione acquedotto urbano.
Tra le iniziative in programma per il 2009, Legambiente si impegna a stilare dati scientifici per un monitoraggio sulla qualità urbana, e una campagna di sensibilizzazione sulla tutela del territorio, a partire dal successo ottenuto con la riapertura del Pulo, attraverso iniziative nelle scuole e promozione del Pulo come terreno di ricerca.
Infine per il mese corrente sono previste conferenze organizzate con il Liceo Classico, il Liceo Scientifico e l'ITCGT, che si concluderanno con un incontro al quale presenzierà il noto docente di economia e filosofo Serge Latouche.
Autore: Corrado la Martire