Le belle pagine musicali dell’Alter Chorus davanti alla Pietà
Consensi per il concerto lirico-sacro dell’Associazione Femminile dell’Addolorata al Purgatorio
Squadra che vince non si cambia. Incassato a inizio marzo, insieme alle studentesse del Liceo “Fornari”, il pieno successo della performance Le donne nel melodramma italiano (di cui diamo conto in altro articolo), riecco di nuovo l’Alter Chorus, capitanato dal prof. Antonio Allegretta, il soprano M° Marilena Gaudio e il pianista M° Emanuele Petruzzella in un appuntamento musicale organizzato dall’Associazione Femminile Figlie di Maria SS. Addolorata insieme all’Associazione di Promozione sociale “Don Tonino Bello”, della quale l’Alter Chorus fa parte: un concerto tenutosi nella serata dello scorso 9 marzo presso la chiesa del Purgatorio che si inserisce nell’ambito delle iniziative culturali che la Pia Associazione femminile, insieme all’Arciconfraternita della Morte, ha predisposto quest’anno per la quaresima, tempo forte della liturgia e periodo ricco di tradizioni, simboli e significati, facenti parte a pieno titolo della cultura popolare molfettese. Davanti al simulacro della Pietà, portato in processione il sabato santo e intronizzato sul presbiterio in occasione del pio esercizio delle prime quattro domeniche di quaresima dedicato alla Madonna che reca in grembo il Cristo esanime deposto dalla croce, i cantanti, con l’accompagnamento pianistico del sempre magistrale maestro Petruzzella e con la direzione sempre sapiente del prof. Allegretta, hanno offerto alcune perle pregiate di grande musica, tratte sia dal repertorio lirico che da quello sacro, tutte comunque intrise di spirito religioso. Ad aprire il concerto l’Alter Chorus con l’inno eucaristico dell’Ave Verum Corpus nella celebre versione di Wolfgang Amadeus Mozart, del quale il coro non ha mancato di restituirne, con una attenta interpretazione, tutti quei sentori musicali e spirituali che rendono immortale questo mottetto, caratteristiche queste che affascinavano il grande don Salvatore Pappagallo, al quale la corale lirica ha voluto dedicare l’esecuzione di questo brano. Sempre del compositore salisburghese il coro ha poi eseguito con altrettanto trasporto altri tre brani tratti dalla Sequentia dell’incompiuto Requiem in re minore KV 626, iniziato contemporaneamente alla stesura dell’Ave Verum negli ultimi giorni di vita dell’autore (e completato dall’allievo Süßmayr), ossia le strofe Dies Irae, Rex tremendae e lo struggente larghetto Lacrimosa dies illa. Dal repertorio operistico l’Alter Chorus ha poi offerto due paradigmatiche arie corali verdiane quali O Signore dal tetto natio, da I lombardi alla prima crociata, e il Va pensiero dal Nabucco, due tra le arie di baule del coro. Tuttavia, come evidenziato dal Antonio Allegretta durante la presentazione dei vari brani da egli stesso curata, proprio la circostanza della frequente messa in programma, unita ad una non particolare complessità musicale, rende questi pezzi ancor più di difficile esecuzione, stante il rischio di cadere nel tranello di una interpretazione sterile e routinaria, rischio dal quale l’Alter Chorus si è ben guardato anche questa volta. Marilena Gaudio ha interpretato invece due significative preghiere del melodramma italiano, l’Ave Maria di Desdemona nell’Otello di Verdi e Vissi d’arte da Tosca di Puccini. Due arie che Gaudio nel cantarle si è letteralmente gustate e fatte gustare, con una gestione del fiato estremamente elastica e una centratura drammaturgica ponderatamente ricercata. Coro e soprano si sono poi uniti nell’esecuzione di un altro cavallo di battaglia dell’Alter Chorus, l’intenso finale secondo de La forza del destino di Verdi, La Vergine degli angeli, con le sezioni maschili del coro lirico molfettese (da questo brano in poi integrate da un corista della vecchia guardia dell’Alter Chorus presente tra il pubblico chiamato dal direttore Allegretta, creando così una bella rimpatriata), e il prorompente Inflammatus dallo Stabat Mater di Rossini, il cui tema musicale è particolarmente caro ai molfettesi poiché facente parte della marcia funebre tratta dalla sequenza liturgica del compositore pesarese che accompagna in modo particolare le ritirate delle processioni della Vergine Addolorata e della Pietà, le due rappresentazioni della Madonna dolente per la Passione del Figlio alle quali sono stati dedicati dagli artisti questi ultimi due brani. Passione e Resurrezione hanno chiuso il concerto, con l’esecuzione dell’inno O Haupt voll Blut und Wunden, eseguito col testo comunemente cantato nelle chiese italiane Signore, dolce volto, con la melodia composta da Leo Hassler e armonizzata da Johann Sebastian Bach, il quale utilizzò questo corale nella sua Passione secondo Matteo, e la scena e preghiera di Cavalleria Rusticana di Mascagni, Regina Caeli… Inneggiam, il Signor non è morto, quest’ultima insieme al soprano, a voler formulare un potente augurio per la suprema solennità della Pasqua, perno della Cristianità, verso la quale si proietta il periodo quaresimale. L’entusiasmo con cui è stato accolto questo augurio ha sintetizzato l’ampio gradimento del cospicuo pubblico presente e della presidente dell’Associazione Femminile dott.ssa Damiana Modugno per questa serata musicale sotto lo sguardo della Beata Vergine consolatrice degli afflitti, dedicataria della chiesa del Purgatorio. © Riproduzione riservata