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La spiaggia: un eterno problema
15 luglio 2009

Ogni anno puntualmente all’apertura della stagione balneare si discute sulla mancanza di un piano di sviluppo e incremento turistico del nostro litorale. La nostra spiaggia, poco curata su tutti i punti di vista, è pure poco accogliente per la sua natura. Probabilmente appena un terzo di tutta la sua lunghezza è a disposizione della cittadinanza e, in questo terzo, limitatissimi sono i tratti di spiaggia liberi e accoglienti. Porto all’attenzione dei lettori la lettera che, nell’estate del 1939, il prof. Saverio La Sorsa inviò a La Gazzetta del Mezzogiorno sul futuro e sulla valorizzazione della spiaggia di Molfetta: «La spiaggia di Molfetta è fra le più salubri e pittoresche della regione, ha attrattive panoramiche, che hanno formato oggetto di quadri di numerosi artisti locali e forestieri, è bagnata da un’acqua profumata d’alghe e da effluvi marini che aprono i polmoni ad un più ampio respiro. Eppure è poco conosciuta e scarsamente frequentata da bagnati d’altre città. La ragione principale, come ha scritto il vostro corrispondente, e che Molfetta non offre comodità e attrattive, che si notano altrove. La sua spiaggia è come Dio la creò, quasi impraticabile, senza che vi siano compiute opere d’arte per corregere la struttura, migliorare la viabilità, basolarla, arricchirla di marciapiedi, di alberi e di ombre. Quando si pensa alle enormi spese, che hanno affrontato altre città adriatiche per abbellire le proprie spiagge, e quando si guarda a quello che hanno fatto paesi a noi vicini, si sente una certa mortificazione a vedere che Molfetta, città di circa 50 mila anime, che ha una storia luminosa, bellezze naturali così varie, aria così balsamica, che possiede monumenti segnalati in tutte le guide turistiche e in tutti i libri di storia dell’arte, non si muova per mostrare quanto madre natura ed i suoi figli hanno fatto per rendere piacevole e gaia la dimora in essa. Occorre aver coraggio e marciare animosamente, il Fascismo ha rinnovato gli spiriti e vuole valorizzare le varie risorse di cui dispone ogni città. Da quando è al potere, ha mutato il volto della Patria, con mille svariate istituzioni e benefiche provvidenze, e come si sono trasformate tante città, così deve avvenire di Molfetta, che in tante attività è antesignano nel Mezzogiorno. Non mancano le intelligenze e le energie; mancano i quattrini e forse un po’ di spirito d’iniziativa. Bisogna aver coraggio e fede. Il Podestà, che è persona operosa e sagace, non mancherà di accogliere il voto espresso nella “Gazzetta”, dal prof. Cozzoli, che è condiviso da tutta la cittadinanza. Studi il modo come metterlo in atto. Le difficoltà che, in tempi così calamitosi, hanno vinto altre autorità, deve superarle anche lui con volontà e tenacia. La città ha avuto l’ambito privilegio di essere dichiarata stazione di cura e le è stata accordata la riduzione ferroviaria ai bagnanti; quante persone hanno usufruito della concessione? Diciamo la verità, ben poche, perché la spiaggia offre scarse comodità, perché gli stabilimenti balneari sono poco moderni, perché non vi sono divertimenti, perché non c’è un concerto musicale che allieti le serate afose, perché non si organizzano di frequente feste simpatiche, come fanno altrove. Basterebbero i nostri concittadini che numerosi vivono a Roma, e a Firenze, a Torino e a Bologna, a Milano ed in altre città interne; basterebbero le migliaia di persone dei vicini centri di Terlizzi, Ruvo, Corato, che per tradizione vengono a bagnarsi a Molfetta, per veder popolata la nostra spiaggia, e poterli indurli a trattenersi un certo numero di giorni, dando così incremento ai traffici ed all’economia domestica. Sono convinto che le autorità e la cittadinanza asseconderanno gli sforzi del Podestà, e permetteranno di attuare il progettato lungomare». Cosa è cambiato da allora ad oggi? Quasi niente, anzi la situazione è peggiorata: il littorale di ponente impraticabile per l’inquinamento fognario e la costruzione del nuovo porto. Il littorale di levante, occupato da diversi stabilimenti balneari, offre tratti alterni di spiagge poco ospitali con accessi invisibili. Rimane la prima cala che per la notevole affluenza di bagnanti sembra un formicaio. Inviterei i volenterosi a visitare la vicina Bisceglie per rendersi conto che è possibile migliorare l’aspetto naturalistico e paesaggistico della spiaggia e rendere più fruibili i luoghi.

Autore: Corrado Pappagallo
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