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La Siloteca Civica un tesoro da riscoprire
15 marzo 2015

Una siloteca è un posto in cui si raccolgono campioni di legno per studi botanici e tecnologici, ma quella di Molfetta è unica nel suo genere, ci spiega il prof. Sergio Camporeale, uno dei curatori della siloteca civica della nostra città. È speciale perché è l’unica in Italia che, oltre a catalogare legni provenienti da tutto il mondo, conserva, in una sezione apposita, anche una raccolta di rondelle di legno, accuratamente studiate per analizzarne caratteristiche, difetti (corpi esterni, funghi) e alterazioni di colore. Ma facciamo un passo indietro e tracciamo per sommi capi la storia di questo luogo: tutto è partito grazie alla passione ed alle competenze complementari del già citato prof. Camporeale e dell’altro curatore della siloteca Rocco Chiapperini che raccoglievano campioni di legno per i loro studi personali. Poi nel 1998, i due hanno pensato di donare esperienza e raccolta alla nostra città, con tanto di atto notarile, e il 7 marzo dello stesso anno è stata inaugurata la “Civica Siloteca Centro Studi Molfettesi”, presso Palazzo Giovene, in memoria dello xilologo Raffaele Cormio, nato nel 1883 a Molfetta e morto nel 1952 a Varese, se vogliamo pioniere in questa attività avendo inaugurato una siloteca, ugualmente civica, a Milano negli anni ’30. La siloteca contiene anche modellini di carri in legno creati dall’artigiano e maestro carradore Giuseppe Ignazio De Palo. Un unicum non solo locale, ma anche nazionale che però in questi ultimi anni non ha ricevuto il giusto merito ed attenzione da chi di competenza, l’amministrazione. I due curatori manifestano dispiacere nel spiegare che, in vista dell’obbligatorietà dell’insegnamento delle scienze ambientali, dal prossimo anno, in tutte le scuole dalle elementari alle medie, hanno presentato un progetto, presso l’amministrazione appunto, che consiste nella realizzazione di un museo ambientale, sempre presso Palazzo Giovene. Il museo oltre a contenere i campioni di legno, comprenderebbe anche una scelta di rocce ed erbe che renderebbero ancora più speciale la già presente siloteca, a pochi passi e quindi facilmente fruibile per tutte le scolaresche. Si chiede inoltre una razionalizzazione dei contenuti, spostando una sezione presso la fabbrica di San Domenico così da adibire Palazzo Giovene solo al museo ambientale (molti i campioni non esposti per mancanza di spazio). Già perché questo luogo oltre ad essere meta di studiosi ed appassionati, nei suoi 17 anni di storia è stato e viene ancora visitato quotidianamente da un gran numero di scolaresche provenienti da tutta la Puglia. L’amministrazione però non ha ancora risposto a questo progetto che potrebbe impreziosire questo tesoro molfettese. Camporeale e Chiapperini insieme al collaboratore Francesco Bisceglie lamentano scarsa manutenzione e pulizia degli ambienti della siloteca oltre ad un grosso problema, risolvibile solo con una vera e propria ristrutturazione, la mancanza di un accesso per i diversamente abili che ad oggi possono visitare solo il piano terra dell’edificio. Un altro problema, comune un po’ a tutte le realtà culturali della città, è la mancanza di una rete, non solo informatica ma anche informativa, che appunto leghi a mo’ di percorso tutti i musei e luoghi di cultura di Molfetta così da fargli conoscere in città e non, sul modello delle grandi città italiane (mancano da tempo anche le brochure per pubblicizzare la siloteca, finite e mai ristampate). Molte le collaborazioni in questi anni con enti di prestigio tra i quali l’Università di Bari alla quale sono stati presentati alcuni campioni di legno, l’Università della Basilicata, la Stazione Sperimentale del sughero Tempio Pausania di Sassari, il quale ha donato alla siloteca campioni della filiera del sughero, ed altri enti culturali e commerciali locali. Non solo una siloteca per addetti però e questo è stato dimostrato dal grande successo riscosso durante l’ultima notte bianca organizzata dal Comune di Molfetta; il flusso di gente è stato continuo per tutta la serata e la chiusura alle ore 23 ha provocato non poco rammarico in coloro i quali non sono riusciti a visitare il percorso. Vi lascio con una curiosità, la siloteca già preziosa così contiene un pezzo davvero unico: una delle prime bacchette del più grande direttore d’orchestra italiano Riccardo Muti, donata da lui in persona con dedica, avendo più volte dimostrato profondo amore nei confronti della nostra città. Insomma la siloteca merita di essere visitata, l’amore verso questo luogo dei suoi curatori e palpabile e con qualche piccolo accorgimento da parte dell’amministrazione potrebbe essere ancora di più una perla per la cultura di Molfetta, città che ha fatto in questi ultimi anni della cultura il suo vessillo, e punto di riferimento per gli studi specialistici nazionali. Questi gli orari per visitare la siloteca: tutti i giorni, al mattino dalle ore 9 alle 12 e la sera dalle ore 18 alle 20.

Autore: Daniela Bufo
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