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La scuola che vorrei? Quella che fa sinergia col lavoro
15 giugno 2009

Come gli alunni vorrebbero la scuola di domani? Innanzitutto, una fruttuosa sinergia tra scuola e lavoro, con maggiori attività nei laboratori e rapporti più stretti con l’università, maggiore attualità, poiché i giovani sono estraniati dalla realtà circostante, infine professori complici, comprensivi, competenti e severi al punto giusto, dunque, una scuola ad esercizio condiviso: questo è emerso da alcune opinioni dei ragazzi dell’ITCG Salvemini prima del convegno sull’accoglienza e sull’orientamento La scuola che vorrei, organizzato dal medesimo istituto tecnico e tenutosi nella Sala Finocchiaro, arricchito da una serie di stand di progetti edilizi, piantine e statistiche relative alla scuola e al lavoro. Nella prima parte del convegno la discussione si è focalizzata sulla capacità di mediare da parte dei professori e dei genitori, ovvero «la capacità di saper ascoltare ed interpretare anche i silenzi, partendo da una corretta percezione della comunicazione» (prof. Saverio Abruzzese). Di maggiore interesse è stata la digressione della dott.ssa Fausta Scardigno sull’autovalutazione dell’istituto che i docenti hanno svolto durante tutto l’anno scolastico 2008-2009, con l’intento di «costituire un nucleo di autovalutazione scolastica per la certificazione dell’apprendimento da parte del discente », operazione che sarebbe opportuna in tutti gli istituti di insegnamento. Alla base, la volontà di rispondere alla partecipazione democratica richiesta dagli studenti (giudicare chi giudica), senza tuttavia stigmatizzare l’attività stessa, cercando di renderla «produttiva con il dialogo e la dialettica» La dott.ssa Scardigno ha posto anche l’attenzione sull’elemento metodologico (gli strumenti ed il percorso di formazione) e sulle competenze informali: questo ha permesso al dott. Michele Mirabella, noto giornalista e conduttore televisivo, di elogiare la «scuola implacabile», capace di giudicare in modo critico e formare il discente anche con il voto ingiusto, costruita da professori di qualità e quantità, affinché gli alunni abbiano esempi cui riferirsi. Infatti, solo in questo senso è possibile sviluppare in loro «la suggestione emotiva dell’apprendimento» e creare una didattica che sia la dialettica della passione e del sentimento. Lo stesso prof. Mirabella ha aperto la seconda parte del convegno, il cui punto cruciale è stato il dibattito sul motivo dell’orientamento, che «dev’essere un’attività permanente nella esistenza dell’uomo» (prof. Fabrizio Baldassarre), e dei problemi da esso implicati per la scuola e gli stessi alunni. Secondo il dott. Mario de Pasquale, preside del Liceo Scientifico Salvemini di Bari, la scuola che nasce con la riforma «deve aiutare i ragazzi a conoscere se stessi per trovare il senso della propria vita e costruire la propria identità, dando contenuto alle proprie inclinazioni».

Autore: Marcello la Forgia
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