MOLFETTA - Puglia e Puglie da gustare, all’incrocio tra olio e cultura. Potrebbe essere questa la sintesi dell’incontro «I cercatori d’olio nella puglia del 500» tenutosi all’associazione A.N.E.B e presentato dal prof. Domenico De Filippis. Il docente è partito proprio dalla descrizione del nome della Regione Puglia che, a quanto pare, deriverebbe da un re che si era stabilizzato nell’età medievale, di nome Apulo. Secondo un’altra ipotesi, forse più attendibile, deriverebbe da un domenicano Leandro Alberti, che scrisse un’opera enciclopedica, ispirandosi alle Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, chiamata Annali , divisa in venti volumi (riposti a Palermo).
La sezione più interessante è il terzo volume che descrive la Puglia e un ipotetico viaggio compiuto a Lucera, dove Plinio rimase inorridito dalla città e dalla terra appula. Proprio Plinio spiega l’origine del nome Puglia dal greco a- (senza) pulia (pioggia). Per questo la descrive come una regione sterile che non produceva quasi nulla.
Più avanti negli anni, un altro illustre personaggio descriverà la terra pugliese in modo del tutto positivo: si tratta di Giovanni Adorno (figlio di un ricco mercante) che in viaggio col padre in terra santa (si sospetta per spionaggio contro i turchi), durante il ritorno, sbarcò a Brindisi, spostandosi poi a Monopoli. Adorno descrive la Puglia come fertile e produttrice di olio e grano, affascinato dalla estensione di boschi e ulivi.
Adorno passerà anche a Bari, dove dimorerà da alcuni parenti. È questa l’occasione per una descrizione delle due principali chiese: la basilica di san Nicola e la cattedrale di san Sabino. Della cattedrale resta affascinato, poiché scopre che proprio qui sono conservate le reliquie del santo da quali fuoriesce un olio particolare chiamato “manna”. Egli passa anche da Molfetta, Bitonto e Giovinazzo, dove resterà colpito dalle grandi produzioni di olio, grano, aranci e mandorle.
Questi documenti letterari testimoniano come la cultura dell’olio, che è l’elemento ricorrente dal Salento fino al Tavoliere, sia sempre stata presente, oggetto di fascino e di ricchezza. Per questo, bisogna cercare di proteggere i prodotti locali, caratterizzandoli e impedendo l’abuso da parte di produttori esterni, ricordando che nel passato erano proprio questi prodotti a caratterizzare la Puglia.
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