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La piscina delle meraviglie, ma il bilancio non convince La Finanza indaga sulla gestione, ma il Comune rinnova la concessione al Coni
15 luglio 2003

Bloccato il tentativo della maggioranza di formare un'associazione Coni – Comune per la gestione, nuovi retroscena dai rendiconti della gestione trascorsa e indagini della Guardia di Finanza in corso. La piscina delle polemiche l'avevamo definita già un anno fa al suo esordio nel panorama sportivo molfettese. Mai nessun epiteto sarebbe potuto essere più adeguato. “Quindici”, (unico giornale all'epoca e ancora oggi a parlare dei “guasti” della piscina) aveva espresso le sue perplessità sull'intera vicenda: ancora una volta ha avuto ragione. Ancor oggi ad un anno dalla contestatissima concessione al Coni fornita, in barba alla trasparenza, dalla giunta comunale senza una gara d'appalto nulla è cambiato, anzi. La nuova proroga annuale sembra una vera e propria beffa dal momento che proprio il Consiglio di Stato (vedi “QUINDICI” di ottobre scorso) aveva ridotto l'originaria concessione di due anni per poter poi permettere una regolare gara d'appalto. Ma l'inerzia della Giunta, colpevole o premeditata che sia, a procedere all'avvio della gara costringe oggi il Consiglio Comunale ad addossarsi la responsabilità di una gestione scomoda senza che si riesca a coglierne il vantaggio per la comunità. Un consiglio turbolento Il 26 giugno 2003, incurante delle mille polemiche ed anche di uno specifico ordine del giorno di novembre che chiedeva in sostanza la fine di questa imbarazzante situazione, viene sottoposta all'attenzione del Consiglio una proposta che, alla luce di ciò che è successo fin ora, ha dell'incredibile. Non solo non viene presa nemmeno in considerazione la possibilità di una regolare gara d'appalto ma viene persino proposta la costituzione di una società Comune – Coni per la gestione della piscina per i prossimi 8 anni. A questo punto tutti i consiglieri di opposizione (o quasi, dal momento che Centrone resta in aula) abbandonano il Consiglio. “Non abbiamo nessuna intenzione di partecipare a un voto palesemente illegittimo” è il commento di Nino Sallustio (Margherita) “la Giunta vuole scaricare la propria colposa inerzia sul Consiglio”. E' infatti possibile e prevedibile attendersi una sanzione da parte dell'autorità garante per la concorrenza, dal momento che già una volta le doglianze dei concorrenti (vedi Tuccillo gestore della piscina di Ruvo) sono state ritenute “suscettibili di positiva valutazione” (Consiglio di Stato sentenza 27 agosto 2002). A questo punto però responsabili non sarebbero più i firmatari della concessione ma l'intero Consiglio e quindi il Comune. Le tante irregolarità Sui punti controversi di questa vicenda ci siamo soffermati più volte in quest'anno di gestione, per rendere conto all'opinione pubblica (visto che nessuno si preoccupava di farlo) della delicata e a tratti imbarazzante situazione in cui ci si è messi con quella concessione. Innanzitutto il D.L. 183 dell'8 Luglio 2002 trasferendo tutte le attribuzioni economiche del Coni alla neo-formata Coni Servizi Spa, unico ente sempre ai sensi del suddetto decreto col potere di stipulare convenzioni con regioni, province e comuni, renderebbe, già alla fonte, illegittima la concessione figuriamoci un rinnovo. Inoltre dopo la suddetta sentenza del Consiglio di Stato la società Executive (di Tuccillo) notifica in data 25 settembre al Comune di Molfetta una diffida, finalizzata ad ottenere il rigoroso rispetto dell'ordinanza suddetta e quindi alla predisposizione di un bando di gara. Il 14 novembre è tutto il consiglio a richiedere a sindaco e giunta con l'approvazione di un odg la fine di questa situazione imbarazzante. Predisposizione del bando di gara, controllo della situazione fiscale della piscina (che pare vivere in una sorta di generosa amnistia), verifica della legittimità della concessione alla luce dell'avvento della Coni-Servizi, costituzione di un comitato di garanzia con almeno un elemento della minoranza. Questi i punti dell'odg ai quali comune e giunta avrebbero dovuto rispondere entro 30 giorni. Ad oggi ancora nessuna risposta. Maggioranza spaccata e perseguibilità per omissione d'atto d'ufficio. Ma, semmai ce ne fosse bisogno, la stangata alla concessione la dà una disposizione della legge finanziaria del 2003. La legge all'art.90 elenca con chiarezza gli enti ai quali, in via preferenziale, dovrebbe essere affidata la gestione e demanda alla regione il compito di disciplinare con propria legge le modalità di affidamento. Il Coni è escluso dalla lista è la ratio nella norma è chiara: evitare ingerenze e concorrenzialità tra soggetto garante (il Coni) e suoi affiliati (enti, federazioni e associazioni). Detto questo l'ostinazione del Comune a continuare con il Coni è sempre più inspiegabile. Ma non è tutto. Un bilancio che non convince Le più grosse perplessità (e le più interessanti sorprese) le destano i dati forniti, in un quantomai atipico rendiconto, dai dirigenti della piscina. Innanzitutto dai dati non emerge alcun tipo di versamento contributivo né all'INAIL né all'Enpals. In sostanza i lavoratori della piscina (almeno in base a quanto emerge dai rendiconti) non goderebbero di alcun trattamento previdenziale né assicurativo. Anzi pare che nemmeno la forma del co.co.co. (che in questo caso avrebbe un fine inequivocabilmente elusivo) viene utilizzata per l'inquadramento dei dipendenti. Le somme erogate sarebbero semplici “rimborsi spese per allenamento sportivo”. Una farsa, non solo perché in aperta violazione dei contratti di lavoro nazionali ma, soprattutto, perché nessun frequentatore della piscina è un atleta che necessita di allenamento sportivo ma tutti semplici fruitori di un servizio. L'art 2 del D.L. n.210 del 25/09/2002 (disposizioni urgenti in materia di emersione del lavoro sommerso) recita: “la certificazione relativa alla regolarità contributiva deve essere presentata anche dai soggetti che gestiscono impianti in convenzione con l'Ente pubblico, pena la revoca della convenzione”. Da quanto detto in precedenza è chiaro che la convenzione sarebbe dovuta terminare da un pezzo. Se a questo si aggiunge il mancato pagamento della TARSU il vaso sarebbe già colmo. Strabocca quando sfogliando le scartoffie alcuni nodi irrisolti della vicenda vengono sciolti, come ci si aspettava. Ci riferiamo ai macchinari della Ventunesimo Gym (di Pasquale Minuto) che Elio Sannicandro (Presidente Coni-puglia e direttore della piscina) aveva assicurato essere in comodato gratuito (vedi intervista “Quindici” ottobre 2002). Bene, probabilmente il concetto di gratuità è stato un po' dilatato dal momento che il Minuto “solo” per il noleggio dei sui macchinari percepisce 600 Euro mensili. Niente male, chissà quanti avrebbero preferito sottrarsi all'aleatorietà di una palestra da gestire in proprio (con affitti, bollette da pagare e clienti da trovare) per spostarsi nelle sicure calde acque della piscina. Sarà stata la fato ma l'unico ad averne la possibilità è stato il fratello della consigliera Carmela. Il cognome conta qualcosa? Non ci azzardiamo nemmeno a pensarlo. Certo il fatto che proprio Pasquale Minuto definito da Sannicandro (vedi sempre intervista) “uno dei tanti istruttori” risulti (sempre dal rendiconto) il responsabile della palestra e percepisca mensilmente, oltre ai “gratuiti” compensi per le attrezzature, circa 1300 Euro (più di tutti persino dei fratelli Attolico responsabili tecnici dell'impianto) potrebbe lasciar spazio a facili dietrologie. Ma in città ormai si è stanchi anche di questo. L'ultimo dato interessante è quello relativo ad alcune spese stranamente considerate di competenza della gestione ordinaria. In particolare: Specchi per la palestra, infissi in anticorodal segreteria, fornitura e posa in opera ringhiere in acciaio, scalette piscina e persino la realizzazione di un impianto idrico antincendio, per un totale (insieme ad altre voci che per brevità non menzioniamo) che si aggira sui 50.000 Euro. Ci chiediamo, certe spese non sarebbero dovute ricadere sulle imprese costruttrici (come pensare di aprire uno stabile senza le necessarie attrezzature antincendio), o è giusto che rientrino nella gestione normale e alla fine ricadano sugli utenti e su tutti i cittadini molfettesi? Bisognerebbe chiederlo al Presidente del Coni Sannicandro il quale, oltre ad essere il responsabile della piscina, né è stato anche progettista e direttore dei lavori. Sarebbe curioso sapere se e perché nei capitolati d'appalto certe spese non siano state considerate. Le indagini in corso Sarebbe sufficiente per supportare le nostre argomentazioni far notare che la Guardia di Finanza non promuove un'ispezione ad un ente pubblico come il Coni senza un fondamento. Ma fin quando nel nostro paese ci sarà la presunzione di innocenza non è giusto trarre conclusioni prima che la giustizia completi il suo iter. In ogni caso, quale che sia il risultato di queste indagini, è fuori dubbio che la scelta fatta un anno fa si è rivelata assolutamente fuori luogo e quindi incomprensibile è la nuova proroga. Chissà quali sono gli interessi in gioco e chissà perché tanto masochismo da parte dell'amministrazione. Ma va bene così. Facciamoci del male. Fabrizio Fusaro
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