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La piscina dei disastri annunciati
15 maggio 2016

Un disastro annunciato: 450mila euro di canoni non versati, 18 richieste di rimborso, 4 atti di diffida e messa in mora notificati al gestore, forniture di acqua, gas, ed energia elettrica non pagate, manutenzione ordinaria assente, situazione compromessa dal punto di vista igienico-sanitario, inadempimenti contrattuali, mancato pagamento dei dipendenti da oltre 6 mesi, occupazione dell’impianto a contratto scaduto. Che si vuole di più per considerare inadempienti i gestori della piscina comunale e la conseguente chiusura disposta con ordinanza dal sindaco Paola Natalicchio? Eppure i gestori della piscina hanno avuto perfino il coraggio di opporsi, chiedendo al Tribunale l’immediata sospensione delle chiusura e il rilascio dell’impianto (e il tribunale ha dato loro torto, rigettando il ricorso) che hanno provato ad occupare, pur non avendone più titolo, impedendo l’ingresso del sindaco. Hanno perfino diffamato lo stesso sindaco, che li ha querelati. L’amministrazione comunale di Molfetta ha, inoltre, consegnato alla Guardia di Finanza atti, documenti e quant’altro perché possano essere verificate eventuali illegalità ed evasioni. Sono questa le informazioni che il sindaco Paola Natalicchio ha dato ai giornalisti stupefatti nel corso di una conferenza stampa alla quale erano presenti anche i genitori dei ragazzi che frequentano la piscina, i dipendenti che non sono pagati da mesi, insieme agli istruttori, anch’essi senza stipendio. Già nel 2009 il segretario del Pd locale, Giovanni Abbattista, criticava l’amministrazione dell’ex sindaco, il sen. Antonio Azzollini, affermando che “Il bando pubblicato dal Comune per la gestione della piscina di Molfetta è l’ennesimo esempio di quella cattiva amministrazione, contraria agli interessi pubblici, che caratterizza questa sciagurata stagione amministrativa e che andiamo denunciando da tempo”. Della cattiva gestione della piscina comunale “Quindici” si è occupato più volte, come pure della concessione per la realizzazione di un lido balneare alle spalle della piscina. Insomma, da quello che si rileva dalle notizie fornite, i gestori della piscina di via Longone della spina, nei pressi dello stadio comunale “Paolo Poli”, l’Ati (Associazione temporanea di imprese) formata dalla Molfetta nuoto, società dilettantistica Srl, Clima Service Srl e Coop diving società cooperativa, incassavano le quote degli iscritti, ma erano insolventi su tutto, compresi gli impegni assunti al momento della vincita del bando pubblico per l’affidamento dell’impianto. Malgrado questo, “dopo che il Comune aveva sollevato il coperchio del vaso di Pandora” della piscina come hanno detto il sindaco e l’avvocato del Comune Nicola Mastropasqua, i gestori hanno avuto anche la faccia tosta di sommergere il Comune di ricorsi, chiedendo addirittura rimborsi per manutenzioni mai eseguite e perfino risarcimenti danni. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, costringendo il Comune, per garantire la sicurezza degli utenti, a chiudere l’impianto, è stata la caduta di un pezzo delle travi di copertura. Questa situazione di inadempienza contrattuale e di morosità era già cominciata nel 2012 con la precedente amministrazione Azzollini. Inoltre, come è stato rilevato nel corso della conferenza stampa, alla quale hanno partecipato anche l’assessore agli appalti Giulio Germinario, quello allo sport Tommaso Spadavecchia e i dirigenti comunali Lazzaro Pappagallo e Roberta Lorusso, l’Ati non ha realizzato, come si era impegnata a fare, all’esterno dell’impianto anche una piscina scoperta ad uso pubblico, la vasca semiolimpica con corsie, segnacorse, blocchi di partenza e impianti idrici omologati. Il tutto perfino pomposamente annunciato perfino in un comunicato stampa dell’amministrazione Azzollini ad agosto 2010. La realtà vede, invece, non solo l’assenza di queste opere, ma addirittura una situazione paradossale con l’insolvenza dell’ordinaria manutenzione e del pagamento delle utenze da parte del gestore. Il sindaco Natalicchio si è dichiarata dispiaciuta per la chiusura, ma ha provveduto, con tre trasferte a Roma, a coinvolgere il Coni che ora è al fianco del Comune, e a consentire agli atleti di allenarsi in impianti di Comuni vicini. Intanto saranno garantiti i compensi agli allenatori utilizzando la legge Pescate, in attesa di poter fare un nuovo bando nella piena legalità, appena i contenziosi si saranno chiusi. Del resto la risoluzione contrattuale era un atto obbligato per evitare abusi sanzionabili dalla Corte dei Conti. Nel corso della conferenza stampa ci sono stati momenti di tensione per la presenza di un parente del gestore, verso il quale genitori (che chiedevano che fine avessero fatto le loro quote versate regolarmente), dipendenti e utenti esasperati hanno cominciato a inveire (“vergogna, vergogna!”).

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