La miniera di bauxite di Otranto
La nostra Puglia nasconde tesori stupendi, a volte, poco noti. E’ il caso delle Miniere di bauxite di Otranto. Ad Otranto, incantevole centro del Salento, notissimo per il Castello ed il suo Museo; i suoi vicoli nel Centro antico, pieni di suggestioni; la sua grandiosa Cattedrale dedicata ai Martiri di Otranto; le spiagge di sabbia bianchissima che incorniciano un mare blu/smeraldo, è possibile visitare un sito forse poco conosciuto: l’antica Miniera di bauxite. A sud-est della Città, viaggiando sulla S.P. 87 in direzione di Capo d’Otranto – Porto Badisco, a poco più di un chilometro e mezzo, guardando sulla sinistra si intravvedono dei piccoli rilievi di un colore rosso acceso. Facendo attenzione, sul lato sinistro della provinciale, c’è un sentiero sterrato, ma agevole da percorrere anche a piedi, che dopo un centinaio di metri conduce ad un cartello con l’indicazione del sito. Lasciando l’auto ed addentrandosi a piedi sul sentiero ed in direzione delle alture rosse, ora in piena vista, si arriva al sito. Esso consiste essenzialmente in una voragine di circa 5 ettari profonda circa una decina di metri con in fondo uno specchio d’acqua limpida e smeraldina di circa mezzo ettaro, circondato da canneti e dalle scoscese pareti rosse. L’effetto cromatico è straordinario! Sulle pareti sono evidenti i segni – calanchi - formati dall’acqua piovana che cola nella gravina alimentando il piccolo lago che riceve anche acqua freatica. Sono molto suggestivi i calanchi formati dall’erosione sulle pareti della gravina, dal percolare dell’acqua piovana. Nella prima metà del secolo scorso, in zona fu rinvenuta una grossa roccia contenente una alta percentuale di minerale di bauxite. La bauxite è composta da ossidi di alluminio e viene estratta per la produzione dell’alluminio metallico. L’analisi del reperto indicò un’accettabile concentrazione di minerale e quindi era possibile estrarre bauxite in quantità economicamente accettabile. La miniera di cui parliamo è stata sfruttata fino ai primi anni settanta del secolo. La bauxite veniva estratta, trasportata nel vicino porto di Otranto e da lì via nave arrivava a Porto Marghera, dove veniva raffinato l’alluminio. Dopo gli anni settanta, la concentrazione di bauxite nel minerale estratto diventò così bassa che rese la miniera anti-economica per cui fu abbandonata. Lo scavo eseguito per l’estrazione, un po’ per le piogge, ma anche per infiltrazioni di acque di falda freatica, si riempì parzialmente dando luogo al laghetto attuale. Accedendo al laghetto, sui sentieri battuti, è ancora possibile notare la presenza di residui noduli di bauxite. Un altro sito con una miniera abbandonata, sempre di bauxite, si trova nel Parco dell’alta Murgia, nei pressi della Città di Spinazzola.
Autore: Tommaso Gaudio